Andrea Camilleri è stato il protagonista assoluto della conferenza stampa di presentazione di La mossa del cavallo, il film tratto dal suo omonimo romanzo che Rai1 trasmetterà in prima serata lunedì 26 febbraio. Lo scrittore siciliano ha parlato del successo di pubblico (e di critica) de Il Commissario Montalbano, un’altra sua creatura letteraria che la tv pubblica ha reso serie tv:
‘Ma che ci trovate in Montalbano?’ Questo vorrei chiedere ai milioni di telespettatori della serie. Tutto questo consenso un po’ mi fa paura, non vorrei venissero sotto il balcone di casa mia urlando ‘Montalbano santo subito’.
Dopo aver precisato che Montalbano non è rassicurante come qualcuno sostiene, Camilleri ha presentato così il nuovo film in onda lunedì prossimo la cui storia è ambientata in Sicilia nel 1877 e ha per protagonista l’ispettore Giovanni Bovara che arriva dalla Liguria per investigare sull’applicazione dell’imposta sul macinato, l’odiata “tassa sul pane”, come veniva chiamata allora:
È un romanzo duro. Qualcuno ha scritto che i racconti di Montalbano sono rassicuranti, io li trovo inquietanti. Questo lo è di più. La mossa del cavallo è proprio una critica a come si fece l’Italia unita. In Sicilia si passò dall’entusiasmo enorme per l’unità del 1860 al disamore, ad imbracciare le armi, in meno di 40 anni. I libri di storia se la cavano parlando di briganti ma quelli erano contadini arrabbiati. In questo romanzo ho cercato di chiamare le cose con il loro nome. La tassa sul macinato era odiosa. E la leva obbligatoria arrivò come una ulteriore tassa per le famiglie povere che si vedevano private di due braccia giovani per quattro anni. Uno degli errori più giganteschi del governo nazionale. E però, nello stesso tempo, questi ragazzi che partivano tutti insieme, dal Piemonte come dalla Sicilia, costituirono la prima vera unità d’Italia.
Nel cast di La mossa del cavallo, diretto da Gianluca Maria Tavarelli e prodotto dalla Palomar, Michele Riondino ed Ester Pantano.
Lo scrittore è stato interpellato anche sulla campagna elettorale in corso. Netto il giudizio a riguardo:
Non è una campagna elettorale, è disgustosa, fatta di false promesse e insulti reciproci: sembra un litigio tra comari. La cosa più grave in Italia è la grossa decadenza della politica, che ha perso la P maiuscola. Si continua negli errori del passato, e si ingigantisce il divario tra nord e sud, che è diventato spaventoso.