The Handmaid’s Tale 2×03, Baggage: La Recensione del terzo episodio della seconda stagione di The Handmaid’s Tale.
Il terzo episodio di The Handmaid’s Tale 2 è intitolato Baggage e parla di donne, di femminismo e di rapporto tra madri e figlie.
Sembra quasi di vedere un film e non un episodio di una serie tv grazie a una regia e a una fotografia incantevoli. Siamo molto lontani dalle ambientazioni, dai toni e dai colori tipici della prima stagione di The Handmaid’s Tale. Finiamo quasi per dimenticarci di Aunt Lydia, delle ancelle, degli abiti rossi con il copricapo bianco e della vita all’interno della casa del Commander con gli orari stabiliti per il concepimento. Tutto ciò che contraddistingue solitamente The Handmaid’s Tale viene messo da parte per girare un episodio di approfondimento della psicologia di un personaggio.
Il terzo episodio di The Handmaid’s Tale 2 è caratterizzato dai toni del blu e dell’ottanio e approfondisce il personaggio di June, protagonista di The Handmaid’s Tale e in particolare il suo rapporto con la madre. Rapporto indispensabile per capire come lei stessa è in grado di affrontare la maternità e la nuova gravidanza in The Handmaid’s Tale 2.
L’episodio inizia con una constatazione sulle donne da parte della protagonista di The Handmaid’s Tale:
Le donne sono molto adattabili, diceva mia madre, ed è davvero stupefacente constatare a quante cose ci si può abituare.
June si riferisce al fatto di essere riuscita ad abituarsi a vivere da sola, per ben due mesi, all’interno della vecchia sede abbandonata del Boston Globe. Si tratta del luogo in cui si sta nascondendo, dallo scorso episodio di The Handmaid’s Tale 2, per scappare da Gilead. E il tema della capacità di adattamento delle donne viene espanso, nel terzo episodio di The Handmaid’s Tale 2 anche al personaggio di Moira che mostra di essere riuscita a crearsi una nuova identità in Canada adeguandosi alle circostanze.
L’aspetto più bello di The Handmaid’s Tale 2×03 sono i flashback in cui viene presentata per la prima volta agli spettatori la madre di June. Si tratta di un personaggio davvero interessante in quanto ci fa capire molte più cose sulla protagonista di The Handmaid’s Tale e sul suo carattere. La madre di June è una rivoluzionaria, una ribelle, e soprattutto una femminista. Si tratta di una donna che ha sempre lottato per i diritti delle donne e che ha avuto una figlia a 37 anni perché prima era troppo impegnata con i suoi progetti di vita.
Molto bello è vedere che nella vita prima di Gilead, la protagonista di The Handmaid’s Tale fosse l’esatto opposto della madre. Era infatti una ragazza che, piuttosto che usare le sue energie per lottare contro un male comune, aveva scelto di accontentarsi di un marito e di una vita semplice. Andando così contro tutti gli ideali che la madre aveva cercato di insegnarle fin da piccola. Solo dopo, June si renderà conto che la madre aveva sempre avuto ragione e aveva sempre saputo che si sarebbe andati incontro a quella fine se nessuno avesse fatto niente per cambiare le cose.
E forse, proprio per questa constatazione, o per aver visto la madre finire alle Colonie, June Osborne decide di diventare una donna completamente diversa. Decide di diventare più come sua madre. Dal momento in cui diventa una Handmaid tira fuori tutto il suo carattere ribelle e la sua tenacia ereditati senza dubbio dalla madre.
Il tema del femminismo e della forza intrinseca delle donne nel terzo episodio di The Handmaid’s Tale 2 regna sovrano. E a tale riguardo, una delle scene più belle dell’intero terzo capitolo di The Handmaid’s Tale 2 è proprio quella di un flashback dove vediamo June e sua madre in macchina che cantano a squarciagola, guardandosi negli occhi, Hollaback Girl di Gwen Stefani. E non poteva esserci canzone più azzeccata.
Ma torniamo alla trama del terzo episodio della seconda stagione di The Handmaid’s Tale.
June è costretta a lasciare il magazzino per spostarsi in un luogo più sicuro e prendere un aereo che la porterà in Canada in salvo. Le cose però non vanno come spera, infatti, si rifugiata in casa dell’uomo che avrebbe dovuto aiutarla. Però, viene abbandonata da questo per paura che qualcuno venga a scoprire che sta nascondendo l’ancella. Allora June, decide di non stare ferma ad aspettare ed esce dall’appartamento con gli abiti della moglie dell’uomo, prende un treno e scappa.
Attraversati un bosco e un campo di grano la protagonista di The Handmaid’s Tale giunge alla pista dove partono gli aerei illegali per il Canada. Ma proprio mentre l’aereo sta per decollare si sentono degli spari. L’aereo rimane a terra, il pilota viene ucciso con un colpo alla testa e lei e il suo compagno di viaggio vengono catturati.
Ed è così che finisce Baggage, il terzo episodio della seconda stagione di The Handmaid’s Tale, lasciando un grande messaggio per le donne, pronunciato da June:
Insegna il femminismo a tua figlia. Passa tutto il tempo ad aspettare di essere salvata da degli uomini.
The Handmaid's Tale 2x03 - Baggage
9Reviewer
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Pro
Sembra di vedere un film. Ottima regia e ottima fotografia. Bellissimo l'espediente del rumore delle biglie per riportare l'attenzione dello spettatore dal flashback alla contemporaneità. La storia avanza e allo stesso tempo scopriamo qualcosa di più sui personaggi e il loro passato.
Contro
Ci si allontana abbastanza dai toni e dalle ambientazioni tipiche della prima stagione e si tende quindi a dimenticarsi di tutto quello che è accaduto prima perché si è troppo concentrati sul presente e sul tentativo di fuga di June.
Conclusioni
L'episodio nella totalità è davvero bello e andrebbe visto più volte per poterne gustare tutti i piccoli dettagli di stile che lo contraddistinguono. La narrazione avanza e i flashback non sono mai ridondanti ma sempre necessari alla comprensione della personalità del personaggio. Gli episodi incentrati su June sono sempre i migliori. Molto bello il modo in cui si farla di femminismo e ribellione.