Nelle sale dal 4 marzo, Volevo nascondermi racconta la storia di Antonio Ligabue, pittore e scultore italiano.
Volevo nascondermi è uscito in un momento particolare. Sono tanti, infatti, i cinema chiusi in via precauzionale per limitare la diffusione del virus che sta colpendo il mondo intero. Non per questo Giorgio Diritti ed Elio Germano, rispettivamente regista e protagonista del film, si sono dati per vinti. Ed infatti, pur con le distanze di sicurezza e nel rispetto delle disposizioni, il loro lavoro sta richiamando le persone nelle sale.
Volevo nascondermi, Elio Germano è Antonio Ligabue
Elio Germano ci regala un’altra interpretazione perfetta, che gli è valsa l’Orso d’argento per il miglior attore alla Berlinale 2020. Riesce ad immedesimarsi nella biografia di Antonio Ligabue, a rappresentare e restituire al pubblico la storia di un artista visionario e sofferente. Il Ligabue di Germano, diretto da un bravissimo Giorgio Diritti, si nasconde in tutta la prima parte della sua vita, proprio come nel titolo del film. Poi la sua arte viene riconosciuta in mezzo al dolore: ecco allora che il suo genio inizia ad essere compreso, evade dai confini provinciali di Gualtieri, cittadina reggiana dove era nato il padre di Ligabue, arriva a Roma e poi negli Stati Uniti. Ligabue diventa un artista affermato.
Antonio Ligabue, la storia di un artista geniale e sofferente
Elio Germano è riuscito nel compito non facile di interpretare un artista grandissimo ed al contempo molto sofferente. Rachitismo, gozzo, uno sviluppo fisico compromesso, un’infanzia turbolenta tra ospedali, manicomi, collegi. Poi le due guerre mondiali, la solitudine e l’abbandono. Il dopoguerra e la rinascita economica, artistica, un Paese che tornava a vivere e si lasciava stupire dall’arte, portandosi con sé ed anzi dando spazio agli artisti meno compresi. Antonio Ligabue ha saputo scolpire e dipingere in modo irruente ed inconsueto, mettendo nell’arte tutte le emozioni che non era riuscito a provare, o a gestire, nella sua vita terrena. L’arte era un rifugio per il suo equilibrio psicofisico precario, per la sua salute intabile.
Antonio Ligabue, autoritratto con la sua moto
Volevo nascondermi rivela l’immagine di un uomo solo dentro sé stesso, duro e dolce insieme. Un artista continuamente teso tra la volontà di farsi aiutare e l’impulso di scappare, nascondersi. Il Ligabue che Elio Germano ha interpretato è capace di grandi sentimenti, di emozioni positive ed estremamente negative. Un film da vedere per entrare nella vita di Antonio Ligabue, uno dei più grandi artisti italiani di sempre. Così l’epitaffio sulla sua tomba, a Gualtieri, a racchiudere tutto:
«Il rimpianto del suo spirito, che tanto seppe creare attraverso la solitudine e il dolore, è rimasto in quelli che compresero come sino all’ultimo giorno della sua vita egli desiderasse soltanto libertà e amore».