Ant-Man and the Wasp: Intervista a Paul Rudd ed Evangeline Lilly
Dopo l’anteprima stampa, abbiamo avuto il piacere di passare del tempo con Paul Rudd ed Evangeline Lilly, protagonisti di Ant-Man and the Wasp. Ecco cosa è uscito fuori da quest’intervista, tra insetti e prodotti antirughe.
A una settimana di distanza dal nostro incontro con il cast de Gli Incredibili 2, siamo tornati nella Sala Torlonia dell’Hotel De Russie per incontrare Paul Rudd ed Evangeline Lilly, protagonisti di Ant-Man and the Wasp, film dei Marvel Studios, reduci dal successo di Avengers: Infinity War. Lui molto pacato, ma sempre con la battuta pronta. Lei più emotiva e ancora attaccata fortemente all’esperienza maturata con Lost. Ecco cosa hanno avuto da dirci Ant-Man e Wasp.
Intervista a Paul Rudd ed Evangeline Lilly
Appena arrivati, abbiamo incrociato Paul Rudd mentre chiacchierava in attesa di essere chiamato per la conferenza. Indossava un completo marrone in pieno stile “uomo d’affari americano in vacanza nella città eterna”. Possiamo dire di avergli strusciato la spalla per cercare di passare, dato che si trovava proprio in mezzo allo stretto corridoio che portava verso la Sala Torlonia.
Qualche minuto dopo questo incontro ravvicinato, vengono introdotti sia Paul Rudd che Evangeline Lilly sul panel. Lei esordisce con un “Buongiorno” e lui le va appresso, aggiungendo anche un “Grazie!” in risposta agli applausi. Una volta accomodati, sono iniziate le domande.
Che cos’è per voi l’Universo Cinematografico Marvel? Cosa significa l’MCU per Paul ed Evangeline?
Evangeline Lilly: Per me l’MCU è un modo per fuggire. Un modo per sentirsi bene ed essere speranzosi, anche se le cose nel mondo reale non sembrano né buone né tantomeno speranzose. È un promemoria del coraggio che si cela all’interno di ognuno di noi. All’interno di me stessa. Rappresenta una sfida per trovare la mia parte eroica, il massimo potenziale che posso raggiungere come madre e come cittadina per poi agire di conseguenza.
Paul Rudd: Per me, invece, l’MCU è diventato parte integrante della vita. Non può che essere positivo far parte di qualcosa di così universalmente conosciuto e apprezzato. Adoro trovarmi coinvolto in qualcosa che posso condividere con i miei figli. Mio figlio ha visto tutti i film Marvel: li adora! Mia figlia di otto anni, invece, mi sta implorando di farle vedere Infinity War.
Paul, tu sei il secondo Ant-Man, quello simpatico per gli appassionati Marvel. Cosa ha significato per te vestire i panni di questo supereroe e riabilitare il suo nome?
Paul: Non so come reagirebbe Michael Douglas [interprete dell’Ant-Man originale nel film, n.d.r.] nel sapere che sono io quello simpatico. Speriamo non se la prenda. Il nostro compito è quello di trasporre sul grande schermo ciò che è stato creato dai fumetti. Per me è stato un onore poterne fare parte ed è un onore ancora più grande poter condividere quest’esperienza con Wasp, ovvero Evangeline.
Vi è mai capitato nella vita di voler diventare piccolissimi per una questione di pericolo, di paura o di imbarazzo? Inoltre, da quando interpretate questi personaggi guardate in modo diverso gli insetti? State attenti a non schiacciarli?
Paul: Mi piacerebbe potermi rimpicciolire nella vita reale per evitare situazioni scomode, ma dovrei farlo troppe volte. La mia relazione con le formiche, invece, è completamente cambiata. Non le schiaccio, le lascio andare per la loro strada. Sento come se fossero i miei fratelli e le mie sorelle.
Evangeline: Durante la prima stagione di Lost, il cast era solito riunirsi e guardare le puntate insieme ogni settimana. Quelli erano i momenti in cui ricordo che avrei fatto di tutto pur di rimpicciolirmi fino a sparire. Questo perché era il mio primo lavoro e non sapevo cosa stessi facendo, non ero allenata e pensavo di essere tremenda. È stato molto imbarazzante. Passando all’altra domanda, sono sempre stata un’amante degli insetti. Li ho sempre protetti, li ho sempre adorati. Da piccola mi chiamavano la ragazza-bruco. Prendevo questi grandi bruchi pelosi e me li mettevo su tutto il corpo per poi correre per il quartiere e spaventare tutte le altre bambine. Quindi, la mia relazione con le vespe non è cambiata.
Da quanto visto nel primo Ant-Man, si intuisce come questo fosse solo l’anticamera che ha portato poi all’evoluzione del personaggio di Wasp in Ant-Man and the Wasp. Evangeline, sapevi della rilevanza del tuo personaggio quando sei stata scelta per il ruolo?
Evangeline: Quando sono stata scelta per il primo film di Ant-Man, già si stava preparando lo script. Quando l’ho letto, ho notato la frase finale in cui Hope [il personaggio interpretato dalla Lilly, n.d.r.] dice: “È arrivato il momento” mentre guarda il prototipo della tuta di Wasp. Quindi sapevo che se avessimo fatto un grande film e se il pubblico fosse andato a vederlo e lo avesse apprezzato facendolo diventare un successo, allora ci sarebbe stata una grande possibilità che sarei diventata Wasp. Ho fatto veramente, ma veramente di tutto per far sembrare decente l’interpretazione di Paul nel primo film [ride, n.d.r.].
Ant-Man è stato uno dei primi film Marvel ad aver “ringiovanito” un attore. Come vi fa sentire questa tecnologia? Vi sentite a disagio nel conoscere il potere che gli studios hanno sulla vostra immagine o pensate sia un vantaggio per la vostra carriera?
Paul: Vi racconto la storia di quando Michael Douglas mi ha detto che non aveva mai lavorato con Michelle Pfeiffer. Quando ha scoperto che stava per lavorarci assieme era molto eccitato. Ma quando ha scoperto che avrebbe lavorato con Michelle Pfeiffer ringiovanita di trent’anni era euforico!
Evangeline: La prima volta che ho lavorato con un doppio digitale è stato nella trilogia de Lo Hobbit. Quando mi hanno detto di fare delle scannerizzazioni [del corpo, n.d.r.] ho risposto che le avevo già fatte per le action figures. Loro, però, mi hanno detto che erano per il mio “doppio digitale”. E io mi sono chiesta: “Cosa diavolo è un doppio digitale?”. Mi hanno spiegato che in questo modo avrebbero ricreato il mio personaggio senza la mia presenza fisica sul set. A quel punto mi sono rifiutata di fare gli scan. Ho pensato: “Se le cose continuano così, gli attori tra vent’anni non avranno più un lavoro. Non mi sento a mio agio ad aiutare lo sviluppo di tutto ciò”. Ovviamente, poi mi sono sentita a mio agio perché ho lavorato parecchio con il doppio digitale, ma ci ho veramente messo tanto ad accettare il fatto che questa è la direzione che sta prendendo l’industria e che non si può arrestare l’inevitabile.
Quale personaggio sognavate di essere da bambini?
Paul: Hulk. Non ho avuto la parte.
Evangeline: Io avevo due sogni da piccola. Essere un elfo della Terra di Mezzo, e questo l’ho realizzato il che è stato fantastico! Per la cronaca, anche il doppio digitale era fantastico. L’altro era essere la Catwoman interpretata da Michelle Pfeiffer. Non è successo, ma l’ho avuta come madre in Ant-Man and the Wasp, quindi posso dire di star vivendo il sogno.
La famiglia è un tema molto importante sia nel primo Ant-Man che in questo Ant-Man and the Wasp. Voi a quale famiglia siete più affezionati? A quella televisiva, dove avete bene o male entrambi cominciato, a quella cinematografica o a quella Marvel, che rappresenta un connubio delle altre due?
Paul: Lavorare ad un film è un’esperienza interessante perché ci vogliono mesi per girare e la crew diventa una specie di famiglia, ma una volta finito vai avanti con la vita. Tuttavia, ho trovato qualcosa di speciale nel lavorare con la Marvel in questi anni. Hai la possibilità di conoscere altri attori, altri Avengers e i produttori esecutivi dietro questi film. Adoro questa famiglia.
Evangeline: Quella della Marvel è veramente una bella famiglia. Ci trattano come membri della famiglia dal primo all’ultimo. Ma non credo che nient’altro possa raggiungere il livello della crew di Lost, dopo aver passato sei anni su un’isola deserta insieme. Si presentavano molte situazioni difficili ed ero sola sull’isola, lontana da mio marito e dai miei figli. La crew mi ha sempre trattato con così tanto amore, con così tanta aloha che sono diventati come una vera famiglia per me. Piangevo ogni volta che concludevamo una stagione e mi emoziono ancora oggi solo ripensando a quanto mi sono stati vicini nei momenti più difficili. Sono stati tutto per me.
Negli anni passati abbiamo visto dei film di supereroi con attori estremamente giovani, ma ultimamente sembra che Hollywood abbia cambiato rotta mostrando dei supereroi più maturi. La giovinezza è ancora un mito?
Paul: Non credo che a Hollywood sia cambiato effettivamente qualcosa. Penso preferiscano ancora scritturare attori più giovani. Trovo bizzarro che abbiano scelto me per un ruolo del genere. Però gliene sono veramente grato. E, riallacciandomi alla domanda di prima riguardo alle tecniche antietà, magari continueremo ad impersonare questi ruoli per i prossimi cinquant’anni.
Evangeline: Io trovo magnifico che la Marvel non dia troppo peso all’età. Credo che tutto sia iniziato con Robert Downey Jr. e Gwyneth Paltrow. Hanno veramente dimostrato che si può essere super, ma anche belli e attraenti ad ogni età.
Evangeline, in un’intervista hai detto che le nostre nonne non avevano gli antirughe e, quindi, neanche a noi servono. Puoi approfondire la questione?
Evangeline: Penso che l’avanzare dell’età sia sorprendentemente bello e ho intenzione di onorare la mia età nel suo incedere. Quello che ho detto dei prodotti antietà l’ho detto solo perché mi avevano chiesto cosa usassi per apparire così. Sto sempre alla larga da qualunque prodotto che abbia proprietà antietà per diverse ragioni, ma principalmente perché non voglio mandare alla mia mente dei messaggi subliminali che mi facciano pensare che non dovrei invecchiare. È assolutamente giusto che invecchi. Diventerò più saggia, diventerò più intelligente, avrò più esperienza e molto di più da offrire al mondo mano a mano che invecchierò. E l’idea che una donna ha un valore solo se ha un bel visino è una st*******… Scusate, sono diventata un po’ cattiva alla fine [ride n.d.r.].
Paul: Io cerco di prendere tutti i prodotti antietà che Evangeline butta via.
Evangeline: [Ride, n.d.r.] Ed è per questo che lui sembra molto più giovane di me.
Rimanete sulle nostre pagine perché a mezzogiorno uscirà la recensione di Ant-Man and the Wasp!
Vi lasciamo con la nostra galleria di foto dalla conferenza.
Mattia Pescitelli
Tenace adoratore del mezzo cinematografico, cerco sempre un punto di vista fotografico in tutto ciò che mi circonda. Videogiochi, serie televisive, pellicole cinematografiche. Nulla sfugge al mio imparziale giudizio.