Anche se Black Panther è uscito in sala già da due mesi, il suo successo è ormai globale: la pellicola ha infatti raggiunto quasi un miliardo e mezzo di dollari di incassi.
Black Panther: il terzo film più visto d’America
Un altro supereroe Marvel davvero apprezzato, quello interpretato da Chadwick Boseman: il suo nome è Pantera Nera ed il suo destino è quello di diventare il re del regno di Wakanda.
Black Panther, prodotto dai Marvel Studios e distribuito dalla Walt Disney Studios Motion Pictures, non ha nulla da invidiare ai film precedenti dell’Universo Marvel: un supereroe potente, tanti personaggi originali, un cast da paura ed anche degli effetti speciali mozzafiato.
Senza contare che la storia raccontata è interessante, ben scritta e per nulla scontata. Black Panther è una rappresentazione cinematografica degna di nota, la cui trama affonda le radici in un’Africa divisa in due: da una parte, un continente povero e arido, dall’altra, il Wakanda, un regno nascosto fin dalla sua origine, il cui sviluppo tecnologico ci stupisce.
Anche l’opinione pubblica è divisa. C’è chi pensa che Black Panther sia soltanto l’ennesimo film americano che è riuscito ad occidentalizzare anche la cultura africana e c’è chi invece lo considera una bella storia, simbolo di speranza, che ha l’intento di risollevare le sorti di un mondo ancora oggi troppo lontano dai nostri occhi e dal nostro cuore.
In ogni modo, gli spettatori di Black Panther sono stati moltissimi, facendo guadagnare al film il titolo di terzo film più visto in America.
Il regista, Ryan Coogler, il più giovane director dei film Marvel, ha scritto una lettera di ringraziamento ai fan, comunicando loro che la passione e l’interesse dimostrati verso il suo film è stata tale da commuovere lui e la sua famiglia.
Black Panther – un film di Ryan Coogler
“Mai in un milione di anni avrei immaginato che vi sareste fatti sentire in un modo così forte. Mi onora pensare al fatto che le persone abbiano scelto di utilizzare i loro soldi e il loro tempo per vedere il nostro film. Ma osservare persone di ogni background che indossavano abiti tipici del loro retaggio culturale, scattarsi foto accanto ai nostri poster con i loro amici e familiari, e addirittura danzare davanti i cinema hanno commosso me e mia moglie fino alle lacrime.”