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La vita davanti a sé – Recensione del film con Sophia Loren

Sophia Loren torna protagonista ne La vita davanti a sé, il nuovo film Netflix

Momo (Ibrahima Gueye) è un ragazzino di origini senegalesi di 12 anni, orfano di genitori, viene affidato dai servizi sociali alla comunità del Dottor Cohen (Renato Carpentieri), che ha il compito di formarlo e prendersene cura. Purtroppo, però, vista l’età avanzata dell’uomo e i troppi ragazzini da seguire, essendo Momo un giovane vivace e problematico, non riesce più a gestirlo e chiede a Madame Rosa (Sophia Loren) di tenerlo in casa con sé. Rosa infatti è famosa nel suo quartiere per fare della sua casa un rifugio per i figli delle prostitute, che non possono accudirli al meglio. La donna dapprima non è d’accordo, poiché poco prima aveva subìto un furto proprio da parte Momo, ma – bisognosa di soldi per pagare l’affitto – decide di accettare. È da questa premessa che partirà la storia.  

Tratto dall’omonimo romanzo del francese Romain Gary, La vita davanti da sé è un racconto intimo e personale sulla crescita individuale e l’incontro/scontro tra le nuove e le vecchie generazioni. Generazioni che, seppur apparentemente diverse, qui si scoprono più che mai simili. E questo lo si vede moltissimo nei due protagonisti principali, Momo e Rosa, entrambe anime ferite, con un passato difficile. La stessa Rosa, che scopriamo essere sopravvissuta ai campi di sterminio di Auschwitz in quanto ebrea, è stata da sempre una vera e propria emarginata, così come lo è oggi Momo, anche se in maniera differente.   

La vita davanti a sé

La narrazione

La vita davanti a sé, diretto da Edoardo Ponti, è un film che mira a concentrarsi esclusivamente sul rapporto tra Momo e Rosa, tralasciando di andare a fondo nella storia, non solo dei due protagonisti, ma anche dei personaggi secondari, che sono comunque molto presenti per tutta la durata della pellicola. Le loro caratterizzazioni risultano soltanto abbozzate e questo ha come conseguenza una mancanza di spessore e introspezione psicologica. A cominciare dalla migliore amica di Rosa, Lola (Abril Zamora), che – nonostante in più di un’occasione abbia un ruolo chiave -, di lei sappiamo ben pocoUn peccato, visto che questo personaggio avrebbe avuto tutto il potenziale necessario a rendere la narrazione maggiormente accattivante.  

Una mancanza di profondità che, notiamo, si riflette anche nella regia stessa, che risulta essere abbastanza piatta nel modo di rappresentare scene e situazioni. Ambientato a Bari, il film strizza però l’occhio a un pubblico internazionale – è pur vero che si tratta dell’adattamento di un libro la cui storia ha come sfondo Parigi – evitando di mostrare troppa italianità e dando più spazio a culture e sub culture dal sapore multietnico. Ciononostante, ancora una volta queste realtà non sono approfondite e finiscono per rimanere solo un mero contorno.  

Si poteva sicuramente osare di più.  

Sophia Loren

Le interpretazioni

Avere nel cast Sophia Loren è sicuramente un grande pregio, e infatti – non con sorpresa – l’attrice si conferma all’altezza delle aspettative. Nonostante gli 86 anni (portati benissimo), la sua interpretazione è di altissimo spessore e in questo film più che mai, viene fuori tutta la sua veracità napoletana. Ho apprezzato molto come il suo personaggio, pur essendo per certi versi cinico e spietato, avesse però anche un lato più dolce, quasi rassicurante. Sarà perché il suo modo di porsi nei confronti dei ragazzini che ha in custodia, non è mai troppo accondiscendente, bensì è autorevole, e trattandoli da pari a pari ciò che ne risulta è un enorme senso di rispetto nei loro confronti. Oltre che sintomo di affetto. 

Un grande plauso va inoltre al giovane interprete di MomoIbrahima Gueye, che dimostra di avere un alto – e inaspettato – registro espressivo. Capace di cambiarlo anche in maniera repentina.

Concludendo, La vita davanti a sé è uno di quei film da guardare se si apprezzano i racconti che hanno al centro la crescita emotiva e personale del protagonista; una storia drammatica al punto giusto per farvi commuovere in maniera sincera. Priva tuttavia, di qualsiasi patetismo.  [rwp-review id=”0″]

Eleonora Giovannini

Laureata in comunicazione, sono un'appassionata di cinema e serie tv, di cui parlo e scrivo da sempre. Hermione Granger è il mio spirito guida.

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