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Cinema

Ermanno Olmi, morto il regista de “L’albero degli zoccoli”

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Dopo una lunga malattia, si è spento oggi Ermanno Olmi, uno dei registi più amati del cinema italiano.

Ermanno Olmi e alcuni protagonisti del film “L’albero degli zoccoli”

Nato nel 1931 a Bergamo, il regista Ermanno Olmi iniziò la sua carriera cinematografica con il lungometraggio “Il tempo si è fermato”, pellicola che racconta la storia di un’amicizia nata in modo graduale, attraverso semplici gesti, tra uno studente ed un operaio, in cui si riesce già a percepire la grande attenzione che l’artista ripone nel descrivere il rapporto tra essere umano e natura.

Questa, come molte altre, è una delle tematiche presenti nel cinema di Ermanno Olmi, assieme a quella del lavoro e del mondo contadino ed operaio; il regista, può essere definito un uomo del passato e della rievocazione, ma in ogni suo film non troveremo mai una critica aperta al progresso, all’industrializzazione ed al cambiamento.

Il film più conosciuto di Ermanno Olmi, “L’albero degli zoccoli” del 1978, racconta le vicende legate ad una famiglia di contadini del bergamasco, la cui vita è divisa fra lavoro e culto; qui tutto è immerso in un paesaggio fatto di ricordi, di verità e di realismo e il regista, con molta pazienza ci fa percepire ogni sensazione provata dai protagonisti.

Con “L’albero degli zoccoli” Ermanno Olmi vinse la Palma d’oro al Festival di Cannes del 1977, il David di Donatello nel 1979 e ben 5 Nastri d’Argento.

Evidenti sono le affinità del regista con le opere di Pier Paolo Pasolini, che egli ammirava profondamente. Ermanno Olmi definiva infatti il suo collega un “figlio del mondo contadino”.

Nel 1956 i due registi lavorarono assieme alla realizzazione di un corto, “Manon: finestra 2”, commissionato dalla Edison e di un documentario, intitolato “Grigio”, storia di un cane che viene catturato ed utilizzato per esperimenti scientifici.

“Manon: finestra 2” il corto del 1956, della durata di 14 minuti, scritto da Pier Paolo Pasolini e diretto da Ermanno Olmi, documenta appunto il lavoro di alcuni operai della Edison che realizzano strutture per la distribuzione dell’energia elettrica; il documentario è un’opera realizzata dai registi per pubblicizzare la nota azienda, il cui contenuto è però spesso sottovalutato e visto come una semplice opera di propaganda in vista del boom economico di quegli anni.

Le riprese che si soffermano sui volti degli operai e li analizzano, cercando di carpirne lo stato d’animo, non sono soltanto mera pubblicità: chi è amante del cinema di Ermanno Olmi riuscirà sicuramente a comprendere quanto questo corto sia simbolico per le tematiche presenti e per il modo in cui vengono trattate.

Ecco il trailer di “Manon: finestra 2”, di Pier Paolo Pasolini ed Ermanno Olmi:

Ermanno Olmi verrà ricordato perla sua coerenza narrativa, per il suo racconto della realtà e del legame indissolubile tra uomo e natura e per l’evocazione di un passato che non vuole prevalere sul presente, ma che ne costituisce la base indiscussa.

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