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Il Re Leone: La conferenza stampa con Elisa e Marco Mengoni

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Marco Mengoni e Elisa danno le voci cantate e parlate rispettivamente a Simba e Nala, i protagonisti del film. I cantanti hanno presentato il loro lavoro ne “Il Re Leone” in conferenza stampa a Roma.

Dopo “Aladdin” arriva nelle sale il 21 agosto l’adattamento de “Il Re Leone” diretto da Jon Favreau. Se in lingua originale ad interpretare i protagonisti troviamo Donald Glover e Beyoncé, in Italia Simba e Nala sono doppiati da Marco Mengoni e Elisa. I due cantanti hanno incontrato la stampa in conferenza a Roma, presentando il film: ecco il nostro resoconto.

Il Re Leone

Elisa e Marco Mengoni in conferenza stampa per “Il Re Leone” a Roma, 12/07/2019 © Valentina Albora

ELISA: “Io de ‘Il Re Leone’ ricordo prima di tutto la musica, alcune scene mitiche e iconiche come il saluto iniziale degli animali. Essendo un’amante della natura è un po’ uno dei quei film che abbracciano la naturalezza del rapporto tra gli animali, c’è questo senso mamma Africa, un calore, qualcosa di naturale che ho sempre amato. Le emozioni su cui abbiamo lavorato insieme a Fiamma Izzo, che è stata il mio faro nel buio in questo, abbiamo lavorato sulla fierezza delle leonesse, sulla combattività di Nala, che è quello che cambia un po’ la storia, disobbedendo e andandosene, cercando una soluzione, la vita, il cibo, una soluzione per riuscire ad andare contro e ribaltare la situazione del suo branco.”

MARCO MENGONI: “Per quanto riguarda Simba, la mia prima esperienza di doppiaggio è servita tantissimo, anche lì al mio fianco avevo Fiamma Izzo. In questo capolavoro Disney ho dovuto lavorare il doppio, perché il personaggio muta, da piccolo erede al trono si trova ad essere un giocherellone, fanciulletto e spensierato, poi deve prendere le redini della situazione e tornare quello che era in origine. Abbiamo lavorato sulla fierezza per quanto riguarda l’ultima parte, prima mi sono giocato le mie carte da giovane ragazzo nei tempi di oggi, ho interpretato me stesso: sono un po’ Peter Pan, non vorrei invecchiare e prendermi delle responsabilità. Abbiamo lavorato anche sul fatto di prenderci la nostra responsabilità nella nostra vita.” 

Ricordando il Classico Disney, Marco Mengoni ha proseguito:

MARCO MENGONI: “Essendo dell’88 avevo più o meno cinque anni, non ricordo tantissimo. L’ho rivisto credo a 12 a 13 o a 14 perché ‘Il Re Leone’ ha fatto parte di tutte le nostre vite. Ricordo il legame che ho sempre avuto con Mamma Africa, ce l’abbiamo tutti, il cerchio della vita parte da lì e chissà se finisce anche lì. L’Africa musicalmente è una fonte di ispirazione eterna, poi si è diramata nel Blues, nel Soul, nel Jazz, inchino all’Africa in tutto per tutto. Sono stato in Tanzania, e ho conosciuto il mal d’Africa, non vedo l’ora di tornarci. Per forza dobbiamo essere legati a questo film che decanta la bellezza di questo territorio.”

Elisa ha parlato del rapporto con il Classico Disney e il film e i suoi figli:

ELISA: “Rivedere un film del genere con i propri figli è ovviamente sempre un po’ profondo, mi ha fatto osservare i miei figli, mi metto là e invece di osservare il film guardo loro, vuoi vedere se si commuovono, se piangono nei punti in cui piangevi tu, è un effetto di carta di identità genetica. Devo dire che non piangono così tanto, piangevo più io. Sono rimasta un po’ male, pensavo piangessero di più. La morte di Mufasa è difficile per i bambini, tanti ci rimangono molto male, io sono una di quelli che è rimasta distrutta, i miei no.”

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Elisa in conferenza stampa per “Il Re Leone” a Roma, 12/07/2019 © Valentina Albora

Marco Mengoni è stato invitato all’anteprima mondiale a Los Angeles, dove ha condiviso il red carpet con Donald Glover, Jon Favreau e tanti altri:

MARCO MENGONI: “Stiamo appunto parlando di bambini e io a la mi sentivo un bambino, per la prima volta a Disneyland o in un parco giochi. Esperienza fantastica anche se dura, 24 ore di volo andata e ritorno per una notte lì. Sono stato molto colpito dalla gentilezza, ho avuto il piacere di parlare con Donald Glover, è stato molto gentile, mi ha detto che la sua ragazza è di origine italiana e abbiamo parlato di queste cose come se fossimo al bar, ho avuto il piacere di conoscer Jon Favreau. È incredibile, era talmente entusiasta del film che a sapere di me, Simba italiano, mi ha detto ‘Devi assolutamente avere questa fiche che abbiamo tutti’, l’ho anche portata perché dicono che dico le stupidaggini, ovviamente non la trovo [la tira fuori]. Me l’ha data e mi ha detto ‘Questa è per te’. È stato molto gentile ed è stata un’esperienza unica, aver partecipato vicino ad artisti che stimo moltissimo.”

Sia Marco che Elisa, interrogati sul proprio personaggio preferito nel Classico Disney e nel live-action, hanno rivelato una certa inclinazione per la scimmia Rafiki:

MARCO MENGONI: “Il mio personaggio preferito? Dovrei dire Simba. Però la saggezza in generale da sempre mi ha molto colpito, Rafiki e Mufasa rispecchiano questa saggezza, quindi posso dire anche loro dopo Simba.”

ELISA: “Anche il mio. Io amo la scimmia sciamano. secondo me tutti dovrebbero avere un’app dove esce il bastone virtuale e ti da botte in testa e ti dice di ricordarti chi sei. Il personaggio dello sciamano a Broadway è interpretato, quando l’ho visto io, da un’attrice incredibile, proprio pazzesca, ogni volta tornavo per vedere lei perché è un genio assoluto, prende tutto i teatro, è proprio pazzesca. Da lì l’amore per questo personaggio pazzesco.”

Un esperimento impressionante quello che c’è dietro la realizzazione de “Il Re Leone”:

MARCO MENGONI: “Alla proiezione a Los Angeles Jon Favreau ha detto che ci sono due immagini di ripresa reale del film, non sono riuscito a capire quali erano, qual era la realtà dalla finzione.”

Alle due voci italiane è stato chiesto se e come hanno tenuto conto delle originali e su cosa significhi per loro sostenibilità:

MARCO MENGONI: “Per quanto riguarda la mia situazione di doppiaggio è ascoltare l’originale, dobbiamo essere un minimo fedeli. La difficoltà è che l’inglese è una lingua un poi più fredda rispetto all’italiano, melodicamente diversa. Trasporre l’italiano e rimanere il più possibile fedeli è stato un lavoro difficile. Fiamma sta di cosa sto parlando, era strano avere quel tono che ha l’inglese e riportarlo in italiano, ci siamo dovuti inventare degli escamotage teatrali per essere fedeli alla nostra lingua. Non è stato difficilissimo a dir la verità, è stato un bel lavoro, intenso. In alcune cose mi spiazzavo e mi chiedevo ‘Come facciamo a fare questa cosa in italiano?’, mi sono ritrovato con delle parole in inglese molto strane, come facciamo a dirlo in italiano che abbia senso? Abbiamo dovuto cambiare delle piccole parole per stare nel sinc. Per la sostenibilità parli di una persona molto sostenibile, ho cominciato con il mio disco a sostenere insieme a National Geographic che sostiene la salvaguardia dei Leoni, la mia sostenibilità vuol dire salvaguardare il mondo da noi stessi per cambiare questa situazione già tragica, è già tardi. Mi sono affiancato alla campagna ‘Planet or Plastic’, abbiamo fatto una challenge sui social e ho chiamato degli amici a raccolta per raccogliere i rifiuti e tenere il più possibile pulita questa terra meravigliosa dai residui di plastica, quindi sostengo tutta questa causa, che è poi sostenere il mio pianeta. Spero che tra cinquant’anni i nostri figli possano vedere ancora un leone nella riserva, elefanti o la terra stessa. Si possa fare il bagno senza una pozza di petrolio.”

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Marco Mengoni in conferenza stampa per “Il Re Leone” a Roma, 12/07/2019 © Valentina Albora

ELISA: “Io sono d’accordissimo con Marco, penso che siamo tutti troppo leggeri su questo tema. Partirò da questa risposta così non ci stacchiamo dal tema, anche secondo me bisogna fare tutto quello che si può, chi può, avere questo pensiero quotidiano nei confronti del consumismo. Ovviamente non abbiamo avuto come cittadini molto aiuto dalle istituzioni da questo punto di vista perché c’era molta nonchalance. Adesso finalmente c’è un po’ più di coscienza e la necessità di fare delle azioni molto più estreme per riuscire ad ottenere qualcosa di più concreto e fermare questo danno è sempre più evidente. È quello che io faccio usualmente, usare i pannelli solari, adesso ho una collaborazione con Kia che ha dato delle macchine ai miei tecnici e musicisti in tournee, avevamo delle macchine ibride, io ho una macchina elettrica, sto cercando di comprare tutto elettrico e sto mettendo la colonnina elettrica a casa mia che va ad energia solare. Bisogna imparare un po’ di tecniche. L’asciugatrice non si usa d’estate. Poi sto passando ai bambini, per fortuna anche a loro, di non sprecare le cose, purtroppo il piccolo che ha sei anni in spiaggia arriva con delle cose un po’ impronunciabili, pacchetti di sigarette distrutti, una bottiglia, tutta plastica ‘Mamma I’m saving the planet’ e io ‘Bravo amore attento’. Però meglio così. Per l’altra domanda, il lavorane sul personaggio, lingua inglese o lingua italiana, ovviamente ho gli stessi problemi che ha incontrato Marco, la cosa per me bella è che ho accettato di fare questo film non essendo una professionista e ho chiesto di essere guidata da Fiamma Izzo perché avevo già lavorato con lei e sapevo che potevo fidarmi ciecamente, quando si affronta una cosa che non si sa bisogna fidarsi ancora di più. Io sono sempre stata attratta da questo molto, sapevo di avere bisogno di una vera e propria torre di controllo, che mi dicesse come risolviamo, la lingua è quasi una materia plastica. Si lavora con i suoni, la tonalità, Beyoncé ha un tono molto basso nel parlato. Abbiamo voluto rispettare anche per una policy Disney, sono estremamente rigorosi con questi aspetti, il tono, le note addirittura delle esclamazioni. Lavoriamo su queste cose, si ricollega al nostro mondo che è quello della musica.”

Per quanto riguarda le canzoni, invece:

ELISA: “Nel cantato ci siamo confrontati con il team Disney, era fatto in un altro studio, mi ha guidato Virginia Brancucci, è stata la figura con cui abbiamo lavorato sul canto. Non ci siamo messe onestamente a fare Beyoncé, perché non mi sembrava il caso di ricominciare da zero e perché è impossibile, è controproducente. È stato un lavoro di ricerca e di mantenere quali erano le assi portanti di quel personaggio e quali invece erano gli ingredienti da aggiungere, unici e originali che potevo mettere io. E quindi forse io magari amo inserire i falsetti che rappresentano la dolcezza, mi piace lavorare con quello, lo faccio sempre. Mi sono ritrovata sulla parte opposta, quella del gospel, che ho sempre amato. Sono delle cose che ho in comune anche con Marco, anche la sua musica ha un po’ dei cardini di questo genere, soprattutto per quanto riguarda il gospel, è un attaccamento, una simpatia. La cosa che mi affascina in tutto questo è la ricerca, l’arricchimento artistico con cui torno a casa dopo un’esperienza del genere.”

MARCO MENGONI: “Noi siamo partiti da due cantanti americani, sono così per natura, è stato abbastanza facile seguire le loro orme sul cantato.”

I due cantanti hanno infine parlato dei propri progetti futuri:

MARCO MENGONI: “Partiamo anche noi in tour con delle macchine ibride, partiamo con il Fuori Atlantico, una cosa in verità già nell’aria prima che uscisse il disco. Abbiamo fatto dei pezzi dei luoghi della bellezza italiana e volevo continuare con questa cosa quest’estate qui, parlare di questi posti della bellezza italiana. Siamo andati a spulciare i posti più idonei, partiamo in tour con la natura, con la massima sostenibilità possibile senza andare a distruggere e a toccare niente. Veramente in punta dei piedi portiamo la musica in questi posti meravigliosi, il prossimo mio passo è questo, torno domani e la prossima settimana c’è la prima data.”

ELISA: “C’è Rock in Roma, ma canto solo un pezzo. Vado anche io in tournée, ma in Europa, rock ’n roll, andiamo a fare 7 date in giro per l’Europa nei club.”

Copertina: Elisa e Marco Mengoni in conferenza stampa per “Il Re Leone” a Roma, 12/07/2019 © Valentina Albora

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