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Musica e cinema – Le colonne sonore dimenticate

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Tra milioni di colonne sonore, molte sono state dimenticate o tralasciate completamente. Andiamo alla ricerca delle migliori tracce musicali del cinema per rivalutarle.

Il mondo del cinema, come quello della musica, segue sempre il gusto del pubblico. Di conseguenza, ciò che verrà ricordato saranno tutti quei prodotti che hanno avuto un discreto successo a livello sociale. Quindi, all’udire nomi come Il PadrinoIl Gladiatore o anche il più recente Pirati dei Caraibi vi verranno subito in mente le melodie che accompagnano queste pellicole. Ma se si parla di Sherlock HolmesSwiss Army ManMacbeth? Alcuni di voi potrebbero aver ricollegato la colonna sonora al film. Per tutti gli altri, non vi preoccupate, mettetevi comodi e ascoltate le migliori tracce “dimenticate” del mondo del cinema.

Macbeth – Music by Jed Kurzel

Iniziamo la nostra avventura alla ricerca delle colonne sonore con quella di uno dei film drammatici migliori degli ultimi anni, ma estremamente sottovalutato. L’opera shakespeariana conta una miriade di adattamenti cinematografici, ma quello preso in esame oggi è la versione di Justin Kurzel del 2015. Oltre ad essere un film estremamente espressivo anche solo attraverso immagini evocative e prive di dialoghi, la musica ha un ruolo cruciale, in quanto accompagna queste sequenze come se fosse una sorta di narratore esterno, capace di catapultarti in questo mondo di menzogne e tradimenti. Sonorità acute fornite dagli archi che, con il loro stridio, aggiungono pesantezza ai fatti raccontati, si fondono con rombanti e cupe percussioni, simbolo di un’oscura vicenda, volta a non concludersi in modo gioioso. Le tracce migliori della colonna sonora, firmata da Jed Kurzel (fratello del regista), sono senza dubbio The Child (divisa in due parti), Macbeth e Landscapes.

Sherlock Holmes: Gioco di Ombre – Music by Hans Zimmer

L’adattamento magistrale del visionario regista britannico Guy Ritchie è uno dei migliori blockbuster di sempre grazie ad una regia peculiare e innovativa, unita ad un racconto ricco d’enfasi e, soprattutto, ad una colonna sonora decisamente sopra le righe composta dal maestro Hans Zimmer. La malleabilità di questo compositore è semplicemente strabiliante. E’ in grado di passare da un genere ad un altro senza problema alcuno. In Sherlock Holmes: Gioco di Ombre riesce ad esprimere nel migliore dei modi questa sua flessibilità, unendo sonorità provenienti da Irlanda e Scozia ad altre provenienti dall’Europa dell’Est. Massimo esempio è Romanian Wind, questa frenetica danza gitana accompagnata da un violino insistente e da delle leggere percussioni. La quintessenza del film.

Swiss Army Man – Music by Andy Hull & Robert McDowell

Praticamente nessuno conosce questo film, eppure è uno piccolo capolavoro indipendente. Una storia d’amore singolare. L’amore per la vita, per tutto ciò che il mondo ci può offrire. Uno studio sociologico non banale, mascherato da commedia romantica e, a tratti, demenziale. E la colonna sonora, neanche a farlo apposta, è una parte cruciale del film, in quanto contribuisce alla narrazione, proprio come un musical, ma senza persone che iniziano a ballare all’unisono. I suoni sono grezzi e primitivi. Battiti delle mani, pezzi di legno usati come percussioni, ma, soprattutto, la voce. Suoni gutturali, parole e cori creati dai due protagonisti Paul Dano e Daniel Radcliffe (ovvero il famosissimo Harry Potter). Tutto questo compone una delle colonne sonore più originali della storia del cinema.

The Eagle – Music by Atli Örvarsson

The Eagle è un ottimo film che, però, si è perso nel finale e, di conseguenza, è stato apprezzato inizialmente, ma dimenticato con il tempo. Un road movie ambientato al tempo dell’Impero Romano, diretto magnificamente e accompagnato da una colonna sonora a dir poco stupenda. Atli Örvarsson è riuscito ad incanalare alla perfezione lo spirito della pellicola e a trasmettere quel senso di imponenza consona all’Impero che, con il passare del tempo, si sgretola, si sfalda e perde di significato. Suoni tribali provenienti dalle remote regioni della Britannia si fondono con le possenti percussioni grazie ad un uso primitivo degli strumenti ad arco. Le tracce migliori sono sicuramente I Will ReturnThe Ninth Legion, ma The Return Of The Eagle è semplicemente la perfezione. Dal violino solista, alle percussioni, agli archi che accompagnano. Tutto è studiato per creare emozioni, far venire quel brivido lungo la spina dorsale che in pochi riescono a scaturire.

King Arthur – Music by Daniel Pemberton

Ritroviamo Guy Ritchie in questa rassegna con un altro grandissimo film mascherato da blockbuster che, però, nasconde un’anima estremamente più complessa. Questa rivisitazione della celebre figura mitologica di Re Artù è “coatta” (com’è solito dire in quel di Roma) e presenta un ritmo al cardiopalma, accompagnato dal montaggio serrato e singolare, firma inconfondibile del regista. La colonna sonora rispecchia in tutto e per tutto il film. Pregna di corni e strumenti a fiato, che recano un forte senso di oppressione, si amalgama alla perfezione con gli archi striduli e vocalità gutturali, simbolo del ritmo tachicardico dell’intera pellicola. Ancora una volta, Guy Ritchie si dimostra un regista visionario, in grado di ricreare mondi dalle fondamenta, sconvolgere ciò che era sigillato con l’inchiostro su fogli di carta millenari e farlo risultare qualcosa di nuovo e fresco, caratteristica non comune al cinema hollywoodiano del nuovo millennio. Le tracce da tenere in considerazione sono praticamente tutte quelle presenti, ma spicca senza ombra di dubbio From Nothing Comes A KingGrowing Up LondiniumThe Lady In The Lake nonché la fantastica The Devil and The Huntsman, accompagnata dalla profonda voce del cantante folk Sam Lee, e la sua controparte strumentale The Devil & The Daughter.

Siamo arrivati alla fine di questa breve rassegna. Molte altre colonne sonore meriterebbero di essere citate, ma, per il momento, vi lasciamo con questi meravigliosi componimenti musicali. L’intento con questo articolo non era solo quello di far conoscere o riscoprire colonne sonore degne di questo nome che, purtroppo, non hanno trovato spazio nella selettiva mente sociale, ma anche di illustrarvi accostamenti e sensazioni provocate da esse, in modo da farvi assumere un maggior riguardo critico in relazione a ciò che state guardando. Ricordate sempre che dietro una qualsiasi opera ci sono studi, ricerche e analisi che aiutano a renderla tale. Anche nel film più raccapricciante si trovano elementi studiati appositamente per suscitare determinate emozioni nello spettatore, solo che gli autori non sono riusciti ad unire le varie parti in modo equo e “sinfonico”. Anche nel disordine c’è ordine. Nei fallimenti, ci sono i successi. Nel dozzinale risiede il raffinato. Nello squallore, lo sfarzo. Tutto è opera e tutto è arte.

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