Cinema

Rampage – Furia Animale: Recensione

Cosa può accadere se si mescolano un videogioco, The Rock, il regista di San Andreas, un gorilla enorme, un lupo che plana e un coccodrillo con le zanne? Sicuramente niente di buono. Questo è Rampage ed ecco la nostra recensione.

Il cinema è un luogo misterioso. Dentro di esso si nascondono le più disparate scuole di pensiero. C’è chi esalta l’estro artistico, chi inneggia a un cinema più narrativo, chi preferisce il virtuosismo tecnico. Però c’è anche una parte che vuole solo essere intrattenuta. Questa fetta è sempre stata la più ampia e la più prolifica. L’appellativo hollywoodiano viene ormai usato per definire tutte quelle produzioni cinematografiche ad alto budget ideate e create per il pubblico di massa, anche se Hollywood c’entra poco o niente. Questo perché Hollywood è diventato in poco tempo il centro del mondo cinematografico ad alto budget. Qui venivano creati prodotti per il pubblico, destinati alle magnifiche e imponenti sale cinematografiche del centro. Non tutte erano produzioni impegnate, né tantomeno destinate ai festival. Questi grandi successi servivano alle case cinematografiche per poter pagare i film d’autore e, ovviamente, per bissare il successo della pellicola con un altro kolossal. Questo piccolo segmento di storia del cinema serve per introdurre a quanto stiamo per analizzare, ovvero Rampage – Furia Animale. Il nuovo film di Brad Peyton, regista di San Andreas Viaggio Nell’Isola Misteriosa, è esattamente quello che tutti si aspettavano. Ma il pubblico cos’è che si aspettava?

Quando l’attore fa parte della sceneggiatura

Rampage – Furia Animale non ha sicuramente una trama brillante, ma basta vedere le sue origini per capirne il motivo. Il film si ispira al gioco arcade Rampage, uscito nelle sale giochi nel 1986. La trama è praticamente inesistente nel gioco. Unico elemento che spicca è la presenza di tre animali geneticamente modificati il cui obiettivo è distruggere una città. Gli sceneggiatori avevano quindi a loro disposizione una vastissima libertà di scelta, ma questa, come troppo spesso accade, non ha portato grandi risultati. La trama di Rampage è di quanto più basilare si possa trovare nel mondo cinematografico. Un esperimento genetico su una stazione spaziale si trasforma in catastrofe, facendo precipitare sulla Terra tre capsule contenenti un mutagene estremamente potente. Una di queste finisce nello zoo di San Diego, dove lavora il primatologo Davis Okoye (Dwayne Johnson). Questo ha stretto un forte legame con il gorilla albino George, che viene però infettato dal mutagene. In poco tempo diventa più grande e forte del normale, perdendo molto spesso il controllo. Davis quindi diventa l’eroe della situazione e deve salvare il mondo dall’imminente attacco di altri due animali geneticamente modificati: un lupo che spara aculei e plana e un coccodrillo con delle zanne da elefante e una coda uncinata. Nel frattempo deve anche salvare il suo amico George e far cessare la sua folle brama di distruzione.

Potrebbe sembrare anche una storia interessante sotto alcuni aspetti, ma il modo in cui è stata scritta fa scomparire ogni minima parvenza di speranza. La sceneggiatura è stata palesemente costruita intorno al personaggio di Dwayne Johnson, come tutto il film, d’altronde. Alcune battute non sarebbero proprio potute funzionare senza di lui sullo schermo. Ovviamente non manca la parentesi comica che ogni tanto strappa qualche risata, ma solo per la sua incredibile stupidità più che per l’originalità della battuta stessa. Inoltre, i “cattivi” (se così possiamo chiamarli), due fratelli a capo della compagnia che ha sviluppato il mutagene, sono piatti dall’inizio alla fine e, tanto per non farci mancare niente, non viene spiegato neanche il motivo per cui vogliono vendere quest’arma letale ad eccezione del mero denaro (inutile se non si è in grado di controllare le bestie create). Alla fine, il personaggio migliore del film è proprio George, uno scimmione alto cinque metri che non parla ed è completamente creato in CGI. Diciamo che non è un buon risultato per un prodotto cinematografico, ma sicuramente non era la storia l’obiettivo prestabilito dagli autori.

Botte da orbi

La forza di Rampage sta nel suo comparto tecnico, o almeno in parte di esso. Gli effetti visivi sono quasi sempre impressionanti, soprattutto per la realizzazione delle enormi bestie, ma ogni tanto diventano veramente inguardabili, principalmente quando sono gli attori ad essere ricreati in computer grafica. La regia funziona solo nei momenti di combattimento, mentre nelle normali scene dialogate non spicca. Buona la fotografia, ma niente di eccezionale. La colonna sonora accompagna senza essere troppo invadente. Sullo stesso livello il sonoro. In definitiva, il comparto tecnico è sufficiente per quello che aspira ad essere il film, ovvero un blockbuster di intrattenimento dove dei giganteschi bestioni combattono e distruggono città.

Rampage - Furia Animale
4 Reviewer
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Pro
Il personaggio di George
La maggior parte degli effetti visivi
Il film intrattiene
Il suo non volersi prendere sul serio
Contro
La sceneggiatura che sembra inesistente
La regia scialba
L'inutilità di gran parte dei personaggi
La totale assenza di significato in quanto si sta guardando
Conclusioni
Rampage - Furia Animale è il film che tutti si aspettavano. I detrattori diranno che è uno scempio che non merita di far parte del mondo cinematografico. Gli appassionati lo reputeranno un gran bel film d'azione. Ora, è difficile dire chi abbia ragione. Ognuno ha le sue valide motivazioni ed entrambi dicono il vero. Noi non vogliamo demonizzarlo, ma dobbiamo comunque dare un voto in linea con gli altri film. Però possiamo consigliarlo al giusto pubblico. Quello che è stato incuriosito durante la campagna pubblicitaria, quello che sa di poter passare un bel momento con gli amici, quello che può apprezzarlo per ciò che è, ovvero un film per le masse, destinato alle masse e ideato per le masse. Molti dicono che il cinema sta morendo a causa di questi film. In realtà, il cinema prospera proprio grazie ad essi. Grazie alla loro incoerenza e alla loro maestosa superficialità. Il cinema vive e vivrà grazie a questi capolavori sgraziati. E noi gliene siamo grati. Lunga vita ai blockbuster. Lunga vita alle masse. Lunga vita al cinema.
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Mattia Pescitelli

Tenace adoratore del mezzo cinematografico, cerco sempre un punto di vista fotografico in tutto ciò che mi circonda. Videogiochi, serie televisive, pellicole cinematografiche. Nulla sfugge al mio imparziale giudizio.

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Mattia Pescitelli

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