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Cinema

Rocketman: la nostra recensione

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Abbiamo avuto modo di presenziare all’anteprima stampa di Rocketman, il nuovo film sulla vita di Elton John. 

Rocketman ci avrà convinto?

Hollywood ci prova ancora. Dopo Bohemian Rapsody il cinema si prepara ad accogliere un nuovo film biografico su uno dei cantanti più famosi della storia: Elton John. Prodotto da lui stesso e la casa cinematografica Marv con il protagonista interpretato da Taron Egerton, famoso per la sua interpretazione nella serie di film Kingsman, il film mescola sogno e realtà in una narrazione che va dalla giovinezza del baronetto fino ai suoi quarant’anni.

Taron Egerton in Rocketman

Taron Egerton in Rocketman

La vita si fonde con il sogno.

Per tutto il film, a metà tra un biopic e un musical, abbiamo una staffetta tra la realtà e le visioni di Elton, talvolta causate dalla droga, talvolta dalla eccitazione, talvolta veri sogni a occhi aperti. Ci ritroveremo quindi a galleggiare nell’aria, a delirare nella piscina della sua mastodontica villa o a diventare il vero e proprio uomo-razzo della canzone che da nome al film. In un turbinio di colori, lustrini, abiti sgargianti e cappelli mai troppo alti le immagini rimangono impresse per l’allegria e l’energia che riescono a emanare.

Taron Egerton, l’attore che ha fatto della sua mascolinità il cardine delle sue passate interpretazioni riesce a consegnare una performance soddisfacente, prova a imitare le smorfie caratteristiche di Elton John riuscendoci ma è limitato da un trucco fin troppo blando: il principale problema nella scelta di Egerton per il film non è il suo essere “troppo etero” per interpretare un personaggio omosessuale, come accusato prima dell’uscita del film, ma l’essere troppo bello. Infatti per tutto il film l’unica protesi degna di nota oltre i denti finti è l’attaccatura sempre più alta dei capelli. Basta però solo un cappello che copra la pelata che l’attore torna a sembrare più Egerton che John. Questa è una grande mancanza considerando che il film puntava ad avere la fedeltà visiva raggiunta l’anno scorso con Bohemian Rapsody.

Taron Egerton in Rocketman

Taron Egerton

Elton John vittima della vita?

Durante la pellicola viene affrontato il problema che molte star hollywoodiane hanno: la droga. Le mille e mille droghe che Elton John ha provato nella sua vita hanno quasi ucciso l’uomo, ma nel film non viene speso molto tempo sul tema e comunque John viene sempre mostrato come una vittima e condannato solo bonariamente quando si ricovera in clinica. Ci si aspettava una critica più pesante all’utilizzo di droghe.

Stessa situazione con la descrizione dei genitori e del primo Manager e amante nel film: detto in poche parole nessuno di loro voleva bene veramente a Elton. Questo vittimismo rende il film poco imparziale dipingendo l’uomo quasi come un martire.

Rocketman prova a ripetere il successo mediatico e di critica di Bohemian Rapsody riuscendo solo in parte a raggiungere vette paragonabili. Una sceneggiatura con alti e bassi e la presenza del vero Elton John nella produzione, che di certo non ha reso imparziale la pellicola, minano un film che poteva essere eseguito in maniera migliore. Consigliato ai fan del cantante e del genere.

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