Il nuovo singolo di Caparezza, tratto dal fortunato disco Prisoner 709, si chiama Larsen.
Caparezza: un cantautore formato rapper
Michele Salvemini, in arte Caparezza, è uno degli artisti più apprezzati sul territorio. Nel corso degli anni però, le contaminazioni nei lavori del cantante pugliese sono talmente tante che definirlo semplicemente rapper può sembrare riduttivo, e Caparezza entra così ufficialmente nel novero dei cantautori italiani, sfornando successi come Vengo dalla Luna, Vieni a Ballare in Puglia, Goodbye Malinconia e la più recente Ti Fa Stare Bene.
Caparezza: il nuovo disco segnato dai problemi di salute
Come dichiarato dallo stesso Caparezza, durante la scrittura dell’ultimo disco Prisoner 709 l’artista ha dovuto fare i conti con l’acufene, noto disturbo uditivo che colpisce svariati musicisti. In Prisoner 709 Caparezza affronta l’argomeno di petto, e in particolare il nuovo singolo Larsen tratta questa tematica molto da vicino.
Caparezza: il tour di Prisoner 709 continua quest’estate
Prisoner 709 è tra i progetti più ambiziosi di Caparezza, e non ha fatto altro che consolidarne la celebrità nel nostro paese. Nel tour primaverile in promozione del disco, Caparezza ha potuto esibirsi in tutti i maggiori palazzetti italiani. Il tour di Prisoner 709 continuerà però anche quest’estate in versione outdoor, e Caparezza suonerà nuovamente nelle maggiori città italiane.
Caparezza: guarda il nuovo video “Larsen”
Caparezza: leggi il testo di “Larsen”
L’ho conosciuto tipo nel 2015
Visto che ancora ci convivo brindo quindi cin
D’allora nei miei timpani ne porto i sibili
Ogni giorno come fossi di ritorno da uno show degli AC/DC
Larsen
Fischiava per la mia tensione un po’ come si fa con i taxi
Senza una tregua una continuazione ma come si fa a coricarsi
Da solo nel letto a dannarmi, nella stanza cori urlanti
Di colpo leggevo i labiali quindi basta coi romanzi
Lo potevo calmare al mare
Quiete stellare, Antares
Con l’orecchio preso a mazzate
Conor McGregor, Alvarez
Uno squillo ossessivo, come un pugno sul clacson
Primo pensiero al mattino
L’ultimo prima di buttarmi giù dal terrazzo
Fischia l’orecchio infuria l’acufene
Nella testa vuvuzela mica l’ukulele
La mia resistenza è quella zulu, cede
Se arriva Larsen te lo devi tenere
Fischia l’orecchio infuria l’acufene
Nella testa vuvuzela mica l’ukulele
La mia resistenza è quella zulu, cede
Se arriva Larsen te lo devi tenere
Parlo di Larsen e metto mano alla fondina
Alzo la cortina
Sentivo fischi pure se il locale carico applaudiva
Calo d’autostima
Non potevo ascoltare la musica come l’ascoltavo prima
Io Lagostina, una pressione continua
La depressione poi l’ira
Mi rivolsi ad uno specialista
Che mi disse c’è una sola cura
Come prima cosa nella lista
Parla con l’orecchio, chiedi scusa
Poi compresse, flebo doppie
RM, ecodoppler
Ecodiete, ecatombe
Larsen indenne, era stalker
Credevano che fossi matto
Volevano portarmi dentro
Ho visto più medici in un anno
Che Firenze nel Rinascimento
Stress
Iniziano a dire non sanno che pesci pigliare
A parte quello d’aprile
Vorrei vederlo sparire, ma
So come ama Larsen e so com’è ammalarsene
So che significa stare in un cinema con la voglia di andarsene
Contro Larsen, l’arsenale
Non pensavo m’andasse male
Solo chi ce l’ha comprende quello che sento nel senso letterale
E poi non mi concentro, mi stanca
Sto invocando pietà, Larsen
Il suono del silenzio a me manca
Più che a Simon e Garfunkel
Nel cervello c’è Tom Morello che mi manda feedback
Hai voluto il rock? Ora tienilo
Fino alla fine