Disumano – Quanto è stato coerente Fedez?
Dopo la presunta candidatura, ennesima trovata per creare hype, ecco “Disumano” di Fedez. L’album raccoglie gli ultimi due anni dell’artista, comprese l’esperienza a Sanremo e la sua hit anni ’70 “MILLE” in collaborazione con Orietta Berti e Achille Lauro.
Conosciamo tutti, ma proprio tutti, l’artista milanese. Raramente però, si parla della sua musica. Il nome “Fedez” è spesso sulla bocca di numerosi giornali e opinionisti di qualsivoglia genere. Questo è probabilmente dovuto alla figura che si è costruito negli anni: una persona che non ha paura di dire ciò che pensa. Infatti, si trova a discutere e polemizzare costantemente sui social sulle questioni più disparate.
In “Disumano” quanto avviene questo fenomeno? Quanto Fedez critica la società, e in che modo lo fa? A dire la verità, pochissimo, e spesso superficialmente. Oltre ad alcune frecciatine e riferimenti sociali, solo nel pezzo “Un giorno in pretura” si trova a sparare a zero sull’Italia e le questioni politiche ad essa legate. Evidentemente, il concept del disco non doveva essere realmente questo.
Un calderone dove i generi vanno a mescolarsi. L’essenza del risultato però, è sempre molto simile.
Dal punto di vista musicale, “Disumano” è sicuramente un soggetto interessante. È chiara la voglia di sperimentare, ma anche di ritrovarsi. La prima la sentiamo soprattutto in pezzi che strizzano l’occhio alla musica degli ultimi anni. A testimoniare quest’influenza, la presenza di featuring quasi esclusivamente giovanissimi. Lo spirito di ritrovarsi invece si vede nel ritorno di strofe rappate anche discretamente (es: MORIRE MORIRE; Fede e Speranza), oltre che nell’utilizzo della cassa dritta in svariati brani. Un disco che quindi prende molto sia dal passato, con Orietta Berti, ma anche Dargen d’Amico, sia dal vissuto di Fedez e dal recentissimo presente.
È lampante però che tutti questi generi, conducano pressoché agli stessi concetti. E agli stessi mood. Testi di plastica; ritornelli confezionati; facili riferimenti d’amore onnipresenti. Alcuni di questi esperimenti, gettati nel calderone, riescono ad emergere. “Fede e Speranza” per esempio, porta Speranza in questo mondo a lui inusuale. Inaspettatamente, funziona: seppur si snaturi un po’, riesce a dare il suo apporto. Il brano è un bell’inno per i ragazzi di strada. Forse qualcosa di quella realtà, è davvero rimasta nel Fedez che conosciamo oggi.
“Disumano” risulta alla fine ciò che probabilmente dovevamo aspettarci: molta forma e poca sostanza. Lo splendore di oro che è solo un involucro per gettoni di cioccolato. Ma il cioccolato, per il palato medio, spesso è abbastanza.
Ascolta l’album: