Musica

Festa del papà, le 5 più belle canzoni dei cantautori italiani

Come ogni anno, oggi si celebra la Festa del papà: ecco una lista delle cinque più belle canzoni da dedicare ai propri genitori. Il complesso rapporto padre e figlio raccontato dalle straordinarie voci dei più grandi interpreti del cantautorato italiano.

Modelli, fortezze sicure, esempi di coraggio: i padri rappresentano tutto questo. Anche in un momento difficile come quello che stiamo vivendo non vogliamo rinunciare ad omaggiare i nostri grandi eroi e celebrare la Festa del papà. Spesso, tuttavia, riuscire a raccontare la complessità di un rapporto come quello tra padri e figli non è affatto semplice. Quando non riusciamo a trovarle, è la musica a regalarci le parole giuste.

Noi abbiamo stilato un elenco delle più belle canzoni dei cantautori italiani da riascoltare in occasione della Festa del papà.

Festa del papà – Le 5 più belle canzoni dei cantautori italiani

5. Tutto più chiaro che qui – Francesco De Gregori

Il brano, estratto dall’album “Canzoni d’amore” del 1992, è stato dedicato da Francesco De Gregori alla memoria di suo padre Giorgio. Il testo è una sorta di lettera aperta, in cui il cantautore romano, circondato da abusi e violenze, racconta al padre di come il mondo che lo circonda sia cambiato e si domanda se anche lui, un giorno, riuscirà a capire, a vedere “tutto più chiaro che qui”. Uno sfogo, una richiesta di aiuto lanciata al cielo, rivolta ad un uomo, un amico sapiente, da cui De Gregori cerca disperatamente un conforto.

E dimmi che potrò capire, e dimmi che potrò sapere, e dimmi che potrò vedere, un giorno anch’io così

4. Amore diverso – Eugenio Finardi

In questo caso è un papà a dedicare parole dolcissime alla propria figlia. Eugenio Finardi scrive Amore diverso, contenuto nell’album “Dal Blu” del 1983, in occasione della nascita della primogenita Elettra, affetta dalla sindrome di Down. Il pezzo è di una dolcezza disarmante: l’amore sconfinato per la figlia risuona in ogni singola strofa.

Sarà un amore diverso, grande come l’universo, che il tempo non potrà toccare

3. Gigi – Fabio Concato

Fabio Concato dedica un’intera raccolta di brani al suo papà, Gigi. L’album descrive il meraviglioso rapporto del cantautore con il padre, chitarrista e autore jazz. Fu “Gigi” a trasmettere al figlio lo smisurato amore per la musica, a regalargli i primi album, a formarlo nel suo percorso artistico. Un padre maestro, confidente, modello, magnifico esempio a cui Concato si è sempre ispirato, non solo nella sua splendida carriera di musicista.

Mi dicevi hai le mani ancora piccole ma che accordi complicati il Sud America. Certo che a vedere te sembrava facile, era il tempo in cui cominciavo a sentire musica, insieme a te

2. Anima fragile – Vasco Rossi

Anima Fragile, estratto dall’album “Colpa di Alfredo” del 1980, è un brano che Vasco Rossi dedica a suo padre, morto d’infarto qualche mese prima. Si potrebbe definire un monologo interiore, in cui Vasco affronta le sue paure, la solitudine e la nostalgia di un tempo lontano. Un addio amaro, un grido disperato, ricolmo d’amore. Gli anni passano e la vita va avanti ma l’amore che ci è stato miracolosamente donato continua a vivere per un tempo infinito.

E tu, chissà dove sei Anima fragile che mi ascoltavi immobile ma senza ridere

1. E un giorno… – Francesco Guccini

E un giorno… è una delle canzoni più emozionanti di sempre. Pubblicato nell’album “Stagioni” del 2000, il pezzo contrappone il presente al passato, al tempo del profumo di caffelatte al mattino in cucina. Francesco Guccini parla di un padre lontano, distratto, incapace di ascoltare e comprendere i sogni e le ambizioni di una giovanissima figlia. Un uomo distante e annoiato, che non racconta più storie e sembra invecchiare rapidamente. Nelle ultime strofe del brano, tuttavia, è la figlia che, crescendo, inizia a guardare il mondo dallo stesso punto di vista del padre, a capire le sue emozioni, rendendosi conto di quando, infondo, siano sempre stati incredibilmente vicini.

Sentirai che tuo padre ti è uguale, lo vedrai un po’ folle, un po’ saggio nello spendere sempre ugualmente paura e coraggio

Anita Vignola

Social media e content strategist, copywriter e videomaker. Nata in Puglia ma romana d’adozione, sono laureata in scienze della comunicazione. Per diverso tempo ho lavorato come giornalista occupandomi di cultura, musica, attualità e tecnologia. Da bambina sognavo di diventare chirurgo ma poi ho preso una penna in mano e non sono più riuscita a smettere di scrivere.

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Anita Vignola

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