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Intervista a Stefano Gentili in arte "Anima" Intervista a Stefano Gentili in arte "Anima"

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Intervista a Stefano Gentili in arte “Anima”

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Stefano Gentili, in arte “Anima” è l’autore del nuovo singolo “Manchester”, disponibile sul suo profilo artista di Spotify. Oggi “Anima” ha deciso di raccontarsi a “GogoMagazine“, parlandoci della sua musica. Di seguito la nostra intervista a Stefano Gentili, conosciuto anche come “Anima”.

Ciao Stefano, innanzitutto, presentati ai nostri lettori, magari anche a quelli che non hanno mai sentito un tuo brano e non ti conoscono.

“Mi chiamo Stefano Gentili, ho ventidue anni e scrivo canzoni d’amore. La “fonte d’amore” che ispira i miei testi nasce tra i banchi di scuola, nonostante le cose non siano andate bene. A livello musicale mi ritengo un cantautore, anche se non mi piace darmi un’etichetta”.

Sul tuo profilo Spotify ci sono solamente sei singoli, di cui tre collaborazioni con Astol. Come mai non ti sei ancora “lanciato” con un disco?

“Ho almeno un centinaio di pezzi sparsi per il mio computer. Nel lasso di tempo in cui non ho fatto uscire musica sono stato a lavorare su me stesso dal punto di vista artistico e musicale, ho preso lezioni di canto e ho vissuto nuove esperienze, tutto questo per dire che ci sono alcuni pezzi molto validi ma prima di poter parlare di un disco è necessario arrivare a un’audience più grossa”.

In “Cinema baby”, che è anche una delle mie preferite, descrivi quella che sarebbe la tua ragazza ideale, usando molte metafore cinematografiche. A cosa ti sei ispirato per quel testo?

Premetto che non sono un cultore di cinema, mi piacciono anche stupide commedie romantiche. Sicuramente un film che mi ha realmente aiutato ad uscire da un brutto periodo della mia vita è “Il lato positivo”, con Bradley Cooper e Jennifer Lawrence. Ancora con Bradley Cooper amo il film “Limitless”, poi c’è “Come un tuono” con Ryan Gosling. Parlando di commedie romantiche te ne potrei dire un bel po’, ma inizio con “Amici di letto” con Mila Kunis e finisco con “Amore e altri rimedi”.

Come sono nate le collaborazioni con Astol, un’artista che sta riscuotendo gran successo?

Con Astol ci conosciamo dal 2016: eravamo entrambi in studio da Emanuele Bianco, aka “Chabani”. Lui stava registrando il singolo “Aria”, mentre io stavo ultimando il master di un mio vecchio pezzo. Sinceramente non sapevo chi fosse, ma gli feci i complimenti per il pezzo e lui ricambiò con i miei, in particolar modo lodando la mia scrittura. Da quel giorno ci siamo iniziati a sentire spesso, e lui vedeva in me qualcosa che altri non avevano visto, nonostante fossi ancora un diamante grezzo. Sono nate cosi le nostre collaborazioni, anche se a distanza di quattro anni, riascoltandole rabbrividisco: non mi piacciono per niente, però ai nostri fan sì, quindi rimarranno su Spotify e Youtube.

I tuoi testi sono molto ricercati: non parli mai di argomenti “comodi” come fanno in tanti, tipo i trapper. Come nascono questi testi? Scrivi ancora su carta o rigorosamente al computer?

Intanto ti ringrazio per avermi distinto dal mucchio. Detto ciò, i miei testi nascono in maniera spontanea; ad esempio se conosco una ragazza e lei mi colpisce, prendo ispirazione da lei per scrivere qualcosa sulle note del telefono, ovunque mi trovi e in qualsiasi momento, perchè sento che quel testo che mi viene in mento è qualcosa di unico, da catturare immediatamente. Ci sono volte invece in cui mi prendo delle vere e proprie “sessioni di scrittura”, un pomeriggio in cui dico “oggi voglio proprio scrivere”. Dipende dai vari fattori, l’arte non è una scienza precisa.

Ci pensi mai al fatto che per qualche motivo, potresti non riuscire a sfondare con la musica?

Pensarlo è inevitabile, negli ultimi anni fare musica è diventata una moda e sempre più persone lo fanno per la fama e per il denaro, o peggio ancora, grazie alle raccomandazioni. Vedersi “passare davanti” persone che non sanno scrivere una frase di senso compiuto è frustrante, ma fortunatamente credo molto nella mia musica e nel mio talento e so che ce la farò, serve solo tempo.

Parliamo di “Manchester”, il tuo ultimo singolo. Lo hai definito come un qualcosa di intimo, di sofferto. Come mai?

Manchester è il pezzo in cui cerco di descrivere in parole semplici i momenti che hanno caratterizzato il periodo più brutto della mia vita, quello in cui sono stato tradito dalla ragazza che amavo e sono rimasto completamente solo. Quelli che infatti sarebbero dovuti essere i miei amici, vedendomi in difficoltà hanno preferito lasciami nelle mie difficoltà, piuttosto che aiutarmi. Ma fortunatamente è tutto passato e ad oggi sono contento di aver superato quel momento, alla fine sono esperienze che ti fanno crescere; potrei scriverci un libro su quel periodo.

Raccontaci un po’ di te, cosa fa “Anima” quando non è in studio a registrare?

Quando non scrivo o non sono in studio a registrare, di solito studio, visto che mi sto per laureare in scienze della comunicazione e inoltre faccio lavoretti quà e là per sostenere le spese della mia musica. Cerco di allenarmi in palestra e uscire con i miei amici.

Carta bianca per un “feat”, con chi collaboreresti?

Potrei risponderti a questa domanda in maniera superficiale, ma preferisco essere sincero. Per me all’interno di un progetto musicale è fondamentale avere degli artisti che arricchiscano i tuoi pezzi: per quanto riguarda gli artisti italiani ti direi Gemello e Mecna. Il primo è un genio della scrittura, il secondo invece riesce a creare immagini di vissuto attraverso la scrittura. Stranieri invece, Post Malone, il mio artista preferito, e Justin Bibier.

C’è un detto che dice: “per scrivere, bisogna vivere”. Ti sei mai ritrovato a scrivere di qualcosa che in realtà non hai mai visto o vissuto?

Sono sincero, magari capita che in qualche pezzo io parli di un’ipotetica ragazza che poi in realtà non esiste, ma nel cui prototipo in molti rivedono le loro ex o attuali fidanzate/i. Magari avrò sicuramente romanzato qualcosa, ma non ho mai scritto di cose che non ho vissuto, per me non avrebbe senso. Sarebbe come togliere spazio all’arte che ho dentro per concederlo a qualcosa di fittizio.

In un tuo vecchio pezzo ora non più reperibile neanche su Youtube, c’è questa frase: “come si fa a fare l’amore con chi non si ama”. Credi davvero che per fare l’amore bisogna che ci sia appunto, amore?

Sì, è esattamente quello che penso. Non riuscirei a fare sesso con una persona per la quale non provo alcun sentimento, sarebbe come fare un’ora di palestra no?

Stefano, ti ringrazio per aver risposto alle nostre domande. In bocca al lupo per il tuo prossimo singolo!

Grazie a voi, è stato un piacere, un saluto a tutti i lettori di “GogoMagazine”.

Nato ad Alatri il 23/03/1997, attualmente collabora per numerose testate giornalistiche sportive. Raccontare di calcio però, non è il suo unico hobby (fortunatamente). C'è spazio anche per i libri, la musica e i videogiochi.

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