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Musica

Lo Stato Sociale: dall’indie music al Festival di Sanremo

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Lo Stato Sociale approda all’Ariston. “La colpa è di Elio e le Storie Tese. Come loro, vogliamo arrivare penultimi. Sarebbe un bellissimo ex aequo”. 

“Mi sembra di essere al 1° maggio” ironizzava Piero Pelù alla conferenza stampa di presentazione dei partecipanti al 68imo Festival di Sanremo. “Sono estremamente colpito dal cast di big che è ancora più sorprendente di quanto mi aspettassi” continuava. Numerose, infatti, le novità tra i big in corsa. Fra tutti, Lo Stato Sociale.

lo stato sociale

“E’ incredibile che siamo arrivati dove siamo arrivati vestendoci così male” commentano i cinque componenti.

Irrotti sulla scena musicale indie italiana nel 2009, nascendo intorno all’emittente comunitaria bolognese Radio Città Fujiko, inizialmente erano in tre, Alberto “Albi” Cazzola, Lodovico “Lodo” Guenzi e Alberto “Bebo” Guidetti. Nel 2011 la formazione si amplia, comprendendo anche Francesco “Checco” Draicchio e Enrico “Carota” Roberto. E da lì la loro scalata, passando da Feste dell’Unità, piccoli club, circoli Arci, feste universitarie e festival cittadini. Poi il nuovo disco, uscito a marzo 2017, “Amore, lavoro e altri miti da sfatare“, e il tour estivo, che li porta alla ribalta.

Lo Stato Sociale: dall’indi music al Festival di Sanremo

Che sia un’ottima stagione per l’indie music in Italia non vi è alcun dubbio. Resta il fatto che Lo Stato Sociale ha cavalcato l’onda, arrivando a Sanremo. “È tutto vero: andiamo a svaligiare il bar del festival della canzone italiana” scrivono i cinque sui loro profili social. “Una vita in vacanza” il titolo del pezzo in lizza.

“Non ci capiterà mai più nella vita di avere un pezzo così adatto e così fuori luogo per il festival” raccontano. “Fuori luogo perché è un pezzo nostro. Adatto perché è un tormentone con ritornellone. E’ di consumo però la tematica non è sanremese per niente. Parla di vacanza e di lavoro”.

Sempre ispirato da tematiche sociali di attualità, Lo Stato Sociale fa una riflessione sul mondo del lavoro di oggi e l’automaticità dell’identificazione individuale con quella professionale.

E svelano: “Quando abbiamo cominciato nel 2009, nelle nostra sala prove avevamo attaccato un cartello: ‘A Sanremo nel 2017’. Siamo arrivati lunghi, ma era nei nostri intenti”. Perchè? “La colpa è di Elio e Le Storie Tese, che nel ’96 scombussolarono l’atmosfera paludata del festival, attirando la nostra attenzione”. E per questo, spiegano i componenti de Lo Stato Sociale: “Come loro, vogliamo arrivare penultimi. Sarebbe un bellissimo ex aequo”.

Lo Stato Sociale: “La colpa è di Elio e le Storie Tese”

Come sempre succede, i fan, almeno quelli delle origini, non hanno preso benissimo il loro approdo al Festival di Sanremo. “Ma pensavamo anche peggio” raccontano. Per Lo Stato Sociale il festival “dal punto di vista del costume è un po’ il polso e la pancia del Paese, oltre a essere la più grande manifestazione musicale italiana. Noi ci andremo per essere noi stessi. Sarà quella la sfida più interessante. Far vedere chi siamo dentro uno spazio scenico ben definito, senza volgarità o colpi di testa”.

Il brano in corsa al 68imo Festival di Sanremo finirà nel nuovo disco della band bolognese: “Primati“, in uscita il 9 febbraio (Universal Music/Garrinchia Dischi). “Con tre inediti e mezzo e altri 12 singoli. Più che un best of è una raccolta differenziata”, spiegano i cinque. I tre inediti sono il pezzo sanremese “Una vita in vacanza“, “Fare mattina” e “Facile“, quest’ultimo feat Luca Carboni. Il “mezzo” è la riscrittura di “Sono così indie“, pezzo del 2012. Gli altri singoli sono quelli che hanno accompagnato la loro “crescita”, da Radio Città Fujiko a Sanremo 2018.

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