Il gran ritorno della cantante Mina con il nuovo album “Maeba”: nel disco anche un brano,”A minestrina”, interpretato in napoletano insieme all’artista Paolo Conte.
Mina e la “sua Maeba”, il suo studio di registrazione a Lugano.Fotografie in bianco e nero, dischi, certificazioni: tutto parla di Mina.A fare le sue veci, il figlio, Massimiliano Pani.“Mia madre osa, come forse neanche le ventenni fanno. Arriva in studio con le idee in testa. Registra due take ed è finita lì. Di solito ne basterebbe una, anche con qualche imprecisione: l’importante è che arrivi il sentimento. La seconda è per sicurezza”, dice Massimiliano.
E Mina osa anche in questo disco, il cui spirito jazz prende il largo addentrandosi in territori swing, r’n’r, elettronici e psichedelici. Basta scorgere i nomi degli autori che hanno firmato i pezzi per accorgersi quanto stilisticamente vasto sia questo suo nuovo lavoro.“A mia madre vengono recapitati in media tremila cd all’anno, ognuno con quattro-cinque canzoni”, ci spiega Pani. “Lei ascolta tutto. Ora si sta dedicando ai lavori arrivati due anni fa. Non le interessa che l’autore sia famoso o sia uno sconosciuto. È stata talent scout per tantissimi artisti: De André, Fossati, Battisti”.Maeba è un disco con il sound potente di pezzi cantati a pieni polmoni come Il tuo arredamento. Per poi arrivare alle parole quasi sussurrate di Last Christmas: spogliata, resa essenziale e, per questo, decontestualizzata.
Uno dei passaggi più sorprendenti dell’album è ‘Il tuo arredamento‘, il 26 esce il videoclip diretto da Mauro Balletti, impreziosita da un’interpretazione superba. “Chi sceglierebbe oggi un pezzo del genere, che sembra preso dal repertorio degli Area?” si chiede Massimiliano. “D’altronde lei di fare le canzoni ‘alla Mina’ s’era rotta già venticinque anni fa. Usa uno strumento stupendo che non cura. Anzi, ha ripreso perfino a fumare. Eppure la voce rimane limpidissima, forse perché non l’ha logorata con milioni di concerti”. E nell’era dell’immagine a tutti i costi, è giusto ricordare che Mina è stata la prima cantante pop a giocare con il proprio volto. Decenni prima di Madonna o Lady Gaga. E la Mina che è sulla copertina di Maeba è un pallido avatar che conserva sensualità grazie al marcatissimo kajal intorno agli occhi e lascia intravedere una traccia maledetta nel rosso delle pupille. In poche parole, un disco che ha ancora un senso nell’epoca dei singoli buttati sul mercato ogni tre per due e dei dischi pubblicati soltanto per andare in tournèe.