Musica Italiana

Mostro, The Illest Vol.2: la RECENSIONE traccia per traccia

Due anni dopo “Ogni Maledetto Giorno” il rapper romano Mostro torna in campo, ecco voto e analisi del suo nuovo street album: The Illest, Vol.2

È uno dei personaggi più controversi, problematici e discussi del panorama rap italiano Giorgio Ferrario, in arte Mostro. Oggi, due anni dopo il suo ultimo album, il giovane rapper romano torna nelle playlist dei fan con il suo ultimo lavoro: The Illest, Vol.2.

L’ultimo album di Mostro è anche il  suo quarto lavoro ufficiale in studio, dopo La Nave Fantasma, The Illest Vol.1 e Ogni Maledetto Giorno. Ma qual è la differenza tra i suoi album ufficiali e i due capitoli di The Illest? Mostro risponde così:

The Illest è il progetto al quale lavoro dopo aver concluso un disco ufficiale. È il momento che mi prendo per sperimentare. io come artista devo ancora crescere e imparare molto, e credo che ogni tanto sia necessario mettersi in gioco uscendo dalla proprio confort zone, e con The Illest mi è concesso farlo.

The Illest è sperimentazione dunque, ma quanto si discosta effettivamente questo lavoro da quello effettuato nei dischi precedenti? I suoni e i testi dell’album rimangono in parte gli stessi di sempre, ma sarebbe una bugia dire che mancano delle novità. Andiamo ora ad analizzare traccia per traccia l’ultima fatica del rapper romano.

L’anno del serpente (2:40). La prima strofa della prima traccia dell’album calca fortemente i temi della solitudine e della confusione. Mostro scrive che “Forse c’è ancora una nave nel mare che viaggia da sola e porta il nome mio“, lasciando intendere che ormai sta percorrendo la sua strada da solo, separato dai vecchi gruppi e dagli amici, per poi continuare scrivendo “Forse la fine con Giulio è stata la chance per dirvi chi sono io“, sottolineando che anche la separazione da LowLow è stata la sua chance per mettersi in gioco da solo. Man mano che i secondi passano il testo diventa più crudo e il beat più energico, i parallelismi con l’anno del serpente (riferimento allo zodiaco cinese) sono decisamente interessanti, così come lo è la scelta di non utilizzare un ritornello per separare le tre strofe.

Diavolo Magro (2:40). Diavolo Magro è stato il primo pezzo estratto dell’album, rilasciato insieme ad un videoclip su Youtube il 25 Febbraio 2019. Giorgio ha sottolineato l’importanza della traccia dichiarando: “In tutti questi anni ne ho sentite di ogni sul mio conto, ma io sono sempre rimasto cosciente di chi fossi veramente. Non ho paura dei tempi che cambiano. Sono in grado di mutare forma anche io ed adattarmi a qualsiasi tipo di situazione, sono nato per questo, sono il Diavolo Magro”. A livello tematico la traccia numero due è molto pesante, Mostro si paragona al diavolo e parla dei suoi fan scrivendo “Crederanno a ciò che dico nelle mie canzoni/Rimarranno intrappolati dentro a questi suoni/Diavolo magro pronto a conquistare nuovi cuori/Con la schiena curva e con le costole di fuori“. Alla fine la traccia rimane solida, nel bene o nel male, ma non presenta nulla di nuovo all’ascoltatore, che potrebbe trovare presto fastidioso il ritornello.

Sono quel che sono (3:22). In Sono quel che sono ciò che funziona di più è il flow del rapper. La traccia scorre meravigliosamente sulla chitarra elettrica e il piano degli Enemies, che lo stesso Mostro celebra scrivendo “E non è musica, questo è un laboratorio/E mixo ciò che piace a me con quello che odiano loro/Do vita a un mostro, nessuno è più ill di me/La chitarra di “Master of puppets”, il piano di “Still D.R.E.” Mostro scrive anche che nessuno è più “Ill” di lui, dove ill può essere visto come radice di Illest, ovvero “il più malato” in inglese; non è un caso che l’artista stesso si fa chiamare ill mostro, come a voler sottolineare la propria insanità. Il rapper romano ripete che lui “è quel che è” solo grazie al rap, tutti i suoi problemi e le sue conquiste passano da questo genere musicale e dal tempo che lui stesso gli ha dedicato. Decisamente azzeccato il cambio di metrica tra ritornello e strofa.

Voci in testa (feat. Madman) (3:22). L’ospite d’onore della traccia numero quattro è il rapper pugliese Madman. Nella prima strofa Mostro parla delle voci nella sua testa, che a suo dire compongono il disco al posto suo, incolpandole per la crudezza dei suoi brani e per tutti i casini che gli provocano. Madman rimane in tema, scrivendo “Sento sempre questa voce, assume tante forme/Vedo ombre, seguo orme/Sto pensando: sto passando al vaglio, paranoie” la base degli Enemies funziona e la collaborazione segna un altro ottimo brano.

Nicotina (2:52). Nicotina parla di dipendenze e di odio. Mostro scrive “Ho solo nicotina/Brutti sogni, ansia la mattina/Ho qualche scatto d’ira/Tentazioni, pillole in cucina“, come fosse un modo di ritrovare la calma. Nella seconda strofa il rapper parla dei problemi con se stesso, inizialmente simulando una lotta con il suo io (rappresentato dalla sua ombra) e successivamente scrivendo “Uno come me non trova mai pace/E se non c’è un problema sarò io il problema/Non mi so comportare“. Nicotina rimane a conti fatti una buona traccia.

Soldi e puttane (2:42). Il titolo della traccia numero sei è decisamente appariscente, ma molto meno gratuito di quanto sembri. Il pezzo inizia con il ritornello, che recita “Quanto ho pagato per queste collane/Amici morti, delusioni e sacrifici/Anni nel buio solo come un cane“, come a spiegare quanto il successo sia costato al cantante. Lo stesso poi scrive “Le notti da sveglio, mia madre che piange/I concerti da solo, le droghe nel vicolo/[…]Frate’ sti soldi e ste troie a me sembrano il minimo“, spiegando come avrebbe pagato a caro prezzo tutto ciò che ha ottenuto, ricordando il dolore della madre e tutte le delusioni e i momenti difficili che ha dovuto passare per arrivare in cima.

Cani bastardi (2:48). Cani bastardi è uno sfogo, una lettera rabbiosa del rapper che arriva ad attaccare anche i propri fan, che a suo dire “Sembra che apprezzino soltanto quando mostro la violenza/E tutto il resto viene preso come debolezza“. Nel pezzo Mostro ricorda che tutto ciò che ha conquistato se l’è preso da solo, con poche persone vicino, tra cui il fratello Vittorio, venuto tristemente a mancare più di un anno fa e ricordato dal rapper nella seconda strofa: “Vì, non sai quanto mi manchi“. Il pezzo è accompagnato da latrati di cani, che introducono un mood rabbioso già a partire dalla prima strofa.

Non voglio morire (2:08). Ci pensa il pianoforte ad accompagnare una delle poche tracce “calme” dell’album, in particolare Non voglio morire è tanto intensa quanto breve. Mostro ripete in continuazione alla madre la frase “Mamma non voglio morire“, tranquillizzandola e ricordandole che nonostante la rabbia e la depressione che esprime nei suoi pezzi ha ancora tanto da fare e da dimostrare al mondo. La traccia numero otto rimane facilmente tra le migliori, merito di un testo introspettivo e chiaro e di un ottimo accompagnamento musicale.

Guanti neri, balaclava (3:28). La traccia numero nove racconta di una rapina finita male: lo storytelling è decisamente originale e ben riuscito, funziona anche il ritornello permeato da delle decise sonorità gangsta rap. La storia racconta di un uomo in grave difficoltà economica, costretto a fare un rapina per salvaguardare la salute della moglie incinta; tristemente il colpo non va a buon fine, ed accerchiato l’uomo finisce per morire sotto i colpi di pistola della polizia.

Tutto passa (2:35). Tutto passa riprende l’atmosfera di Non voglio morire. Il messaggio insito nel testo è quello di non arrendersi mai, lo stesso Mostro scrive “Tutto passa attraverso il dolore/Ferite interiori e sentirsi inferiore” e “Ve l’ho già detto dopo il buio torna sempre il sole“, mostrando un inedito velo ottimista. Secondo il rapper romano il fallimento deve essere fuoco per l’ambizione, siccome il non arrendersi è stato il mantra che l’ha portato a raggiungere i propri traguardi.

Still Ill (feat. Nick Sick) (3:04). La penultima traccia dell’album torna sul tema della pazzia e dell’aggressività, e lo fa con l’aiuto dell’ex partner ai tempi di Tre Stronzi Mixtape, Nick Sick. La traccia è un esercizio di stile, con le classiche sonorità cattive e volutamente ignoranti di Mostro, ritrovate per l’occasione anche nella strofa di Nick Sick. Traccia divertente ma dimenticabile.

Le tre di notte (3:03). A sorpresa Giorgio decide di chiudere il suo lavoro con un pezzo introspettivo e pieno di nostalgia. Le tre di notte presenta un ritornello melodico, decisamente difficile da ritrovare negli altri lavori del rapper, alternato a due strofe impegnate a raccontare sconfitte, esperienze e stralci di vita del cantante. Un ottimo modo per chiudere un album ambizioso e pieno di buoni propositi, che lascia ben sperare in vista del prossimo lavoro.

Giudizio Finale: The Illest Vol.2 deve innanzitutto passare un difficile confronto con il primo volume: esattamente come successe a Eminem con MMLP1 e MMLP2, il volume due si può definire superiore al primo capitolo solo se si accetta di guardarlo con occhi diversi. Il volume uno era più cattivo ma non per gusto di esserlo, mentre il secondo capitolo, seppur più flebile a livello di argomenti, appare più maturo quando decide si prendersi sul serio. In sostanza The Illest Vol.2 è un buon lavoro, a tratti ambizioso e pieno di idee, che non riesce però, purtroppo, ad arrivare pienamente con la forza e l’intensità tipiche dei lavori di Mostro.

Voto finale:

Alessandro Digioia

26, studente universitario presso il Campus Luigi Einaudi di Torino. Scrivo occasionalmente di sport, cinema, videogiochi, musica e attualità.

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Alessandro Digioia

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