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Tish, “Tish EP”: la RECENSIONE traccia per traccia

Tish, stella della diciottesima edizione di Amici di Maria De Filippi, è pronta ad uscire con il suo EP omonimo: andiamo ad analizzarlo traccia per traccia

Ormai è arrivata nelle fasi finali del Talent Show di Maria De Filippi Tish, nome d’arte di Tijana Boric, diciottenne di origini serbe residente a Gorizia. A pochi giorni dalla semifinale, la cantante ha deciso di rilasciare il suo primo EP omonimo, seguendo l’esempio di alcuni compagni di gara.

La copertina dell’EP presenta un primo piano stilizzato dell’artista, focalizzato sui suoi due elementi caratteristici: i capelli color arancione e i due puntini neri disegnati sotto gli occhi. Riguardo ai due puntini, la stessa cantante ha ammesso che non sono altro che una scelta estetica, e che li disegna personalmente ogni mattina.

Tish non è un album ma un EP, ovvero un Extended Play, un insieme di tracce raccolte per comporre una sorta di “mini album” per i fan. Il prodotto è disponibile in tutti gli store da oggi, venerdì 17 Maggio, ed è stato prodotto dalla Sony Music Italy. Andiamo ad analizzare il primo lavoro della cantante diciottenne.

Casinò (3:01). Casinò è il primo inedito dell’artista, rilasciato gratuitamente sulle piattaforme online il 25 Febbraio 2019. Casinò è interamente cantata in inglese, e racconta di una sfida a carte tra l’artista e un uomo. Tish canta “You have the last ace/I see it on your face/do you know this game?/be careful about the final shame“, spiegando come durante la sfida il suo avversario abbia lasciato troppi indizi con il suo linguaggio del corpo; a tal proposito la cantante scrive anche “You thought you didn’t left any clue/while I was here watching you/you’re making a spectacle of yourself/but you left your cards on the main shelf” ovvero “Pensavi di non aver lasciato indizi/ma io ti stavo osservando attentamente/stai mostrando più di quello che pensi/hai lasciato le tue carte in bella vista”, raccontando così come la sua vittoria sia arrivata grazie a pazienza e attenzione. Il pezzo può essere visto come un parallelismo con il suo percorso artistico, dove pazienza, attenzione e la capacità di cogliere l’attimo sono notoriamente riconosciute come qualità necessarie per raggiungere i traguardi prefissati. Molto bene la produzione di Stash, frontman dei The Kolors.

Try to C (2:56). Try to C è la seconda traccia dell’EP, rilasciata il 10 Maggio e nuovamente cantata in inglese. La canzone mette in mostra tutta l’immaturità artistica della cantante, incapace di dare profondità ad un testo elementare che si limita a raccontare la solita storia d’amore non riuscita. L’inglese nel pezzo è veramente scolastico, Tish si limita a scrivere “You can’t buy my feelings/all I can give you is my heart bleedings/You tried to convince me and provoke me/You tried to cheat me and broke me/tried to fix it and you failed//now these feelings got to change“, non riuscendo a produrre nulla di interessante a livello di contenuti e affidandosi ad una base anonima e facilmente dimenticabile dal punto di vista sonoro.

Black & White (3:31). Black & White è un pezzo decisamente più riuscito. La traccia tratta nuovamente una storia d’amore, questa volta in maniera più chiara e diretta. Tish scrive “I can fall in love with other guys/but I’ll always come back/to fall into your arms“, specificando come nonostante lei possa finire insieme altre persone, il suo cuore la farà sempre tornare tra le braccia dell’unico ragazzo che ama davvero; a tal proposito durante il ritornello la cantante scrive “And now I’ll be wearing black and white, black and white/‘cause I don’t know what you like, what you like” ovvero “Ed ora mi vestirò di bianco e di nero/perché non so cosa ti piace”, sottolineando come essa sia disposta a fronteggiare la sua stessa confusione pur di ritornare insieme alla persona che ama. Musicalmente la traccia funziona, a tratti risulta inoltre molto facile fare delle analogie con i classici pezzi di Anastacia, da cui la cantante sembra aver preso (forse involontariamente) ispirazione.

You Make Me Vomit (3:48). You Make Me Vomit ha in realtà un significato leggermente più introspettivo di quanto possa far trasparire il titolo. Durante il ritornello che apre il pezzo Tish scrive “You make me vomit (x3)/ all the words i didn’t say to you“, specificando come il titolo non sia solo l’espressione di un sentore di disgusto, ma piuttosto la voglia della cantante di urlare tutto ciò che non riesce a dire. La canzone segue la scia delle precedenti, posando le sue basi sulla fragilità dell’artista. Colpisce molto il sound intimo del pezzo.

How Can You Live (3:22). How Can You Live è un brano che si poggia sulla fragilità, la solitudine e la ricerca della tranquillità delle persone. A tal proposito funziona molto la scelta della base, a tratti minimale, che focalizza l’attenzione sulla voce dell’artista. Tish apre scrivendo “This is my world/ where i can see no stars/ the one where i’m alone“, impostando un’atmosfera quasi “notturna” in cui è facile perdersi.

Wicked Game (4:14). Letteralmente “gioco malvagio”, la penultima traccia dell’EP fa affidamento sulla chitarra, scegliendo intelligentemente di affidarsi alla voce dell’artista ed evitando così inutili fanfarismi. Il sound del pezzo è brillantemente originale, musicalmente inedito in Italia ma ritrovabile parzialmente nello stile di alcune cantanti d’oltreoceano come Lera Lynn. Nel pezzo Tish ripete più volte “I don’t wanna fall in love with you“, non discostandosi dal tema centrale del CD.

Vedrai Vedrai (2:35). Il pianoforte accompagna la voce di Tish nell’unico pezzo cantato in italiano nell’EP. Vedrai Vedrai è un pezzo lounge, non estremamente ispirato a livello di testo ma necessario per dare una boccata d’ossigeno dopo sei tracce in inglese più o meno riuscite. Come per quasi tutti i pezzi passati, anche l’ultima traccia risulta musicalmente buona, manca tuttavia qualcosa a livello di profondità e coraggio.

Giudizio Finale: Tish è un EP, e come tale va giudicato. La prima raccolta di inediti della diciottenne di origini serbe non brilla a livello di testi (e come potrebbe, vista l’età della cantante), ma lascia trasparire uno spiraglio di talento che se coltivato potrebbe portarla nei primi posti delle classifiche di vendite nel mercato discografico italiano. La domanda da porsi a questo punto è: quanti artisti italiani che cantano in inglese riescono effettivamente ad avere successo? Perché se da una parte è vero che cantare in italiano obbliga gli artisti a competere in un mercato ultra saturo di cantautori, dall’altra è anche vero che cantare in inglese obbliga gli stessi a misurarsi con nomi molto più grossi (Ed Sheeran, Taylor Swift, Adele) che nel nostro paese sono già parzialmente oscurati da generi come il rap o il reggaeton.

Voto Finale:

Alessandro Digioia

26, studente universitario presso il Campus Luigi Einaudi di Torino. Scrivo occasionalmente di sport, cinema, videogiochi, musica e attualità.

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Alessandro Digioia

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