Quello pubblicato con il titolo “Galèrie”, è il primo EP degli Overture, gruppo musicale nato nel 2018 ad Alessandria. La band, composta da Davide Boveri (voce), Jacopo Cipolla (basso), Andrea Barbera (chitarra e tastiere) e Giacomo Pisani (batteria e percussioni), ha deciso di lanciare il suo primo EP dopo aver pubblicato, nel novembre 2019, il primo singolo ufficiale, intitolato ” Fiume in piena”. “Galèrie”, la recensione del nuovo EP degli Overture.
Una ventata d’aria fresca
Per capire appieno “Galèrie” bisognerebbe partire da un presupposto: il loro non è rap, anche se per alcuni tratti sembra esserlo. Ma non è neanche pop, e pur con molte sonorità simili, neanche metal. Semplicemente “Galèrie” è molte cose assieme, ma niente di ben definito, niente di preciso. Nel primo EP della giovane band infatti, c’è un po’ di tutto, come ci viene detto anche nella prima traccia, intitolata “Vesto di nero”: “vesto di nero, poi vesto di bianco, poi vesto di nero”. La loro prima fatica non indossa mai un solo ed unico vestito, rappresentando una vera e propria ventata d’aria fresca in un mercato ormai saturo, in cui la stessa identica musica ci viene ormai ripetuta in ogni salsa da ormai anni. Ma la varietà non è l’unico punto di forza degli Overture. Tra i principali argomenti dell’EP troviamo molti argomenti.
D’altronde, già dalla copertina del progetto possiamo notare come “Galèrie” sia inteso come un viaggio artistico, ed ogni traccia rappresenta una storia diversa. Dalla satira sociale, fino all’autoironia; c’è davvero di tutto, e in ogni traccia con uno stile completamente diverso. Come sostengono gli stessi autori, «Ci siamo immedesimati nell’ascoltatore, che oggi ha bisogno di visioni come l’appassionato di arte, cioè riuscire a cogliere in sequenza prima l’insieme e poi il particolare. Sarebbe scontato dire che teniamo molto a questo Ep e che abbiamo sudato per far sì che, anche in questa situazione paradossale e di lontananza, riuscisse ad essere percepito nella maniera che volevamo. Ci siamo riusciti, questi siamo noi. Ascoltateci, e non solo con le orecchie».