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Il mondo non sarà più come prima Il mondo non sarà più come prima

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Il mondo non sarà più come prima

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In questi giorni difficili, segnati dall’isolamento sociale, c’è una certezza che con ogni probabilità ci porteremo dietro anche quando l’emergenza sarà finalmente rientrata: il mondo non sarà più come prima. Non appena ci è stato imposto l’isolamento sociale come unica misura per riuscire a contrastare in maniera efficace la diffusione del Covid-19 infatti, la tecnologia è riuscita a fare “quel salto” che finora non gli abbiamo concesso di fare.

Lo “smart working”

Isolamento sociale vuol dire venir meno al contatto umano. E con esso, tutti quegli appuntamenti che prima svolgevamo fisicamente – e a volte anche senza tanta voglia – si sono trasformati in una piccola rivoluzione digitale. Già, perché proprio così potrebbe essere definita quella che stiamo vivendo: una piccola rivoluzione digitale. Per fare un esempio, stanno aumentando i lettori dei quotidiani nazionali, che invece di recarsi in edicola acquistano online la loro copia, usufruendone sui propri smartphone; mentre i medici di base inviano le ricette per i medicinali via mail per evitare inutili assembramenti di persone negli studi. Ma quanto tempo avremmo potuto risparmiare se questa semplice operazione fosse stata messa in pratica già qualche anno fa? Per non parlare poi del famosissimo “smart working”, ovvero la possibilità di lavorare da casa, o della possibilità di fare la spesa con un click.

Moltissime aziende, pur di non fermarsi completamente, si sono – e si stanno tutt’ora – attrezzate per consentire ai propri dipendenti di poter lavorare senza uscire di casa, grazie a un computer o tablet e una connessione a internet. Ma lo “smart working“, realtà a noi praticamente sconosciuta fino a qualche mese fa, non dev’essere considerato come una conseguenza, bensì come una possibilità. Una possibilità che i datori di lavoro dovranno iniziare a considerare anche quando si potrà tornare in ufficio senza grossi problemi e limitazioni.

Come cambieranno le nostre vite

Se nel breve termine le nostre vite sono state stravolte nel giro di un mese, nel lungo termine, ovvero quando tutte le attività torneranno in moto, la nostra vita quotidiana sarà rivoluzionata drasticamente. E la tecnologia (più precisamente gli smartphone) avrà un ruolo ancora più fondamentale. A partire da “Immuni”, l’applicazione designata dal Governo per il cosiddetto contact tracing.

Saremo dunque costretti a rivedere parecchie delle nostre abitudini. I concerti, con ogni previsione non torneranno prima del prossimo anno, così come non si potrà entrare negli stadi di calcio non prima di marzo. La realtà è che nonostante la corsa alla normalità che stiamo cercando di intraprendere in tutti i modi, dopo quasi tre mesi di distanziamento sociale non abbiamo accettato il fatto che saremo costretti a cercarne una nuova, di normalità. Magari progettata più nel segno della tecnologia che nel contatto umano.

 

 

 

Nato ad Alatri il 23/03/1997, attualmente collabora per numerose testate giornalistiche sportive. Raccontare di calcio però, non è il suo unico hobby (fortunatamente). C'è spazio anche per i libri, la musica e i videogiochi.

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