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Intervista a Antonio Corda in arte "Blue Virus" Intervista a Antonio Corda in arte "Blue Virus"

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Intervista a Antonio Corda in arte “Blue Virus”

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Antonio Corda, rapper torinese in arte “Blue Virus”, ha da poco pubblicato il suo nuovo lavoro, “Radio Modem: Un Mixtape Di Blue Virus”. Insieme al lancio del suo nuovo lavoro, Antonio ha deciso di rispondere anche alle nostre domande. Intervista a Antonio Corda in arte “Blue Virus”.

Intervista a Antonio Corda in arte “Blue Virus”

Ciao Antonio, benvenuto su GogoMagazine! Per cominciare, vorrei parlare di una somiglianza: ascoltando “Scemo”, il primo dei due singoli che hanno preceduto il tuo nuovo Mixtape, ho ritrovato un po’ lo stile dei tre “Voci Street Album”…

“Nei Mixtape mi sono sempre divertito a creare tracce borderline, svariando molto su tutti i miei stili. E sì, c’è un forte richiamo anche a quello stile lì”.

Da anni ormai, uno dei temi fissi all’interno dei tuoi lavori, è l’amore. Qual è il tuo punto di vista? Sei davvero come racconti nei tuoi brani o c’è altro dietro a “Blue Virus”?

“Ci tengo a precisare che non sono un misogino pieno di problemi psicologici come mi piace scrivere nei miei pezzi, ma anche questo a volte mi fa riflettere. Le persone si sentono quasi deluse quando scoprono che in realtà non sei precisamente come canti nei brani che ascoltano”.

Nonostante tu abbia un background di lunga data all’interno del rap italiano, hai scelto di restare indipendente. Come mai una scelta così drastica in un periodo in cui tutti gli artisti cercano di arrivare per forza di cose a mettere la propria firma su di un contratto?

“In passato ho avuto possibilità abbastanza grosse, ma accettare determinate condizioni avrebbe precluso la possibilità di esprimermi al 100%. Per questo ho scelto di restare fedele alle idee che cavevo in testa, e oggi sono davvero contento del percorso che ho fatto e che sto facendo”.

In “Gessetto” c’è una rima che mi ha colpito molto: “sono il tipo che ha gli incubi e a tutti dice che sogna”…

“Quello è un pezzo abbastanza ironico. Alle elementari ricordo che i cocchi della maestra venivano trattati benissimo, mentre io invece mi sentivo in ombra. Tutto il brano rispecchia un po’ questo pensiero, mentre quella rima in realtà non c’era, l’ho pensata e inserita all’ultimo momento, prima di registrare il brano”.

Come hai già detto sul tuo profilo Instagram, Radio Modem è paragonabile a un viaggio personale. Come è nata quest’idea?

“Volevo creare qualcosa in cui poter spaziare su tutti i miei background: a partire dal rap più crudo, fino ad arrivare a brani come “Cartoline”. Il titolo poi l’ho scelto per poter dare un filone radiofonico a tutto il progetto. Questo Mixtape è un po’ come una mia stazione radio”.

Nel 2012, in un tuo vecchio pezzo intitolato “Oggi finirà”, dicevi che “per fare il rap serve fiducia e un’analista”. All’epoca il rap non andava tanto di moda, oggi invece la situazione è ben diversa. Cosa ne pensi?

“Possiamo tranquillamente dire che parecchi anni fa, fare rap era uno sfogo, ed anche molto più complicato. Non c’erano molti studi di registrazione e dovevi avere delle conoscenze, stringere amicizie con chi aveva iniziato prima di te. Adesso invece è molto più facile, tutti possono registrare, le canzoni vengono pubblicate con una facilità assurda. Io ai tempi prima di mettere musica online ho studiato davvero un botto. Adesso invece i ragazzi vedono i loro rapper preferiti e dicono ok, voglio farlo anch’io”.

 

Per ascoltare “Radio Modem: Un Mixtape di Blue Virus”

 

 

 

Nato ad Alatri il 23/03/1997, attualmente collabora per numerose testate giornalistiche sportive. Raccontare di calcio però, non è il suo unico hobby (fortunatamente). C'è spazio anche per i libri, la musica e i videogiochi.

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