I progetti di Gogo Magazine per questo week-end che volge al termine prevedono: lanciarsi da un aereo ad alta quota, disinnescare ordigni nucleari e recuperare manufatti progettati da un profeta del quindicesimo secolo. No, non abbiamo perso la ragione, stiamo solo tornando ai primi anni del Duemila per raccontarvi una delle serie più adrenaliniche dell’ultimo ventennio, l’enigmatica e affascinante: ALIAS.
Jennifer Garner svela la sua meritata stella sulla Walk of Fame di Hollywood; Bradley Cooper presenta alla Mostra del Cinema di Venezia il suo ultimo film; J.J. Abrams si prepara a portare in scena l’episodio IX della celeberrima saga Star Wars; tutti questi incredibili protagonisti del grande schermo percorrono strade indipendenti e di accecante successo ma qualcosa ancora li unisce, quel punto di partenza da cui tutto è cominciato per ognuno di loro: lo spy-drama della ABC ALIAS.
In onda dal 2001 al 2006, ALIAS è stata una serie tv in grado di impostare uno standard e di dettare le nuove regole dello spionaggio in televisione, uno show capace di creare un proprio stile narrativo che ancora oggi influenza le storie che si muovono nel suo stesso genere (Blindspot ne è forse l’esempio più evidente al momento) ma soprattutto ALIAS ha il merito di aver dato il via a una nuova generazione di protagoniste del piccolo schermo che hanno reinventato un ruolo solitamente riservato al maschio alfa.
Sydney Bristow è stata in ALIAS il capostipite (seconda in ordine cronologico solo a “La Femme Nikita”) di una serie di personaggi femminili che si sono imposti nell’ambito dello spionaggio, delle agenzie federali o dei dipartimenti di polizia in ruoli predominanti e di comando, scalando una gerarchia solitamente patriarcale e conquistando una posizione indispensabile di leadership grazie all’eccelsa combinazione di superbe qualità intellettive e fisiche.
Seppure totalmente diverse l’una dalle altre, protagoniste come Sarah Walker (Chuck), Annie Walker (Covert Affairs) o Jane Doe (Blindspot) sono in un certo senso legate ad ALIAS da un “debito di gratitudine” proprio per aver disegnato un percorso che oggi non è più una novità ma che nei primi anni del Duemila sconvolgeva le dinamiche seriali della televisione e del genere d’azione.
Ma tra i tanti aspetti della sua produzione di cui ALIAS è stato eccellente progenitore, emerge con insistenza l’impeccabile attenzione della serie nei confronti delle guest star, scelte tante volte tra le stelle del panorama hollywoodiano, che hanno impreziosito la qualità già elevata della produzione. Precoce testimonianza di quanto le serie tv rappresentino da anni una forma d’arte degna di stima e riconoscimento tanto quanto il cinema, vi presentiamo 3 magnifiche guest star che hanno accettato e a volte anche richiesto di far parte dell’intrigante mondo di ALIAS.
1. Isabella Rossellini ALIAS Katya Derevko
“Accompagnata” da “sorelle” del calibro di Lena Olin e Sonia Braga, Isabella Rossellini diventa in ALIAS parte di una famiglia che non soltanto è alla base di tutte le storyline più importanti della serie ma viene anche portata in scena da tre interpreti che non potrebbero essere più differenti e al tempo stesso ugualmente straordinarie nel dare voce a personaggi chiave della trama principale.
Superba figlia d’arte e attrice di incredibile talento, Isabella Rossellini rende la sua Katya Derevko una guest star di ALIAS di cui non si può più fare a meno dopo la sua prima comparsa in scena. Elegante nei modi recitativi, sensuale e letale nella caratterizzazione, Katya si allontana sia dalla fede irrazionale e passionale di Irina che dalla follia cieca di Elena, riprendendo la tipica propensione delle Derevko all’inganno impercettibile ma approfondendo contemporaneamente il suo personaggio con una personalità ardente e gelida, persuasiva e impassibile, un crogiolo di antitesi che pur apparendo più “onesto” nelle intenzioni rispetto a quelle di Irina e Elena, non ti permette mai di scorgere la sua reale lealtà.
La chimica con cui Isabella Rossellini riesce a rapportarsi con le sue co-star in ALIAS è talmente intensa e istantanea da renderla una delle migliori guest star proprio per la sua capacità di integrarsi nell’ensemble e immergersi nelle dinamiche della storia con la facilità di chi appartiene alla serie fin dal principio. Il modo in cui riesce ad affascinare e persuadere persino un uomo attento e un agente segreto esperto come Jack Bristow è caratteristico del suo percorso in ALIAS, così come il suo rapporto schietto e distante con Sydney porta in scena una relazione familiare sicuramente deviata ma dal fascino elettrizzante.
2. Quentin Tarantino ALIAS McKenas Cole
Non si sa con esattezza chi abbia fatto il primo passo in questa collaborazione così imponente ma ciò che è certo è che entrambe le parti coinvolte volevano che accadesse. Estimatori l’uno del lavoro dell’altro, J.J. Abrams e Quentin Tarantino hanno facilmente trovato un punto d’incontro affinché ALIAS aprisse le sue porte al celeberrimo regista, in quella che paradossalmente è una delle storie più “discusse” e criticate dal fandom della serie poiché piuttosto slegata dalla storyline principale.
La parentesi che introduce McKenas Cole nella realtà di ALIAS occupa ben due episodi e certamente appare come un evidente omaggio alla guest star d’eccezione che si ritaglia in questo modo uno spazio da protagonista nello show ma è innegabile notare come la personalità di Cole, ripresa da Tarantino anche nella terza stagione, si sposi bene con lo stile della narrazione di ALIAS, dando vita a una caratterizzazione individuale sorprendente e coerente con l’atmosfera della serie.
Inquietante, spietato e a tratti viscido negli atteggiamenti [è profondamente appagante vedere Sydney Bristow avere la meglio nell’ultimo combattimento corpo a corpo], McKenas Cole appare inizialmente piuttosto individualista nella sua missione ma solo in seguito si rivelano le sue connessioni con le organizzazioni criminali maggiori ritratte in ALIAS, “L’Uomo” nella prima stagione e la “Convenzione” nella terza. Tarantino porta nella serie un po’ del suo stile ma al tempo stesso si adatta a quello delineato per lui da Abrams in una collaborazione che nel complesso ha donato ad ALIAS una diversa sfumatura nella sua rappresentazione dello spionaggio.
3. Ethan Hawke ALIAS James Lennox
Sebbene prenda parte solo a un episodio della seconda stagione di ALIAS, Ethan Hawke porta in scena una delle guest star più tridimensionali dal punto di vista umano ed emotivo, favorendo inoltre l’introduzione di uno dei progetti più importanti della storia di ALIAS. Vittima infatti degli esperimenti avanguardisti di uno scienziato rivoluzionario, James Lennox diventa, letteralmente e metaforicamente, il volto del progetto Elica, in grado di replicare perfettamente le sembianze umane.
Al centro dunque di una rivelazione che porta i rischi e gli inganni nel mondo dello spionaggio a un nuovo livello, la presenza di Ethan Hawke nella storia di ALIAS crea un clima di assoluta sfiducia tra i protagonisti e in particolar modo nella vita di Sydney che si ritrova a dover scindere la parte più empatica di sé, che raggiunge e capisce facilmente il dramma vissuto da Lennox, da quella più analitica e razionale, costretta a fare i conti con la possibilità che la persona con cui collabora possa essere in realtà un duplicato.
Nonostante arrivi in una fase della storia in cui la relazione tra Sydney e Vaughn era finalmente pronta a decollare, la chimica tra Jennifer Garner e Ethan Hawke permette ai rispettivi personaggi di creare immediatamente un legame emotivo che arriva facilmente alla sensibilità spettatore e che al tempo stesso lo mette costantemente in guardia, in quella sublime atmosfera di perenne tensione che solo ALIAS sapeva creare.
L’attenzione dedicata dunque alla scelta delle guest star rendeva la cura dei dettagli di ALIAS un aspetto fondamentale del lavoro magistrale che si svolgeva nella serie ma soprattutto evidenziava quanto la scrittura di J.J. Abrams rispecchiasse una visione di partenza fuori dall’ordinario.
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