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Iginio Straffi, intervista al creatore delle Winx

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 A settembre 2019 sono cominciate le riprese di “Fate: The Winx Saga”, la serie televisiva di Netflix ispirata al cartone animato italiano “Winx Club”, prodotto dal gruppo Rainbow di Iginio Straffi, che è anche produttore esecutivo della serie. Nel cast: Abigail Cowen (“Le terrificanti avventure di Sabrina”); Hannah van der Westhuysen (“The Fugitives”); Jacob Dudman (“I Medici”), e altri.iginio straffi

“Winx Club” racconta la storia di Bloom, Stella, Musa, Tecna e Aisha, cinque amiche fate che frequentano la scuola di magia Alfea, e che con le loro avventure, combattendo il male, hanno accompagnato generazioni di bambine.

iginio straffiAbbiamo intervistato Iginio Straffi, CEO del gruppo Rainbow, fumettista, scrittore e disegnatore. Dopo Winx Club, che ha avuto successo in tutto il mondo (persino in Asia), Straffi ha ideato e diretto altre serie TV d’animazione tra cui “Huntik – Secrets & Seekers”, “Mia and Me”, e la serie in live action “Maggie & Bianca Fashion Friends”. Il gruppo Rainbow è, sin dal 1995, simbolo di un’animazione made in Italy, precisa e divertente, senza mai smettere di essere educativa. Il dott. Iginio Straffi ci ha parlato dei suoi successi durante gli anni e di cosa dobbiamo aspettarci dal futuro delle Winx.

Intervista ad Iginio Straffi

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  1. Dott. Straffi, oggi il gruppo Rainbow, di cui è Presidente, è tra gli studi di animazione e produzione più rinomati al mondo. Qual è il segreto del suo successo?

Il segreto del nostro successo risiede nella qualità del lavoro, dopo tanti anni abbiamo raggiunto un livello molto alto e possiamo competere con i migliori studi al mondo. A questo aggiungiamo la nostra capacità di anticipare i gusti del pubblico, siamo in effetti dei veri e propri trend setter dell’animazione ed abbiamo ricevuto un premio a Cannes a conferma di questa nostra dote.

  1. Il gruppo Rainbow ha prodotto cartoni animati, film e serie TV di successo: Winx Club, Monster Allergy, Maggie & Bianca Fashion Friends e i più recenti 44 Gatti e Club 57. Come è avvenuto il passaggio dall’animazione alla produzione televisiva/cinematografica?

Siamo in grado di creare dei contenuti per l’intrattenimento. Nel momento in cui abbiamo delle buone storie le piattaforme che scegliamo cambiano soltanto per il mezzo da utilizzare ed il linguaggio. La stessa attenzione che mettiamo nell’animazione il pubblico la ritrova nel live action o nei film della nostra Colorado.

  1. Cosa pensa che caratterizzi l’animazione italiana e cosa la contraddistingue in termini di originalità e tecnologia rispetto all’animazione straniera?

Esiste un gusto italiano e soprattutto c’è nelle produzioni del nostro paese una qualità artistica ben individuabile. Valori irriproducibili altrove che ci vengono dalla nostra storia. A questo aggiungiamo la volontà interpretativa dei fenomeni internazionali che da sempre rende la Rainbow italiana nella qualità artistica ma internazionale nella presenza sul mercato e la relativa forza industriale e commerciale che ci permette di competere con tutti.

  1. Rainbow MagicLand, parco divertimenti totalmente dedicato alle produzioni animate (e non) Rainbow è oggi un’attrazione visitata da migliaia di turisti: quando è nata l’idea di istituire un luogo fisico dove far confluire tutti i personaggi più amati delle produzioni Rainbow?

Oggi questa realtà non ci vede più coinvolti come protagonisti. Restiamo convinti che si è trattato di un’interessante sfida convinti che a Roma serva un grande parco a tema animato dalla creatività italiana. Un’ulteriore occasione di offerta turistica per le famiglie.

  1. Le Winx, prima creazione del gruppo Rainbow e di Iginio Straffi, sono diventate quasi subito un fenomeno mondiale, guardate da migliaia di bambine e adolescenti, protagoniste di film, libri, videogiochi. Com’è nata davvero l’idea di portare sul piccolo schermo le sei fate?

In quell’epoca mancavano nell’animazione delle protagoniste femminili, sembrava che il cartone animato fosse un genere solo maschile. Invece c’era spazio per delle eroine femminili e soprattutto la magia era una carta vincente da giocare. Altro segreto è stato quello di immaginare e realizzare un club, un nucleo di amiche che potessero vincere unite contro il male. Un segno che ha anticipato tanti dei temi oggi attuali sul nuovo femminismo.

  1. Le Winx (come anche molte altre produzioni Rainbow) hanno sempre trattato temi importanti: pensa che abbiano contribuito all’educazione dei più piccoli? Se sì, come?

Da sempre gli uomini raccontano storie che diventano formative per la crescita dei più piccoli, degli uomini e le donne del domani. Noi facciamo la stessa cosa, le nostre storie aiutano a crescere. Siamo consapevoli e molto attenti rispetto a questa responsabilità.

  1. L’animazione si è evoluta, anche grazie alle nuove piattaforme digitali: come si sono adattate le Winx a quest’evoluzione?

La tecnologia cambia, addirittura mese dopo mese. Ogni nuova forma di accesso al pubblico ha però bisogno dei contenuti. Una buona storia è tutto, poi il mezzo con cui la guardi può cambiare, evolvere.

  1. Ad oggi, a quale progetto è più affezionato e quale le ha dato più soddisfazioni professionali?

In ogni creazione c’è un pezzo di me, la mia vita e la mia vena artistica. Un’evoluzione segnata dal tempo e dalla curiosità. È normale che ami ogni mia creazione

  1. Lei sarà co-produttore, insieme al colosso dello streaming Netflix, di una serie in live-action ispirata alle Winx (“Fate: The Winx Saga”, ndr.): cosa dobbiamo aspettarci da questo nuovo progetto e quanto si distanzierà dal cartone animato?

Sarà una cosa bellissima, un grande lavoro. Detto questo ho detto tutto.

  1. Come vede, oggi, il futuro del gruppo Rainbow e delle Winx?

Questa è facile! Roseo.

 

20 anni, studentessa di Economia quando mi va e giornalista sempre. Figlia di una ballerina, sono cresciuta tra musica, danza e arte. Amo viaggiare e scoprire culture, lingue e modi di vivere differenti. Mi nutro di conoscenza, mi piace imparare e stare al passo coi tempi. Anticonformista, simpatica (dicono!) e appassionata di cinema e intrattenimento. A cosa non rinuncerei mai? La mia libertà e un tacco 12 (o un sandalo flat, se non voglio soffrire).

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