In seguito all’uscita della prima parte di Bojack Horseman 6, la curiosità intorno ai successivi sviluppi è salita alle stelle, soprattutto in relazione a quanto rappresentato nel “finale” di questa. L’amore verso la serie è diventato più tangibile che mai nel corso del tempo, e la parola “conclusione definitiva” ha lacerato le aspettative di molti. Quanto costruito, narrativamente parlando, ha avuto un impatto importantissimo sul grande pubblico che ha risposto positivamente alla serie, intimizzandola sempre di più, fino alle attuali risposte…
La seconda parte di Bojack Horseman 6 riprende da dove ci eravamo lasciati, mostrandoci un protagonista che cerca in tutti i modi di dimenticare il suo passato, di dimenticare chi era e tutte le scelte negative che ha preso. Questo apre la strada ad uno dei ragionamenti fondamentali che porta alla tanto temuta “chiusura” della storia: “Il nostro passato non si può cancellare, è come una macchia indelebile sul bianco limpido di una lavagna”.
Conosciamo tutti la vita di Bojack e il suo modo d’essere, eppure nel corso del tempo la costruzione intorno a questo personaggio è riuscita, nella sua delicatezza, a disegnare un personaggio che non riesci mai pienamente ad odiare, pur giudicandolo parecchio in determinati frangenti. La sua umanità, l’imperfezione che lo contraddistingue, contribuisce a caratterizzare un essere che si abbina alla perfezione al “caos” della vita. Però è proprio il peso di tutte le scelte che fai a dire chi sei, a generare delle conseguenze, e, proprio come anche nella prima parte della stagione, qui tutti i nodi vengono al pettine.
Interessante è proprio il modo in cui eventi di questo genere sono da sempre rappresentati in Bojack Horseman. Un elemento fondamentale, quasi un protagonista dell’opera stessa, è la città in cui tutto si ambienta. “Holliwoo” (“Holliwoob”) è l’incarnazione di una critica fortissima alla reale Los Angeles e a tutta la finzione dietro il mondo del cinema e delle star. Un continuo schiaffo a tutte le incoerenze e alle mostruosità che lo show business ha partorito e continua a partorire. La pochezza di un luogo che innalza alcune persone ingabbiandole in campane dorate che alla lunga soffocano e distruggono.
E’ proprio questa città il filtro per eccellenza attraverso il quale Raphael Bob-Waksberg mette in scena i drammi dei suoi protagonisti, assorbendoli in una realtà che non lascia troppo spazio a ciò che è Vero, che non lascia emergere alcun valore che non sia studiato o costruito, partorendo personalità distorte e deviate.
Tutto ciò impatta anche sulla vita degli altri protagonisti che, in questa conclusione, li vediamo tutti intraprendere strade definitive verso una personale realizzazione. Ognuno di loro, pur mostrandosi per le loro debolezze, riesce a maturare.
La maturazione è infatti un altro dei temi principali di Bojack Horseman 6. Diane e Mr. Peanutbutter riescono a trovare un senso alla loro vita, comprendendo su gli obbiettivi sui quali devono lavorare maggiormente: Mr. Peanutnutter su se stesso e Diane sulla fiducia verso il prossimo. Princess Carolyn riesce, dopo una dolorosa realizzazione, a trovare l’amore e un equilibrio nella sua vita con Judah e Todd trova un lavoro che si lega alla sua felicità e finalmente si sistema.
Questo, però, è ovviamente strettamente legato col viaggio che hanno affrontato, con le scelte che hanno fatto, con la sofferenza che hanno vissuto e non tarderanno mai di ricordarcelo, perché è stato proprio il loro passato a renderli quello che attualmente sono.
Parlando invece della costruzione narrativa, possiamo dire che ogni episodio di questa parte finale di Bojack Horseman racconta qualcosa di fondamentale su tutti quanti, continuando a stringere un cappio invisibile che soffoca e soffoca… Le conseguenze finalmente giungono alla luce, distruggendo ogni idea e escamotage, fino agli ultimi due episodi. Questi sono di un’intensità indicibile.
Da una parte abbiamo il penultimo episodio, un viaggio a sé che fin dai primissimi istanti anticipa una delle idee che più hanno assillato i fan di recente. Ci troviamo davanti ad un tracollo, un “continuo cadere” verso un baratro inizialmente indefinito che in seguito trova una chiara rappresentazione e una resa che piega letteralmente in due. Dall’altra il vero finale di serie, una sorta di “ritrovarsi” fra tutti i protagonisti, un perdonarsi, forse, sotto al cielo stellato di una città che non cambierà mai… A differenza di tutti loro.
Bojack Horseman 6 - Recensione seconda parte -
Conclusioni
In conclusione questa chiusura di Bojack Horseman riesce a toccare le corde sensibili di tutti i fan, rompe le aspettative, senza però affondare fino in fondo ogni certezza in un finale che pare sospeso, poeticamente sospeso, nostalgicamente sospeso, nell'amarezza degli sguardi e delle frasi non dette...
Un addio difficile da digerire.
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