Britannia è arrivata alla 1×05. Con metà stagione alle spalle, tiriamo le somme di questo quinto episodio, più lineare, ma non privo di scene importanti.
Siamo arrivati a poco più di metà stagione, composta in totale da nove episodi. Questa quinta puntata si assesta su una narrazione più pacata e discorsiva, mantenendo comunque alto l’interesse.
Britannia 1×05
Le vicende nella remota regione della Britannia cominciano ad intrecciarsi sempre più. Ritroviamo i Regnenzi (assenti nelle ultime puntate) intenti a stipulare l’alleanza con i romani. I Cantiaci, invece, si trovano ancora al cimitero per terminare il sacrificio di Re Pellenor. Kerra è titubante, incerta della volontà degli dei di averla scelta come regina. Phelan, al contrario, inizia a maturare dei dubbi riguardo l’integrità della sorella. Dubbi instillati dalla moglie Amena, furiosa e disperata perché non è stato scelto il marito come sovrano. Poi, le vicende di Plauzio e Divis iniziano ad avvicinarsi l’un l’altra, presto pronte per sfociare in uno scontro mortale. Il demone Lokka contro il druido reietto, destinato a sconfiggere il maligno. Il tutto è coronato da una regia che inizia a tirare fuori il meglio di sé e una fotografia finalmente all’altezza. I colori, la composizione, i movimenti di macchina si amalgamano alla perfezione in un risultato esotico e peculiare. (La) Britannia sta finalmente mostrando la sua ferocia.
Britannia 1×05 SPOILER
L’episodio si apre con quell’elemento viscerale che mancava nella scorsa puntata, quasi abbiano sentito le nostre richieste. La preparazione della salma di Re Pellenor è brutale, raccapricciante e disturbante. Queste crude immagini sono accompagnate dalla pacata e speranzosa narrazione della druida servitrice di Veran. Inutile dire che il contrasto che si viene a creare è sublime. Kerra nutre seri dubbi sulla decisione degli dei, ovvero che sarà la futura regina dei Cantiaci. Per questo cerca informazioni e spiegazioni da Veran, il quale le svela che è stato Plauzio a imporgli di sacrificare Re Pellenor e nominarla regina. Phelan, influenzato dal giudizio di Amena, torna alla cittadella dei Cantiaci per chiedere a Vito, il prigioniero romano, se Plauzio ha parlato con i druidi. Scoperta la risposta, scappa con Ania, loro prigioniera e nipote di Antedia, regina dei Regnenzi. Quest’ultima stipula l’accordo con Plauzio riguardo la loro alleanza contro i Cantiaci, chiedendogli anche di uccidere Veran. Prima dell’accordo, però, il generale romano si è fermato nella caverna di Divis, ammaliato dalle rune scolpite sulle pareti, convinto che le abbiano incise gli dei. Così lascia l’elmo come simbolo del suo passaggio. Al ritorno, trovando l’oggetto, Divis capisce che Lokka, il demone supremo, è in Britannia e si dirige verso l’accampamento dei druidi. Qui incontra Quin, vecchio druido con le fattezze nientemeno di David Bradley, conosciuto per il ruolo di Gazza nella saga cinematografica di Harry Potter e per il perfido Walder Fray de Il trono di Spade. Questo avverte il reietto che Veran si trova al cimitero sacro, per poi raccontargli la storia del druido.
La leggenda di Veran
Questa è forse una delle scene migliori viste nella serie, finora. La leggenda raccontata dal vecchio si contrappone ai primi piani e ai campi lunghi a rallentatore del druido, perso nei suoi pensieri, accovacciato al centro della costruzione in pietra che compone il cimitero sacro. I colori freddi della regione, tendenti al blu, vengono spezzati dal caldo ardere dei bracieri. I dettagli delle mani agitate, del volto preoccupato si miscelano alla figura imponente e immortale derivante dal racconto. Tutte contrapposizioni che accentuano la finzione dietro il mito. Il druido supremo dei racconti che cela gelosamente la sua mortalità, la sua umanità. Le immagini smitizzano il verbo. L’intera scena è la rappresentazione visiva di quanto le parole possano influenzare il giudizio dell’uomo, convinto che quanto è scritto o tramandato oralmente è verità assoluta. Tuttavia, è sufficiente uno sguardo leggermente più attento per comprendere che la realtà è molto diversa da quanto idealizzato. Bastano pochi secondi per distruggere una leggenda, ma altrettanti per costruirne una nuova.
A lunedì prossimo con la sesta puntata di Britannia.