Chernobyl è una di quelle serie che ti scuote dentro, che ti trascina nella realtà della storia senza lasciarti respirare e senza trattenerne gli orrori, proprio per questo ha conquistato il grande pubblico ottenendo ottimi risultati che hanno portato anche a curiose reazioni…
Il quarto episodio dei Chernobyl si muove fondamentalmente lungo tre strade: da una parte abbiamo il problema della grafite sul tetto della centrale e la ricerca del giusto metodo per ripulire ed eliminare l’ennesima minaccia, poi c’è la storia della moglie del pompiere e un tuffo negli eventi che hanno segnato i volontari.
Qui vediamo come piano piano tutti i pezzi cominciano a muoversi seguendo le parole di Valery e Shcherbina, le scelte che hanno preso e che stanno prendendo conducono anch’esse a forti conseguenze e a piccoli successi. La Russia comincia a muoversi nei confronti di un disastro ben più grande di quanto non sembri e proprio in diretto contrasto con tutto questo abbiamo i tentativi dello stato di nascondere, insabbiare e modificare la realtà dei fatti con l’unico intento di salvaguardare l’immagine dello stato.
Questa è una delle critiche più forti di Chernobyl.
Quanto è accaduto ha impattato con il territorio che circonda la centrale, corrompendo con le radiazioni ogni cosa per chilometri e chilometri : alberi, piante, animali…
Questo genere di situazione proietta lo spettatore direttamente tra le fila di coloro che sono stati mandati a dare una mano, precisamente in un piccolo gruppo di tre persone che hanno il compito di “ripulire” il luoghi un tempo abitati dalla presenza degli animali contaminati.
Tutto culmina nel fuoco e nella polvere da sparo in una scena straziante che va ad aggiungersi a tutto il dolore a cui abbiamo assistito fino ad ora. Un silenzio di tomba accompagnato da una fotografia che trasmette l’angoscia non soltanto attraverso il montaggio generale, anche tramite gli sguardi spenti e le parole di coloro che affogano tutto questo nella vodka e nel cemento.
Una testimonianza forte, in questo quarto episodio di Chernobyl, l’abbiamo anche con la scena del tetto. Non riuscendo a trovare un mezzo robotico adeguato per l’elevato numero di radiazioni ecco che gli esseri umani tornano ad essere l’unica soluzione possibile e in una corsa contro il tempo viene ricostruito un momento forte del nostro passato.
Tutto culmina in due momenti, la scena del parto, in cui ancora una volta la sofferenza degli innocenti viene messa al centro della narrazione e quella in cui Valery. Shcherbina e Ignatenko discutono su quanto dovrà essere rivelato nel corso delle varie conferenze, sarà la verità a prevalere o le menzogne costruite intorno ad interessi egoistici?