Dark 2 è stato rilasciato lo scorso 21 giugno e dopo giorni di attesa ecco la nostra recensione di questa seconda stagione targata Netflix.
Sic Mundus Creatus Est [presenza di spoiler]
Alla fine della prima stagione della serie tedesca Dark, ci eravamo lasciati con un grande enigma: come riusciranno i nostri protagonisti a uscire da questo ciclo infinito? Il povero Ulrich infatti, era rimasto intrappolato nel 1953 e il piccolo Mikkel si era ormai inserito nella società degli anni ’80. Nel frattempo, la versione più giovane di Jonas aveva effettuato un salto in avanti di ben 33 anni, finendo nel 2053. Dark 2 riprende sei mesi dopo quel fatidico giorno.
Jonas deve cercare di tornare nel suo tempo, ma questa volta non avrà né una macchina del tempo né il passaggio all’interno della grotta, chiuso dalla sua versione adulta. Nel 2020 la trama prosegue e gli amici di Jonas iniziano a domandarsi che cosa stia accadendo veramente a Winden. Mentre Magnus, Franziska e Martha cercano di scoprire la verità sulla scomparsa dei loro cari, anche gli adulti si danno da fare e la polizia incarica il nuovo agente di polizia Clausen di formare una Task Force per risolvere il caso.
In Dark 2 Noah, etichettato come il villain della serie nella prima stagione, si scopre essere solamente una pedina di qualcuno ancora più in alto di lui: Adam. Le due fazioni di viaggiatori che si stanno impegnando per mettere fine a questo loop infinito, ognuna delle quali a modo suo, sono infatti capitanate da quest’ultimo e dalla scienziata Claudia. Tutte le domande che ci eravamo posti nella prima stagione stanno trovando finalmente una risposta ma… era davvero quella che ci aspettavamo?
“Ich bin du”
Se con la prima stagione di Dark abbiamo avuto bisogno di foglio e penna per prendere nota di tutti i personaggi presenti all’interno delle varie linee temporali, con Dark 2 la situazione si fa ancora più complessa. In questa seconda stagione infatti assistiamo ad alcuni veri e propri paradossi temporali e molte delle persone che conoscevamo si scoprono essere anche qualcun altro.
Guardando a questo aspetto chiave della serie, dobbiamo fare un plauso a Jantje Fresie e Baran bo Odar per la scelta del cast. Le versioni giovani, adulte e perfino anziane dei vari personaggi presentano delle somiglianze a dir poco sorprendenti, rendendo la serie ancora più coinvolgente. Non disperate comunque, i collegamenti non sono così complessi da non permettere di seguire senza troppa difficoltà il susseguirsi degli eventi. I registi infatti sono stati bravi anche nel programmare ogni piccolo dettaglio in modo tale da far capire ogni cosa a qualsiasi spettatore. Un’inquadratura, una frase o anche un semplice sguardo difatti, permettono al pubblico di arrivare alla soluzione rimanendo sconvolti nella maggior parte dei casi.
Se con la prima stagione i colpi di scena e la trama avevano convinto pienamente appunto, con Dark 2 il livello si è alzato ancora di più, portando gli spettatori a non riuscire a staccarsi dallo schermo fino alla fine dell’ottavo episodio. Non ci sono eventi che non tornano, o frasi sbagliate. Tutto quadra, e proprio per questo gli eventi sono ancora più sconvolgenti.
La serie di Dark comunque non è finita qui. Ancora tante domande devono trovare risposta e l’ultimo ciclo è appena iniziato. Le riprese della terza stagione sono cominciate a giugno e se quest’anno la seconda stagione è stata rilasciata il 21 giugno, data in cui ha inizio il suo primo episodio, chissà che la terza stagione non esca proprio il 27 giugno 2020, giorno dell’Apocalisse che ha appena distrutto Winden. Non ci resta che attendere per scoprirlo.
Recensione Dark 2
Conclusioni
In conclusione questa seconda stagione di Dark ci ha convinti ancor più della prima. La musica, il cast, la sceneggiatura, tutto è stato curato fin nei minimi dettagli portando gli spettatori di tutto il mondo a fare teorie su ciò che accadrà nella terza e ultima stagione. Dark si conferma quindi come la miglior serie sovrannaturale di Netflix.