In seguito al grande clamore generato dal terzo episodio di Game of Thrones 8 la community si è letteralmente infiammata verso quello che potrà portare la serie. Questo terzo episodio ha condotto moltissimi alla riflessione, in parecchi non hanno apprezzato la fotografia e il buio che ne è scaturito, esprimendo a chiari caratteri la loro delusione in merito. Adesso tutto riparte con il quarto, la speranza ancora divampa.
Prima della lettura è giusto precisare che la seguente recensione includerà nella sua trattazione alcuni spoiler dell’episodio, pertanto vi invitiamo a non procedere alla lettura senza aver prima visionato il tutto.
Questo quarto episodio di Game of Thrones 8 si riapre nei pochi istanti chiari che hanno concluso il terzo. Le conseguenze di quanto accaduto, di quanto abbiamo visto succedere, sono ora manifeste davanti agli occhi di tutti, palesati da un insieme di inquadrature e di corrispettivi che in un silenzio estremamente emotivo mettono in evidenza la fragilità di ognuno, ed il peso delle perdite, anche a livello soggettivo-personale.
Le lacrime di tutti quanti bagnano il momento che con la neve e le parole di Jon acquistano una solennità degna di Ned Stark stesso, dimostrando quanto la voce di questo personaggio sia ancora molto forte e ben accolta.
Gli eventi affrontati in questo frangente narrativo, comunque, non vogliono assolutamente concentrarsi soltanto verso il passato, in seguito al rispetto verso i caduti ecco che la narrazione si sposta immediatamente verso quello che verrà.
La morte è stata abbattuta e, a quanto pare, non importa più a nessuno. La battaglia e tutti i suoi traumi scivolano via mentre gli antichi rancori riaffiorano tra un bicchiere di vino e l’altro, mentre le fiammelle delle candele brillano sul ferro battuto degli sguardi e delle battute taglienti.
La scena della cena è proprio questo, un rapido ritorno alla situazione precedente alla “Grande Battaglia”. Tutti i personaggi di Game of Thrones attualmente legati alla storia riprendono il loro ruoli, mettendo da parte quanto hanno vissuto, come prima, e la situazione ritorna ad essere una grande partita a scacchi di cose dette e non dette dove anche una fuggevole nomina rappresenta un prezzo per il futuro.
In tutto questo ritroviamo una Daenerys apparentemente disarmata e sola guardarsi intorno con le parole di Jon a tormentarle lo sguardo, e mentre la Madre dei Draghi cerca di dare un ordine ai suoi progetti futuri, il passato riaffiora nell’incontro fra Clegane e Sansa.
Ogni personaggio di Game of Thrones ha però vissuto un lungo viaggio fino a questo punto, viaggio che li ha messi davanti a scelte e sacrifici infiniti e le trasformazioni sono state inevitabili. Un uccellino fra le nuvole adesso è più nero di un corvo nel petrolio, e di una ragazza è rimasto soltanto uno sbiadito e freddo e violento riflesso.
Ovviamente non c’è tempo per soffermarsi sugli allori e mentre la realtà non ritarda a prendere forma Dany chiede a Jon, supplicandolo, di tenere nascoste le sue origini, esponendo per prima le sue paure.
Al tavolo delle strategie di guerra vengono ragionati i dettagli delle prossime mosse. Qui tornano a palesarsi nuovamente i contrasti che ben conosciamo, contrasti che culminano con un nuovo piano e una riunione privata tra gli ultimi Stark rimasti.
Sarà proprio questo incontro a mischiare ancora le carte di Game of Thrones. Adesso anche Sansa e Arya sanno la verità su Jon.
Passato, presente e futuro arrivano a fondersi nel momento in cui Bronn incontra Jaime e Tyrion. Il tagliagole resta sospeso in un limbo decisionale affidando il destino dei due protagonisti ad una nuova promessa, l’ennesima dai Lannister.
Molto toccanti i saluti fra Jon e i suoi amici più vicini, quasi una rievocazione degli addii a Grande Inverno durante la prima stagione.
Il culmine interessante della puntata arriva quando il segreto sulle origini di quest’ultimo diventa un’informazione. Dany ha subito durissimi colpi nel corso dei vari attacchi di Cersei e aiutando Jon, e la sua forte emotività sta prendendo il sopravvento sulla lucidità, inabissando le parole dei suoi consiglieri che arrivano, all’ombra di un trono, a parlare di “legittimo erede al trono”.
In questo effluvio di punti di vista, sfiducia e consigli tutto naufraga nelle scene finali in cui si palesa l’inutilità del dialogo in contrasto ad un’esecuzione a sangue freddo e una corsa nella notte.