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Recensione

Gotham 4×12 – La recensione dell’episodio

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Nel nuovo episodio di Gotham le dinamiche belle, quelle drastiche e ritmate, a cui siamo stati abituati soprattutto nella stagione 3 sono finalmente ritornate. Dopo un’iniziale periodo decisamente appiattito, la quarta stagione di Gotham ha rimandato in alto l’hype degli spettatori con una prima metà episodio in cui una parabola di riprese continue, e ben strutturate, mostra l’arco di diversi episodi e personaggi intrecciarsi tra di loro in un modo decisamente accattivante.

L’episodio è quasi completamente incentrato nella parte bassa di Gotham, i Narrows. Qui possiamo assistere alla rinascita definitiva di Poison Ivy, che finalmente si risveglia dal suo sonno dopo essersi iniettata una cospicua dose di sostanze chimiche che le hanno attuato un nuovo cambiamento. Ora Ivy ha cambiato nuovamente volto ed è decisamente più letale e più pazza di prima;  infatti si dà alla gioia, prima eliminando un poveraccio a sangue freddo e poi auto-invitandosi ad una festa dove, riconosciuta da Selina Kyle, inizialmente sembra stia per ucciderla ma alla fine, in nome della loro precedente amicizia decide di risparmiarla.

Nel frattempo si incrociano contemporaneamente le strade di Jim Gordon (ora commissario della polizia di Gotham), Lee Thompkins, Ed Nygma ed Alfred Pennyworth. L’ex dottoressa è infatti ora bersaglio di un sicario pagato da qualcuno che non vuole la sua leadership nei Narrows ed è proprio Gordon a mettersi, inconsapevolmente, sulle sue tracce per scoprire il mandante.

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L’incontro tra i due è a tratti commovente, dà quasi l’idea allo spettatore di doversi rassegnare all’idea che ormai i personaggi sono cresciuti, cambiati sia nel bene che nel male: Gordon ha ancora la città a cui badare, e Lee intende trovare la redenzione dagli eventi del virus Tech ricostruendo i Narrows e facendone una zona vivibile per gli abitanti. Nel frattempo però il suo nuovo socio, Ed Nygma, sembra avere ancora problemi di squilibrio mentale, cosa che attendevamo da un bel pò di tempo. Nei Narrows c’è anche una nuova inattesa presenza: Alfred, dopo il distacco da Bruce, conduce una vita inquieta, cercando anche scontri fisici per lenire la sua sofferenza. Riesce a confidarsi con una giovane cameriera a cui sembra avvicinarsi molto; inizialmente pare debba nascere qualcosa tra i due ma, come al solito agli sceneggiatori piace il colpo di scena: la ragazza perderà la vita dopo poco a causa del fidanzato, provocato dallo stesso Alfred. L’uomo riuscirà a far arrestare il colpevole con l’aiuto di Bullock, e quest’arco narrativo per quanto breve e (apparentemente) insignificante ci ha permesso di vedere Alfred nella sua interezza, facendo emergere nuovamente il suo lato oscuro, un lato che purtroppo non vediamo molto spesso a causa della sua cieca fedeltà al giovane Wayne.

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Nel frattempo Selina incontra ad una festa proprio Bruce e tra i due pare esserci una sorta di inversione dei ruoli: Cat sembra aver trovato una certa stabilità al punto da prendersi persino delle responsabilità, mentre Bruce conduce una vita senza frenesia per cancellare il trauma di aver ucciso una persona.

Insomma il clima attuale di Gotham ha gettato i personaggi in un metaforico specchio in frantumi (da cui il titolo ‘Pieces of a Broken Mirror‘), ribaltandoli quasi completamente. Di ognuno di loro rimangono solo i pezzi di ciò che era prima, ma nelle loro interazioni questi cambiamenti funzionano e fanno scorrere al meglio la storia. Possiamo solo aspettarci che il ritmo dei prossimi episodi di Gotham continui a salire, poichè per quanto bello, questo episodio si apre e si chiude da solo, ed ora c’è bisogno di mettere un pò di intreccio solido nella trama.

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