Con un episodio finale piuttosto moderato nella messa in scena, Killing Eve giunge al termine della sua terza stagione con nuove quanto difficili scommesse per il futuro.
La terza stagione di Killing Eveha saputo aprire le danze con un colpo di scena davvero degno di questo nome. L’improvvisa uscita di scena di un personaggio amato ha quindi preparato il terreno per una stagione eclettica, ricca di virtuosismi e anche di coraggio. Dopo la strepitosa quinta puntata che sembra già consegnare non pochi premi a Jodie Comer, lo show di BBC America, tuttavia, ha scelto una via più moderata culminata silenziosamente in un finale solido, coerente ma privo di vere scosse.
Foto: BBC America
I nuovi piani di Villanelle (Jodie Comer) devono prima superare il confronto con Carolyn (Fiona Shaw). Quest’ultima, però, sembra essere più interessata a portare a termine la sua vendetta piuttosto che a scendere a patti con una spietata killer pentita. Chi è responsabile della tragica morte di suo figlio Kenny? La sua ricerca di una risposta a tutti i costi si intreccia così con le dinamiche dei Dodici. Le dinamiche dell’organizzazione di spie che da due stagioni agisce nell’ombra di Killing Eve sembrano lentamente affiorare. Questo, tuttavia, non significa necessariamente che la fine del suo controllo sia vicino.
Il legame tra Eve (Sandra Oh) e Villanelle, invece, conduce le due protagoniste verso nuove sfide. Dopo essersi confrontato con i loro lati più oscuri di passato e presente, entrambe devono prepararsi a orizzonti completamente inediti. Un nuovo capitolo delle loro vite sta per essere scritto con la consapevolezza che quanto visto fino ad ora ha ancora molto da raccontare grazie alla sua continua voglia di reinventarsi mettendosi in gioco.
Foto: Laura Radford/BBCAmerica/Sid Gentle
Svolte per il destino di Killing Eve
Nel corso di tre stagioni, questa serie ispirata alla serie di romanzi di Luke Jennings ha saputo gradualmente trasformarsi, reinventandosi continuamente grazie a personaggi specchio di interpreti estremamente carismatici. Ogni stagione, sotto la guida di una diversa showrunner, ha scelto di approfondire dettagli e temi differenti. Killing Eve con il suo ultimo ciclo narrativo ha osato mettere ancora ogni certezza in discussione e il suo pubblico ha saputo premiarlo per questo motivo. Il finale di stagione è solido, coeso e intrigante: è la perfetta e necessaria conclusione – seppur temporanea – di un capitolo che ha posto Eve e Villanelle in due nuove posizioni, cambiando definitivamente il rapporto tra le due ma anche il loro ruolo nella realtà della serie conosciuta finora.
Foto: BBC America
In un episodio ben definito dalla regia di Damon Thomas regna un equilibrio quasi surreale sostenuto probabilmente dal confronto tra due penne diverse alla sceneggiatura, quella più briosa della showrunner Suzanne Heathcote e quella moderata di Laura Neal. Le due protagoniste, infatti, pur essendo protagoniste e grandissime interpreti di alcuni momenti senza dubbio irresistibili, nelle sequenze cruciali dell’azione sono totalmente in secondo piano diventando a loro volta spettatrici delle trame più legate all’anima thriller dello show. Fiona Shaw – forse la vera grande riconferma di questa terza stagione – si fa carico proprio di questa componente. Si segna così, quasi collateralmente, un momento di svolta per Killing Eve.
La serie è infatti arrivata a un bivio. Con questo ultimo episodio ha chiuso per sempre una fase della storia di Eve e Villanelle. Ora il loro futuro è segnato da dubbi e incertezze ma anche da infinite possibilità narrative. Per due stagioni, infatti, gli appassionati hanno conosciuto e amato una serial killer spietata, a tratti un po’ naif, in grado di stupire ogni volta con un modus operandi mai banale o prevedibile. Come cambierà Killing Eve davanti alla possibilità di una nuova Villanelle priva del suo istrionico fascino letale? Questi quesiti non riguardano particolarmente Jodie Comer, ormai a pieno diritto tra i nomi più talentuosi del piccolo schermo. La grande sfida è destinata per la creatività degli autori della serie che dovranno inevitabilmente fare i conti con un cambiamento senza precedenti nella natura di questo prodotto televisivo.
Missioni per il futuro dello show
In conclusione, questo episodio di Killing Eve è risultato essere la naturale conseguenza di quanto costruito nel corso di sette ottimi episodi. Un cast eccezionale, costellato anche da una new entry brillante come Harriet Walter, non ha deluso le aspettative. Ogni puntata ha infatti regalato un intrattenimento di qualità e posto basi interessanti per futuri sviluppi. Alcune rivelazioni, caricate di attese e tensioni sin dall’esordio, non hanno forse completamente ripagato la curiosità. Tuttavia hanno saputo fornire i tasselli mancanti di un puzzle sempre di altissimo livello, con pochi pari nel panorama televisivo. La serie, quindi, pur rinnovandosi, non tradisce il suo spirito. Accativante ma mai inconcludente, suggestiva ma sempre esaustiva nei suoi sviluppi: la missione si può dire compiuta!