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Dov’è il mio corpo? – Nuovo film d’animazione su Netflix

Dov’è il mio corpo?J’ai perdu mon corps, capolavoro d’animazione acclamato a Cannes

Netflix ci sta abituando bene, bisogna ammetterlo. E con le sue ottime produzioni, la raccolta di pellicole di culto, la corsa ai premi dei festival di tutto il mondo, a volte fa distrarre gli spettatori (colpa nostra!) da veri e propri gioielli di cinema nascosti tra gli altri titoli. Dov’è il mio corpo? è uno di questi. Come vi avevamo annunciato, è uscito su Netflix a novembre 2019 questo bellissimo film d’animazione del regista Jérémy Clapin, animatore francese al suo primo lungometraggio. Ispirandosi ad Happy Hand, romanzo dello scrittore Guillaume Laurant, già sceneggiatore candidato all’Oscar per Il favoloso mondo di Amelie che ha lavorato con il regista all’adattamento cinematografico della sua storia, Clapin ha realizzato un piccolo capolavoro, molto acclamato al Festival di Cannes 2019.

La trama del film – animazione fantasy

La storia è quella di Naoufel, giovane orfano che cerca di ritagliarsi uno spazio in una Parigi durissima e poetica insieme. È una storia d’amore, come sempre, come tutte: amore per una ragazza, amore per i suoi genitori, amore per il suo corpo, per il cielo, per il vento. C’è del dramma, una sofferenza rimarcata dai ricordi, lunghi flashback dell’infanzia del ragazzo. C’è anche tanto presente, una città che corre e poi si ferma, una realtà, quella delle banlieue parigine, spesso violenta e cruda. Parallelamente c’è un’altra storia un po’ fantasy, che poi è la stessa: quella della mano di Naoufel, persa dal giovane per un grave incidente, che fugge dall’ospedale in cui è conservata per riunirsi al suo corpo, per formare di nuovo un intero. Ed è questa la parte più incisiva del film: Jérémy Clapin riesce nel difficile intento di donare dei sentimenti ad una mano, a restituire allo spettatore sensazioni ed emozioni umane proprio attraverso il percorso turbolento dell’arto di Naoufel. Come se la vera conoscenza del mondo, i ricordi, l’amore ed il dolore, passassero sempre attraverso il nostro corpo.

La mano di Naoufel in una scena di Dov’è il mio corpo?

Un film da vedere – perché

È un film da vedere per tanti motivi, primo fra tutti: perché è qualcosa di mai visto prima. E poi perché l’animazione è ben realizzata, i colori ed i suoni sono profondi come la storia. Le musiche, un misto tra Yann Tiersen ed il rap francese (non a caso Dan Levy è stato candidato al premio César per la miglior colonna sonora, ed ha vinto al Festival di Sitges per il suo lavoro nel film), riescono a creare una sintesi perfetta tra la poesia urbana e lo stato d’animo dei protagonisti. È su Netflix, correte!

Veronica Antonelli

Laureata in Giurisprudenza, appassionata di cinema, vivo a Roma ma le mie radici sono a Rimini, città di Federico Fellini.

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Veronica Antonelli

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