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Perchè “Sex Education” è la serie tv di cui avevamo bisogno

Perchè “Sex Education” è la serie tv di cui avevamo bisogno

Per tirare su una serie tv di successo, basta ormai davvero poco. Situazioni e dinamiche già viste e riviste, qualche storia d’amore dal finale scontato, e tantissima pubblicità. Già, perché nel vasto ma in realtà piccolo catalogo di Netflix, il maggior “distributore” di serie tv del mondo, gli utenti non guardano ciò che meriterebbe di essere guardato, ma ciò che ha popolarità. Più una produzione riesce a ottenere popolarità, e più – grazie a un passa parola mediatico – otterrà successo. Ma fortunatamente le cose non vanno sempre così: nell’oceano del colosso della Tv 2.0, ogni tanto escono fuori delle perle davvero stupende. Perchè “Sex Education” è la serie tv di cui avevamo bisogno.

Sesso ovunque!

Il titolo non può ingannare: “Sex Education”, serie tv prodotta e distribuita interamente da Netflix, si occupa di un compito davvero importante: mettere al centro dell’attenzione un argomento divenuto ingiustamente un grandissimo tabù, il sesso. Nella scuola di Moordale, una piccola cittadina inglese, si svolge la storia di Otis, il classico teenager nascosto nell’anonimato di una piramide sociale fondata sulla popolarità. Proprio come ci hanno insegnato nel corso degli anni i soliti clichè americani. Nella scuola di Moordale, cosi come in qualsiasi altra “americanata” sui teenager, è tutto basato sulla popolarità. Non c’è un singolo personaggio dell’intera produzione, che non si preoccupi nemmeno per un secondo, di cosa pensino gli altri di lui, e spesso, parecchie delle scelte che poi porteranno a evoluzioni e svolte importanti della trama, dipendono proprio dalle conseguenze sui personaggi principali, del “fattore popolarità”. I cervelli che popolano “Sex Education” ragionano, mangiano, respirano e pensano per un solo e unico obiettivo: diventare i più popolari della scuola.

Qualcuno potrebbe iniziare a storcere già il naso, ma tranquilli: di sesso si inizia a parlare già dai primi minuti dell’episodio pilota – fortunatamente -, e non se ne smetterà mai. Eiaculazione precoce, impotenza, coming out, insomma, chi più ne ha più ne metta, perché “Sex Education” decide di provare ad affrontare tutti quei problemi sessuali che attanagliano milioni di teenager. Gli stessi che di queste problematiche non sanno con chi parlarne, spesso neanche con i propri amici. Ed è proprio qui che nasce la brillante idea di Otis e Maeve, ideatori di una vera e propria clinica di consulenza sul sesso tra ragazzi.

Il classico stereotipo americano…

Se Otis e compagni vanno premiati per aver provato a portare sullo schermo un argomento di cui si parla davvero poco, va detto che la produzione non è esente da difetti strutturali. Alcuni anche abbastanza gravi. Se basare il concetto di fondo sulle tematiche legate al sesso tra i giovani si è rivelato un vero e proprio colpo di genio, il contesto in cui avviene tutto ciò ci riporta con i piedi per terra. Anche  Ma quello della popolarità non è l’unico stereotipo presente; fin dai primi episodi infatti, lo spettatore è messo in grado di inquadrare ed etichettare tutti i personaggi, grazie ai più famosi archetipi. A partire dall’atleta, fino al bullo della scuola, passando per il nerd, l’appassionato di letteratura e cosi via. Se da una parte può sembrare come un qualcosa di banale però, ogni personaggio di “Sex Education” contiene delle moltitudini. Dal campione di nuoto che soffre d’ansia, fino al bullo che inizia a manifestare mancanza d’affetto paterno; nella prima stagione della serie c’è del potenziale più che discreto anche nella storyline più marginale. Che gli venga dedicato pochissimo screentime è davvero un peccato.

…In pieno stile Netflix

Nonostante la presenza di alcuni stereotipi fin troppo banali, un pensiero a parte lo merita la “veste grafica” della produzione, ovviamente in pieno stile Netflix. Nei primi istanti dell’episodio pilota – ma anche nel corso dell’intera prima stagione – si ha la netta sensazione di non percepire affondo dove e quando si svolgono le vicende dei ragazzi della Moordale. Se una rivista pornografica e una camera da letto (quella di Otis, il protagonista) ci fanno subito credere di essere nel corso degli anni 80′, solamente una citazione a Pornhub riesce a indirizzarci nel giusto periodo storico.

Discorso assai simile anche per la location. Nonostante tutto lasciasse pensare a una piccola cittadina di montagna nel Nord degli Stati Uniti, “Sex Education” è ambientato in Inghilterra. La scelta di “americanizzare” ogni aspetto della scuola frequentata dai protagonisti è una scelta ben ponderata. Atta a ricordarci che al giorno d’oggi il marketing conta più del contenuto. Ma per le tematiche trattate, e il modo in cui si è scelto di farlo, “Sex Education” è proprio la serie di cui i millenial avevano bisogno. A patto di riuscire a sorvolare qualche errore di troppo.

 

Matteo Paniccia

Nato ad Alatri il 23/03/1997, attualmente collabora per numerose testate giornalistiche sportive. Raccontare di calcio però, non è il suo unico hobby (fortunatamente). C'è spazio anche per i libri, la musica e i videogiochi.

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