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Susan Bernecker accusa Hollywood

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La morte di John Bernecker continua a far parlare di sé. La sentenza non accontenta nessuno. Ora, a parlare è la madre, Susan Bernecker, che si scaglia contro Hollywood.

Era arrivata una sentenza da parte dell’OSHA (Occupational Safety and Health Administration) qualche giorno fa. L’agenzia del dipartimento del lavoro aveva deciso per la pena massima: una multa di quasi 13.ooo dollari alla casa di produzione di The Walking Dead. Già ne avevamo parlato. La vicenda da subito sembrava non esser finita. Infatti, la Stalwart Films, la casa di produzione condannata, aveva dichiarato che non accettava la sentenza e avrebbe intentato un ricorso.

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John e Susan Bernecker

Ebbene, ora la vicenda si allarga. Susan Bernecker, madre dello stuntman John, in un’intervista rilasciata a deadline, è ritornata sulla vicenda e ha espresso dure accuse a Hollywood.

Cosa ha dichiarato Susan Bernecker? Cerchiamo di riassumere il suo punto di vista per inquadrare meglio vicenda e contesto. Non è un caso, infatti, che le sue dichiarazioni arrivino ora, dopo lo scoppio dei casi di molestie sessuali e dopo i Golden Globe, dove questa questione è diventata il fulcro della serata, lasciando in secondo piano premi e vincitori. Pensate al discorso di Oprah Winfrey o alla scelta delle attrici di vestire in nero per solidarietà alle donne che hanno subito molestie.

Susan Bernecker s’inserisce in questo contesto e riapre la questione della sicurezza sul lavoro nel mondo del cinema. Da più di 10 anni ha sentito suo figlio John e molti suoi colleghi lamentarsi delle condizioni in cui lavoravano nell’industria del cinema e della televisione. Condizioni che per niente potrebbero definirsi di sicurezza.  Mentre lo racconta ci tiene a precisare che, oramai, era diventata amica di quasi 60 stunts e lo è ancora. Li considera come figli adottati e che queste lamentele le ha sempre ascoltate.

susan berneckerDetto questo, quando era scoppiato il caso Weinstein, Susan racconta che lo aveva immediatamente legato alle mancate condizioni di sicurezza sul lavoro, trovando una cosa in comune in entrambe le questioni: il codice del silenzio. Come tante donne nel mondo del cinema avevano taciuto gli abusi, così gli stunts avevano taciuto sulle condizioni pericolose in cui lavoravano. E Susan Bernecker continua così il suo ragionamento: “Se togliete la parola “sesso” e ci mettete la parola “sicurezza”, è la stessa cosa” – dice – “Ci sono le stesse pressioni e gli stessi rischi. Le persone non parlano perché hanno paura di perdere il lavoro e di non trovarlo più. E pensate alle stunt donne che hanno problemi in entrambe le questioni. Alcune di loro mi hanno detto che hanno subito molestie sessuali per ottenere il lavoro. Due ragazze me l’hanno confessato nell’ultimo anno“.

Seguendo le sue dichiarazioni viene fuori un quadro terrificante di Hollywood. Ma, come se non bastasse, Susan Bernecker getta un’ombra ancora più pesante sull’ambiente del cinema. Ed ecco che si torna alla sentenza dell’OSHA riguardo alla morte di John. Lei afferma che la pena massima data alla Stalwart Films è ridicola. Perché quella somma è inferiore alla cifra che le case di produzione spendono in cibo per due giorni per tutti i lavoratori di un film. Dunque, una multa così irrilevante provoca un danno maggiore perché né incentiva né obbliga a seguire le regole. E afferma chiudendo il ragionamento: “Se la multa fosse di mezzo milione di dollari, allora avrete la loro attenzione. Ma con una di circa 12.000 dollari non avrete l’attenzione di nessuno di loro sul tema della sicurezza sul lavoro“.

E pensare che, addirittura, la Stalwart Films pensa di fare ricorso.

Formazione prettamente umanistica: dalla triennale in Lettere a Torino alla magistrale in Editoria e giornalismo a Roma. Appassionato di scrittura e cultura... e oramai da anni invischiato nel mondo delle serie tv.

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