L’alienista, nuova serie Netflix, sta per sbarcare sulla piattaforma streaming, ma noi abbiamo avuto la possibilità di vedere i primi cinque episodi in anteprima. Ecco le nostre prime impressioni senza spoiler.
Netflix si prepara a rilasciare in Italia una delle serie più interessanti del momento, L’alienista. Da subito l’attenzione per questa produzione è stata altissima in quanto nel cast troviamo attori molto celebri come Daniel Brühl, Luke Evans e Dakota Fanning. Una serie con interpreti del loro calibro non passa di certo inosservata e molti attendono con trepidazione il 19 aprile, ma noi abbiamo avuto la possibilità di vedere i primi cinque episodi in anteprima e queste sono le nostre impressioni.
Oltre l’Atlantico
Solitamente le storie di efferati omicidi e criminali senza scrupoli ambientate alla fine dell’Ottocento hanno come fulcro centrale Londra, una città che si presta molto bene a creare un’atmosfera inquietante e pericolosa. In questo caso hanno voluto variare dalla concorrenza e ambientare le vicende a New York, nel 1896. Qui troviamo il dottor Laszlo Kreizler, un alienista ossessionato dallo studio psicologico della mente umana al quale il commissario Theodore Roosevelt (colui che poi diventerà presidente degli Stati Uniti) chiede aiuto nel risolvere degli strani omicidi che in qualche modo sembrano collegati. Ad aiutarlo, il suo amico John Moore, un illustratore con frivoli interessi; Sarah Howard, segretaria di Roosevelt e parente di Moore; Marcus e Lucius Isaacson, due gemelli detective. Il dottor Kreizler è uno di quelli che segue le tracce lasciate dalla mente più che dal corpo. Secondo lui, per trovare il colpevole, prima deve imparare a comprendere il motivo per cui ha commesso quegli efferati omicidi. Da subito si capisce che l’intento della serie è quello di raccontare una storia frammentaria, che si svela con il procedere delle indagini. Per il momento sembra ben costruita, anche se sappiamo poco e nulla su dove voglia andare a parare. Per verificarne con certezza la qualità dobbiamo portarla a termine, ma le premesse sono molto positive.
Le cupe vedute di fine Ottocento
Tecnicamente L’alienista è un’ottima serie, ma manca di originalità. Registicamente ha molte trovate interessanti e raramente vi sembrerà di guardare un prodotto televisivo. Sullo stesso livello la fotografia, cupa e tenebrosa per rappresentare al meglio le strade di New York di fine Ottocento. Unica cosa che infastidisce è la troppa somiglianza con ambientazioni già viste. Se fosse stato ambientato a Londra venti anni prima non ci sarebbe stata differenza. Durante la visione si è sempre accompagnati da un impellente sentore di “già visto”. Il comparto tecnico ricorda molto Penny Dreadful. Le probabilità che si siano ispirati ad essa sono molte e ciò non è assolutamente un male, basta che non si spingano troppo oltre. Tralasciando le sensazioni, i costumi sono decisamente ottimi e molto dettagliati, più di quanto ci si potrebbe aspettare. Ultima, ma non meno importante, la recitazione. I tre attori principali, ovvero i più navigati, svolgono un lavoro decisamente sopra la media. Anche i personaggi secondari si comportano in modo egregio, ma raramente riescono a mettere i sopracitati in ombra. Daniel Brühl è strepitoso sin dai primi minuti.
Le nostre prime impressioni, quindi, sono ottime. La serie ha molto potenziale, ma bisogna vedere come porteranno avanti la storia, perché, almeno per ora, i personaggi non sono stati approfonditi in alcun modo e siamo stati istantaneamente sbattuti all’interno della vicenda. Se ciò non dovesse accadere, il risultato che si prospetta vincente in questo momento potrebbe ribaltarsi completamente quando arriveremo alla fine della stagione. Non ci resta che aspettare il 19 aprile per scoprire se L’alienista sia veramente un ottimo prodotto come vuole far intendere da questi primi episodi.