The Handmaid’s Tale torna in scena con l’attesissima terza stagione. La partenza, insolitamente dinamica, è all’altezza delle aspettative?
Il finale di Game of Thrones ha lasciato disorientati e senza meta milioni di appassionati del piccolo schermo. HBO ha grandi piani con Westworld e Watchman ma anche la concorrenza sfodera subito le sue migliori carte. Il mese di giugno, infatti, è senza dubbio dedicato a un grande titolo come The Handmaid’s Tale che torna su Hulu con la sua terza stagione. L’attesa per questi nuovi episodi era altissima. La seconda stagione segnata da alti e bassi avevo anche alimentato alcuni dubbi sulla reale necessità di nuove puntate. Lo show ispirato all’omonimo romanzo di Margaret Atwood, tuttavia, conosce benissimo il proprio potenziale e non delude.
The Handmaid’s Tale riprende la narrazione a partire dai grandiosi eventi del finale della seconda stagione. La decisione inaspettata di June (Elisabeth Moss) di rimanere a Gilead affidando il secondo figlio a Emily ha importanti conseguenze. La famiglia del comandante Waterford è completamente sconvolta. La moglie Serena, che ha visto letteralmente sfuggire dalle proprie mani il sogno di diventare madre, si chiude in lunghi silenzi alternati a impeti d’ira. Il destino, però, porterà June lontana da questa casa…
Emily, invece, riesce a sfuggire alla crudeltà di Gilead raggiungendo il confine canadese. Grazie a lei sarà possibile osservare in prima persona l’organizzazione di quella che, a tutti gli effetti, è una vera e propria resistenza che deve passare finalmente all’azione.
Nessun piano ma diverse prospettive
Il materiale del romanzo di The Handmaid’s Tale è ormai finito. L’idea della resistenza è già stata affrontata nella seconda stagione. Cosa potrebbe portare di nuovo questa terza? Gli scettici potrebbero pensare che sia arrivato il momento di porre fine allo show prima che sia troppo tardi. Questo primo episodio, tuttavia, smentisce tutti con una grande forza narrativa ed emotiva che dona grande dinamismo allo show. Al centro della scena c’è sempre June, non più Difred, non più un’oppressa pedina del sistema di Gilead. La ragazza è ormai completamente consapevole della sua ricerca di libertà e indipendenza, non ha più un piano preciso ma ha un obiettivo: riportare a casa la prima figlia.
La vera carta vincente di questa nuova stagione di The Handmaid’s Tale, tuttavia, si conferma il personaggio di Serena Joy. Se l’interpretazione di Elisabeth Moss è una garanzia, quella di Yvonne Strahovki è una continua sorpresa. L’attrice australiana continua a superarsi e, con una sublime crescita del personaggio, sembrerebbe essere davvero la chiave di lettura della nuova stagione. La sua espressione e lo sguardo fisso rivolto verso lo spettatore non lascia indifferenti e lascia intendere che questo personaggio ha ancora molto da dare a The Handmaid’s Tale.
Inutile spendere ulteriori parole sugli ottimi dettagli più tecnici della puntata: fotografia e location sono sempre di altissimo livello. Interessante e da segnalare, invece, la figura del comandante Lawrence: alleato segreto o pericolosa figura chiave di Gilead?
The Handmaid’s Tale colpisce ancora
Questo primo episodio conferma la grande qualità dello show firmato Hulu e trova nuove sfide e prospettive. Manca ancora qualche dettaglio – il rapporto tra Gilead e gli altri stati, le vere dinamiche del Canada – ma lo show sembra essere davvero su un’ottima strada. Lunga vita a The Handmaid’s Tale!
The Handmaid's Tale 3x01: Night
Conclusioni
Un ritorno estremamente dinamico in cui una nuova June è costretta a trovare un nuovo piano.
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