The Handmaid’s Tale continua il percorso imperterrito della sua terza stagione con un episodio di grandi interpretazioni che comunque lascia dubbi.
La scorsa settimana il fortunato show di punta di Hulu aveva compiuto un mezzo passo falso. I dubbi gli scettici, dopo una puntata fin troppo presuntuosa, sembravano trovare spessore. Qual è il vero obiettivo di questa terza stagione? Qual è il discusso destino di Gilead? Nella nuova puntata di The Handmaid’s Tale il pubblico cercava risposte a queste domande. Gli appassionati, tuttavia, dovranno ancora attendere. La 3×08 dello show ispirato all’omonimo romanzo di Margaret Atwood, infatti, non ha intenzione di cambiare la rotta scelta in precedenza. Al centro della scena vi è, quindi, la storia di un discusso personaggio, Aunt Lydia. L’intera puntata ruota allora intorno ad un lungo flashback che vede protagonista la figura interpretata da Ann Dowd.
Dopo gli eventi dell’ultima puntata, June (Elisabeth Moss) cerca un nuovo confronto con il sempre più criptico Comandante Lawrence. Il faccia a faccia tra i due, tuttavia, non sembra fare luce sulle intenzioni di entrambi per il futuro. Se, quindi, i presunti ribelli temporeggiano nelle loro strategie, altri personaggi sembrano avere idee più chiare in grado di cambiare le carte in gioco. Entra allora in scena Aunt Lydia (Ann Dowd) che, tra uno sguardo teso ed una punizione severa per le ancelle, rivela nuovi lati di sé attraverso un lungo e curioso flashback.
L’atteso episodio dedicato alla misteriosa Aunt Lydia è finalmente arrivato. Il personaggio interpretato da Ann Dowd, pur essendo tra i più crudeli dello show, è tra quelli che hanno più incuriosito i fan di The Handmaid’s Tale. Le vite passate di Serena Joy e del Comandante Waterford avevano rivelato dettagli interessanti e cruciali nelle interpretazioni delle loro azioni sotto Gilead. Cosa può essere accaduto a Lydia nel passato? Può davvero essere qualcosa in grado di giustificare il suo comportamento? Nel flashback, in cui primeggia un’ottima Dowd, emerge una personalità che ha vissuto un rifiuto come una terribile umiliazione impossibile da superare. La vendetta è diventata così la sua unica arma, il suo unico scopo. Basta questo, però, a giustificare solidamente tutto quanto? Questo background, nonostante sia di grande impatto, non soddisfa tutte le curiosità e lascia un po’ di amaro in bocca.
Questo flashback cosa aggiunge, quindi, alla storia principale? Ben poco. La narrazione, già pesantemente segnata dalla frenata dello scorso episodio, procede allora in modo ulteriormente affaticato. I dubbi sulle intenzioni della terza stagione di The Handmaid’s Tale si fanno sempre più insistenti. Una protagonista sempre più antipatica e una storia sempre più esile non aiutano. Cari sceneggiatori di casa Hulu, qui serve davvero un intervento d’emergenza a Gilead!
Immagine in evidenza: Hulu
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