Sorrentino continua a condurre The New Pope su una via coerente e solida in un costante accavallamento – figurato e non – di temi cruciali e urgenti.
Nei primi quattro episodi di The New Pope, Paolo Sorrentino ha ampiamente dimostrato di sapersi divertire con riferimenti dentro e fuori lo schermo. I dialoghi dell’incontro con Marilyn Manson e gli irresistibili riferimenti a John Malkovich stesso sono solo un semplice esempio di come il regista italiano riesca ad attingere con semplicità e coerenza a un immaginario specifico, intrecciandolo con temi pulsanti di questa serie. Anche nel quinto episodio, dai ritmi nettamente più moderati dei precedenti, The New Pope torna a sfruttare questo meccanismo. Questa volta, però, la grande ospite del mondo “reale” arriva direttamente dal grande schermo.
Il nuovo viaggio tra le stanze del Vaticano ha inizio con un incontro unico quanto straniante. Papa Giovanni Paolo III (John Malkovich), infatti, dialoga amabilmente con Sharon Stone che, impersonando se stessa, scuote gli animi dei collaboratori del pontefice. Per la maggior parte dell’incontro, infatti, il Papa invita l’attrice a non accavallare le gambe, riferendosi squisitamente all’ammaliante e iconica sequenza di Basic Instinct. Il dialogo tra i due personaggi, tuttavia, rappresenta ben più di un semplice riferimento all’immaginario comune. Le parole di Sharon Stone, infatti, diventano il motore di questo episodio di The New Pope, influenzando la politica e le scelte di Sir John Brannox, un semplice uomo con timori e inquietudini prima che un integerrimo papa.
The New Pope non ha paura delle grandi sfide
Sorrentino con The Young Pope prima e The New Pope ora ha già saputo affrontare temi scottanti come il ruolo della figura femminile nel mondo cattolico. In questo episodio, scandito dai sospiri del coma di Lenny Belardo (Jude Law), personaggi e dialoghi riflettono su tematiche cruciali su cui, nella realtà, la comunità cristiana fatica a porsi domande. Sharon Stone, infatti, chiede a Brannox se, tra le sue future decisioni, ci sarà una riforma oppure una semplice discussione sui matrimoni omosessuali. Il papa inizialmente risponderà con una delle sue frasi iconiche, di cui la preziosa sceneggiatura è davvero ricchissima.
Le parole di Sharon Stone, però, sono solo la scintilla. Dal momento dell’incontro, Brannox inizierà seriamente a mettere in discussione molti punti su cui la comunità internazionale insiste con urgenza. Saranno, quindi, le conversazioni con Sofia (Cécile de France), responsabile della comunicazione del Vaticano, a chiarire le idee approfondendo un rapporto che gradualmente diventa sempre più stretto, quasi intimo. Le profondi riflessioni, anche sul proprio io, del Papa porteranno quindi a una liberazione, un’esplosione di forza davanti a un mondo minacciato da odio e terrore. Un attentato a Lourdes diventerà così un punto di svolta per il protagonista che urlerà – letteralmente – il suo pensiero in merito. La paura e le minacce di un “nemico”, fino a quel momento confinate e ignorante in silenziose e vuote stanze, sembrano aver trovato un degno interlocutore.
Questione di tempi
Davanti a ottimi propositi, però, non si possono negare alcuni sottili problemi già emersi nell’episodio precedente. L’impressione, infatti, è che Sorrentino abbia voluto in parte diluire la narrazione, smorzando parzialmente la vera potenza di quelle che non sono più semplici provocazioni ma valide tesi. The New Pope chiede allora a gran voce il ritorno di una figura chiave, di una valida controparte con cui scatenare tensioni e confronti. Questa figura ha un nome e un cognome: Lenny Belardo.