Recensione
The New Pope 1×09: il gran finale | RECENSIONE
I due giganteschi protagonisti di The New Pope mettono la firma sul grande epilogo che confeziona una miniserie folle e magistrale.
Il settimo e l’ottavo episodio di The New Pope hanno portato in scena l’atteso confronto tra i due papi. Il risveglio di Pio XIII, infatti, ha rinvigorito gli animi dei suoi silenziosi ma ingombranti sostenitori, figure che sin dal primo episodio attendevano misteriosamente il suo ritorno. A otto puntate di distanza dal criptico prologo, The New Pope dimostra che niente è stato lasciato al caso in questa miniserie. Ogni aspetto, anche il dettaglio all’apparenza banale ha giocato un ruolo chiave in un intreccio volutamente caotico ma, in conclusione, intrigante e astuto.
Foto: Sky
Un terribile evento sconvolge la piccola comunità dell’isola di Ventotene. Un gruppo organizzato di terroristi ha preso, infatti, in ostaggio una classe di sei bambini e il loro maestro, un giovane prete. Questo terribile atto sembra essere solo l’ultima mossa della strategia del terrore dei nemici del Vaticano che ora si trova definitivamente costretto a rispondere con altrettanto vigore. La giusta risposta a questa provocazione, però, non sembra corrispondere a un punto d’incontro tra le visioni dei due papi. La risoluzione e il confronto tra due diverse attitudini, così differenti ma altrettanto simili nella loro determinazione, arriveranno al punto di svolta.
L’epifania della via media
Sorrentino, già nel precedente The Young Pope, ha dimostrato la sua predilezione per la struttura episodica. La narrazione propria della miniserie, quindi, si è rivelata quella a lui più adatta. Il regista premio Oscar, tuttavia, ha compiuto un passo in più, riuscendo a frammentare – ma non per questo fratturare – la storia in ulteriori piccoli episodi, all’apparenza casualmente disposti. Facile quindi cadere nell’inganno delle “solite sorrentinate”, delle provocazioni fini a loro stesse. Nei passati episodi di The New Pope questo aspetto è sembrato sfuggire al controllo. Ora, tuttavia, ogni tessera del puzzle ha trovato il giusto posto in un quadro generale più completo.
Gli argomenti astutamente seminati nel corso delle diverse puntate nel brillante epilogo regalano i loro frutti. Anche i filoni narrativi secondari, dunque, trovano spiegazione e contesto attraverso i grandi temi di questa produzione internazionale di grande qualità. Fede e fanatismo, potere e umanità: tutte le riflessioni e gli spunti giungono al loro culmine. La grande rivelazione sui “nemici” del Vaticano, mai davvero così lontani e diversi, raccontano un intero sistema ma soprattutto due diverse personalità, due modi diametralmente opposti di affrontare grandi decisioni ma anche quotidianità. Due visioni del mondo forse inconciliabili.
Si è atteso così a lungo l’incontro tra Brannox (John Malkovich) e Belardo (Jude Law) da dimenticarsi che la loro essenza è da ricercare nella loro eterna solitudine. Le loro inclinazioni caratteriali opposte descrivono a tutto tondo una condizione collettiva. Per questo motivo i momenti più emozionanti dell’epilogo, criptico ma finalmente esaustivo, sono i due monologhi contrapposti, a distanza, tra loro. La soluzione, allora, è da ricercare nel mezzo, nella spesso bistrattata via media, nel compromesso tra emozioni che prendono il sopravvento ma non per questo sono da condannare con il silenzio, senza un confronto e una successiva presa di coscienza. Nelle sfumature e nelle personali interpretazioni risiede quindi la strepitosa riuscita di questa miniserie che rende le sue imperfette sfaccettature il più grande potere.
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