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Recensione

The Walking Dead 8×10: RECENSIONE – Hai già perso

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The Walking Dead 8×10. “Hai già perso” diviso in mini-capitoli introspettivi, dedicati a vari personaggi. I più interessanti? Jadis e Rick. Puntuale, come sempre, la recensione di Gogo Magazine.

Scritto da Angela Kang, la futura showrunner della nona stagione, The Walking Dead 8×10 ci ha dato un assaggio della sua regia dietro le quinte e il risultato non è affatto male. La divisione in mini-capitoli con montaggio alternato dà il giusto mix di dinamicità e staticità.

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Michonne, Negan, Enid, Simon, Jadis e Rick. I mini-capitoli sono in ordine crescente come interesse, suspense e sviluppo della trama. Un vero climax ascendente toccato dagli ultimi due, Jadis e Rick, su cui vale la pena soffermarsi.

The Walking Dead 8×10: Jadis

È indubbiamente la rivelazione della decima puntata. Tra i personaggi indagati è il meno conosciuto e il meno esplorato. E ne viene fuori un quadro (il termine non è a caso) davvero interessante. Da una parte ciò che sapevamo su di lei: il doppio-triplo gioco nei confronti dei due schieramenti. E dunque da entrambi bistrattata e abbandonata. Poi il suo discorso a Rick e dopo la sua cruda, purificatrice e liberatoria azione cambiano la prospettiva piatta che se ne aveva.

Perché la discarica?” chiede Rick. Jadis vestita di bianco, distrutta sopra una montagnetta di spazzatura risponde (parafraso): “Era una lunga e indistinta distesa di rifiuti quando venni qui. Ho cominciato a dipingere con quello che trovavo e poi ho capito… la discarica era un’enorme tela e noi eravamo i colori… così abbiamo costruito questo posto. Perché volevamo essere lontani da tutto, in ogni senso”.

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Poetico a suo modo. In un mondo post-apocalittico trovano la loro dimensione nel posto dove, nel mondo prima della catastrofe, si buttava ciò che era vecchio e che non serviva più. Una sorta di ribaltamento: ora il mondo è una sorta di discarica e la vera discarica diventa il luogo per ripartire dove anche l’arte trova il suo spazio.

E poi il gesto crudo e liberatorio di triturare i suoi compagni zombie perché uccisi dai Salvatori che diventano un tutt’uno con quel posto, con quella discarica, luogo dove potenzialmente, per Jadis, poteva nascere qualcosa di profondamente umano come il desiderio artistico.

The Walking Dead 8×10: Rick e Negan

Detto questo si arriva all’ultimo mini-capitolo, decisamente il più intrigante. Il dialogo fra Rick e Negan è denso e complesso. In mezzo colui che in maniera diversa li univa, Carl. In particolar modo la sua ultima richiesta: che entrambi facciano la pace.

E qui da una parte il pensiero di Rick che, distrutto dal dolore, capisce sì il progetto del figlio, ma umanamente non riesce ad accettarlo, e dunque non può far altro che dichiarare il suo eterno odio a Negan promettendogli che lo ucciderà.

Dall’altra parte Negan che non nasconde il suo singolare affetto verso Carl ed è sensibilmente scosso dalla sua morte. E in questa situazione, con una lucidità e una tranquillità che sfiora la pazzia, vomita addosso a Rick la sua razionale spiegazione della tragedia.

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Negan, in un delirio di onnipotenza, come se fosse una sorta di Messia distorto post-apocalittico, professa la sua identità come una divinità. A un certo punto dice “Io sono la risposta“. Rick doveva piegarsi a lui e non sarebbe successo niente, che le morti di Glenn e Abraham erano state necessarie per salvarli. E che la sua ribellione era la causa della morte del figlio perché non era lì con lui, a proteggerlo.

Fino a rincarare la dose nel finale quando afferma: “Hai fallito come leader, hai fallito come padre… hai già perso Rick“.

Formazione prettamente umanistica: dalla triennale in Lettere a Torino alla magistrale in Editoria e giornalismo a Roma. Appassionato di scrittura e cultura... e oramai da anni invischiato nel mondo delle serie tv.

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