Tom Hardy, il protagonista di Taboo, è uno degli attori più camaleontici di Hollywood. Ma la sua storia è piena di ombre. Qui vi diciamo alcune cose che probabilmente non sapete su di lui.
Il cattivo di Revenant, il cattivo di Batman, quello che ha interpretato Charles Bronson, il gangster gay di RocknRolla, senza contare il protagonista di Taboo. Sì, insomma, Tom Hardy ha una predilezione per i personaggi oscuri, estremi. Lui stesso lo ha confessato. Ama quei tipi di personaggi (anche perché, lui, nella vita reale, il lato oscuro l’ha incontrato). E la sua è una consapevolezza piena, sia chiaro. Perché ci ha provato. Ci ha provato a vestire i panni di un personaggio meno complicato, lineare, in “Una spia non basta“, commediola sentimentale diretta da McG (nome d’arte di Joseph McGinty Nichol). Qual è stato il risultato? Penso che le sue dichiarazioni siano sufficienti:
“Ho accettato quella parte perché era la prima diversa dai miei personaggi più cupi. Non ho capito come si possa fare qualcosa che è così divertente e farlo sia così orribile. Probabilmente non realizzerò mai più una commedia romantica”
Serve aggiungere altro? Non credo. Ha una vocazione per i personaggi cupi. Forse per la vita che ha passato. E ripercorrendola abbiamo scoperto parecchie cose che forse non sapete. Ne abbiamo scelte 5.
1. IL MODELLO
Sì, lo ha fatto. In giovanissima età, Tom Hardy ha fatto il modello. Anzi, si può dire che la sua carriera è iniziata in questo campo. E probabilmente avrebbe potuto continuare. Infatti nel 1996, a 19 anni, vinse addirittura un concorso. Il concorso era “The Big Breakfast’s Find Me aSupermodel” ed era legato al programma televisivo “The Big Breakfast“.
Un giovanissimo, quasi irriconoscibile, Tom Hardy a “The Big Breakfast”
2. LE DIPENDENZE
Probabilmente qualcosa la sapete. Che Tom Hardy abbia avuto un trascorso con le droghe non è una novità. Ma, forse, non sapete quando, per quanto e di cosa. Andiamo con ordine… perché la lista è lunga. L’attore britannico fu decisamente precoce. All’età di 11 anni sniffava colla. Come uno di quegli adolescenti del quartiere Forest Hills, nel Queens, che, annoiato mortalmente, la sniffava per distrarsi. A proposito, riascoltatevi Now I Wanna Sniff Some Glue dei Ramones. Tom Hardy come Deedee Ramone.
Ma era solo l’inizio. Alla tenerissima età di 13 anni, mentre il mondo assisteva all’ineluttabile lento e doloroso disfacimento del blocco sovietico, il giovane Hardy sperimentava gli allucinogeni. Era entrato in una spirale sempre più pericolosa. E le cose peggiorarono talmente che nel giro di 3 anni diventò dipendente dal crack. Quanto era grave la situazione? In un’intervista di qualche anno fa con una breve frase Tom ne diede la misura esatta:
Mi sarei venduto mia madre per il crack
Cosa lo tenne in vita? La recitazione. Ma non era abbastanza. Perché le droghe continuarono a far parte della sua esistenza.
3. TOM HARDY’S TURNING POINT
Prima o poi ce lo abbiamo tutti. Forse più di uno. Per Tom il punto di svolta arrivò un giorno qualunque nel 2003. Collassò a Old Compton Street, a Londra, ritrovandosi in una pozza di sangue e vomito. Un evento che lo scosse e lo portò a una decisione: il disintossicamento. All’età di 23 anni andò in Rehab e fu la sua salvezza. Lui stesso ricorda quell’evento sintetizzandolo con queste parole: “Nella morte sono rinato“.
Tom Hardy, nel 2003, durante la rappresentazione teatrale “Blood” al Royal Court Theatre
Del 2003 due rappresentazioni teatrali, Blood e In Arabia, We’d All Be Kings. Per quest’ultima ottenne una candidatura al Laurence Olivier Awards.
4. I TATUAGGI
L’avrete sicuramente notato guardando la prima stagione di Taboo. Tom Hardy è completamente ricoperto di tatuaggi. E questa non è una novità. Configurano una sorta di mappa esistenziale personale. Lo stesso attore britannico l’ha confermato:
Dicono dove sono stato, chi ho conosciuto, cosa ho passato e cosa ho imparato
Non dimenticare ciò che si è stati. Una lezione che Tom ha decisamente imparato. Ma una cosa curiosa è che ben due tatuaggi sono in italiano: Figlio mio bellissimo, sul braccio destro, Padre fiero, sulla clavicola. Entrambi dedicati al figlio Louis.
Sopra la bandiera britannica è possibile distinguere la scritta “Padre fiero”
Perché in italiano? Parafrasando Tom, perché in inglese non gli piacevano e in italiano suonavano meglio.
Un’altra curiosità è la scommessa fatta con Leonardo Di Caprio. Dopo aver girato The Revenant, Hardy ha scommesso che, se avesse ricevuto una nomination all’Oscar, si sarebbe fatto fare un tatuaggio con una scritta decisa da Di Caprio. Insomma, la nomination è arrivata… ma il tatuaggio no. Per quale motivo? A Tom non piace la scritta di Leonardo: “Non ho ancora fatto quel tatuaggio perché fa davvero schifo. Vi è riportata la scritta “Leo sa tutto” ma è davvero scritto male. Quindi lo farò solo quando Leo mi fornirà una scritta decente”.
5. A VOLTO COPERTO
Fateci caso. Nei film di Christopher Nolan, il volto di Tom Hardy non si vede mai. O è parzialmente coperto come in Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno, dove indossa sempre una maschera di gas, o lo è totalmente come in Dunkirk, dove indossa maschera, casco e occhiali da aviatore.
Tom Hardy a volto coperto. A sinistra in “Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno”, a destra in “Dunkirk”
Il regista britannico ha spiegato così la sua scelta: “Sono rimasto davvero elettrizzato da quello che era riuscito a fare in “Il cavaliere oscuro – Il ritorno” con due occhi, un paio di sopracciglia e pochi centimetri di fronte, che ho pensato di provare a vedere cosa era in grado di fare senza fronte, senza sopracciglia e magari con un solo occhio. E siccome Tom è Tom, quello che riesce a fare con un solo occhio supera di gran lunga quello che tanti altri attori possono fare recitando con il corpo intero. È un uomo dal talento straordinario”.