Che i protagonisti di Victoria posseggano uno spessore umano e una profondità caratteriale esemplari è ormai indubbio. Ma quando anche i personaggi secondari riescono a rapire lo sguardo e le emozioni messe in gioco dagli spettatori, è in quel momento che la serie raggiunge un obiettivo fondamentale. Questi sono dunque solo 3 dei tanti personaggi secondari di Victoria che si sono affermati nella loro tridimensionalità.
Uno dei maggiori meriti della serie Victoria è quello di aver portato nuova luce nella caratterizzazione di personaggi storici iconici su cui tanto era già stato detto o in alcuni casi su cui non era mai stato detto abbastanza. Ma soprattutto Victoria ha saputo infondere nuova linfa vitale nelle “zone grigie” di una storia di cui tante volte si conosceva solo la facciata più celebre, indagando da una parte quei dettagli profondamente umani che sfuggono all’interesse storiografico e dall’altra parte interrogandosi su quei dubbi che si rincorrono da sempre e che non hanno mai avuto risposta.
Caratterizzare impeccabilmente protagonisti assoluti e centrali che occupano inevitabilmente uno spazio maggiore e uno screentime sostanzioso non è un’impresa da tutti, ma riuscire a concedere la stessa attenzione e la stessa tridimensionale umanità anche a personaggi di nicchia che hanno vissuto la realtà di Victoria solo per un episodio o in un ruolo necessariamente secondario richiede un impegno di scrittura e uno spessore nella caratterizzazione totali e costanti, una missione che Victoria ha superato brillantemente nelle prime due stagioni.
Vi presentiamo quindi oggi una ridotta selezione (personale) di 3 Personaggi secondari di Victoria la cui caratterizzazione si è rivelata tanto completa e particolareggiata da creare immediatamente una connessione con lo spettatore nonostante il breve tempo che ci è stato concesso per ammirarli nella loro profonda umanità.
1. Dr. Robert Traill [Interpretato da Martin Compston]
Il personaggio del Dr. Robert Traill fa parte di un episodio (2×06 “Faith, hope and charity”) ma soprattutto di una storia di Victoria particolarmente buia, forse la più oscura mostrata finora nella serie. Chiusa tra due episodi incredibilmente luminosi e dalle tonalità definite, la storia del Dr Traill è quasi completamente immersa in una perenne sfumatura di blu, una scelta che riesce a veicolare la sensazione di profonda angoscia che pervade l’intero episodio di Victoria. Il personaggio del Dr Traill si staglia su questo sfondo così tragico con una personalità talmente caritatevole, determinata e coraggiosa da illuminare la scena con la sua brillante umanità incondizionata.
L’episodio di cui Traill è assoluto protagonista tanto quanto Victoria affronta senza mezzi termini la spinosa questione del popolo irlandese, della loro fede cattolica contrastata e vessata dalla Chiesa inglese protestante e della drammatica carestia vissuta in seguito al disastroso raccolto delle patate, la fonte primaria del sostentamento irlandese.
La figura del Dr. Traill si erge al centro di questo atroce contrasto, tra l’indifferenza del governo inglese e della chiesa protestante e la tragedia che stermina giorno dopo giorno il popolo irlandese, e lo fa senza retorica a buon prezzo, senza patetismo o accentuato eroismo, ma nella sua più profonda e sfumata umanità. Il Dr. Traill era un uomo che in passato aveva contrastato i cattolici, che aveva anche subito la violenta protesta perpetrata in risposta ma che di fronte alle condizioni disumane di vita e soprattutto di morte in cui versavano gli irlandesi, fa qualcosa che solo un animo saggio e puro avrebbe potuto fare: combatte, con ogni fibra del suo essere, per aiutare il prossimo, si mette in discussione, rinnega gli errori del passato e dedica la sua vita a rimediare a un giudizio che adesso non aveva più importanza, che esulava da qualsiasi fede religiosa, arrivando così a incarnare il vero spirito della carità cristiana, senza condizioni, senza pregiudizi.
Robert Traill abbandona al passato ogni appartenenza a qualsiasi Chiesa, sacrifica per la salvezza del popolo irlandese cattolico la sua stessa famiglia, a cui rinuncia per abbracciare fino in fondo la sua missione, oltre gli ostacoli che incontra sul suo percorso, accettando anche la morte che lo raggiunge nel 1847 a causa proprio della carestia. Il Dr. Robert Traill, trisavolo della stessa Daisy Goodwin, non solo ha donato a Victoria l’opportunità di portare in scena con straordinaria empatia una delle storie più strazianti del periodo ma ha anche incarnato una caratterizzazione ricca di pathos e di spessore, offerta in maniera magistrale da Martin Compston, in grado di racchiudere in sé gli aspetti più luminosi, umanitaristici e caritatevoli dell’animo umano.
2. Emma Portman [Interpretata da Anna Wilson-Jones]
Emma Portman è probabilmente uno dei personaggi di Victoria su cui Daisy Goodwin ha influito maggiormente nella caratterizzazione, soprattutto dei legami personali, come quello con Lord Melbourne di cui per esempio il biografo David Cecil non fa menzione nella monografia a lui dedicata, ma è proprio questo margine di creatività su cui la Goodwin può operare a rendere il personaggio di Emma uno dei più importanti per Victoria soprattutto nella prima fase del suo regno.
Riprendendo dalla figura storica realmente esistita la sua personalità leale, rispettosa, fidata e amabile, Emma è uno dei personaggi più affidabili che circondano Victoria nei primi anni della sua monarchia ma soprattutto diventa presto il trait d’union tra la regina e Lord Melbourne, rivelandosi una confidente e un’amica sincera per entrambi ma soprattutto assumendo il ruolo di testimone silenzioso di quel sentimento che Victoria e Lord M condividevano a dispetto dell’impossibilità della sua stessa esistenza.
Pur sapendo bene quanto il legame tra la regina e il suo primo ministro fosse destinato a interrompersi, Emma era forse l’unica a capire profondamente quanto Victoria e Lord M fossero diventati indispensabili l’uno nella vita dell’altra e, legata da un affetto sincero ad entrambi, Emma aveva accettato di proteggere questo rapporto così come aveva protetto William per tutta la sua vita, custodendo gelosamente un sentimento nei suoi confronti che non aveva mai osato rivelare.
Emma Portman è un personaggio a cui Daisy Goodwin sembra particolarmente affezionata proprio per questo motivo, tanto da donarle uno spazio importante anche nel suo romanzo “Victoria” che sviluppa in forma narrativa, e principalmente dal punto di vista di Victoria e Lord Melbourne, la storia mostrata nei primi quattro episodi della serie. Emma Portman è una donna dallo sguardo attento ma silenzioso, che osserva e nota le persone e i rapporti umani senza giudicarli, ma soprattutto è stata per William un angelo custode che ha vegliato sulla sua felicità per buona parte della sua vita.
3. Sarah Forbes Bonetta [Interpretata da Zaris-Angel Hator]
Il personaggio di Sarah Forbes Bonetta non soltanto ha portato in scena un evento storico realmente accaduto di cui molti ignorano l’esistenza ma ha anche trovato la sua ideale collocazione nell’episodio di Victoria più adatto a raccontare una storia di accettazione e di accoglienza, vale a dire il primo speciale natalizio che Victoria ha mandato in onda lo scorso Natale, “Comfort & Joy”.
Se Victoria doveva rappresentare per la principessa africana orfana e strappata alla sua casa un nuovo inizio ricco di pace e di benessere, in realtà l’episodio natalizio ha dimostrato quanto la piccola Sarah sia stata per Victoria un balsamo per ferite del passato difficili da rimarginare. Sola seppure al centro dell’attenzione del suo mondo, incompresa anche da chi più la ama, Victoria si rivede sorprendentemente nella tristezza di Sarah, e per quanto provi con ogni mezzo ad offrirle quell’amore che da bambina aveva ricevuto solo da Lehzen, è in realtà Sarah a riportare il sorriso sul suo volto e concederle un affetto incondizionato che Victoria infine le restituisce, lasciandola tornare dalla famiglia che Sarah aveva scelto. La figura sorprendente di Sarah rappresenta uno degli aspetti più autenticamente magici dell’episodio natalizio di Victoria e il suo rapporto con la regina diventa una straordinaria chiave di lettura della psicologia più intima e sofferente di Victoria.
Questi tre esempi di caratterizzazione secondaria in Victoria non solo sono portatori di un incredibile spessore umano e di un talento evidente nella scrittura delle personalità ma sono anche custodi di eventi e aneddoti realmente accaduti che a volte sembrano sfiorare inverosimiglianza spingendo lo spettatore a ricercare la verità e a scoprire quanto in realtà storicamente accurata sia l’essenza che giace alla base di questi personaggi.