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Recensione

Watchmen 1×06: L’eredità dei segreti | RECENSIONE

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La fortunata serie HBO guidata dallo showrunner Damon Lindelof, Watchmen, supera se stessa intrecciandosi con la sua fonte d’ispirazione e superando ogni aspettativa.

Dopo aver approfondito il concetto di creazione e quello di trauma nelle puntate precedenti, la mini-serie Watchmen torna in scena con il suo sesto episodio. Con This Extraordinary Being, lo show guidato dallo showrunner Damon Lindelof alza la posta in gioco, svelando definitivamente la sua natura e il suo rapporto con la serie a fumetti creata da Alan Moore. Già nella puntata precedente, con la rivelazione degli avvenimenti del 1985, la serie aveva chiarito alcuni dubbi ai fan e appassionati del materiale originale. Questa narrazione per il piccolo schermo, tuttavia, non può essere liquidata con la semplice etichetta di sequel, di continuazione dei fatti già noti. La sceneggiatura dello stesso Damon Lindelof e di Cord Jefferson, affiancata dalla solida regia di Stephen Williams, scommette su un contenuto ad altissimo potenziale e esce trionfante dalla sfida.

Will Reeves, Watchmen 1x06, HBO, Gogo Magazine

Foto: HBO

La maschera di Watchmen

La mossa inaspettata di Angela (Regina King) al termine del quinto episodio, portano il pubblico indietro nel tempo fino agli anni Quaranta. La protagonista sta per rivivere i ricordi del passato di Will Reeves (Louis Gossett Jr.), l’uomo rivelatosi suo nonno. Ripercorrendo le decisioni di Will – la scelta di arruolarsi nella polizia e le conseguenze di questo -, lo show dona finalmente ai suoi spettatori le attese risposte a insistenti interrogativi. La figura quasi idolatrata di Hooded Justice torna al centro della scena e il mistero della morte di Judd Crawford (Don Johnson) –  filo conduttore di questi primi sei episodi – trovano le luci della ribalta con una formula che, allo stesso tempo, sa come intrattenere e suggerire riflessioni tutt’altro che banali.

Molti spettatori conoscevano già la natura del prodotto di cui si sono poi appassionati. Una larga fetta del pubblico ha un forte legame con il fumetto di Moore, un’opera estremamente densa e, proprio per questo motivo, difficilissima da affrontare con i minuti contati. Nei primi episodi, questo Watchmen di HBO aveva già dimostrato la sua capacità di confrontarsi con una materia prima estremamente ostica. Il quinto episodio andato in onda domenica, tuttavia, aggiunge molto al progetto targato Lindelof. La mini-serie HBO non è un semplice seguito bensì un’espansione della narrazione, sia in termi cronologici che in quelli tematici.

Will Reevs, Hooded Justice, Don Johnson, Watchmen, Gogo Magazine

Foto: HBO

Eredità e ferite

Prima di procedere nel commento, è importante chiarire un aspetto cardine di questo episodio. La grande rivelazione sull’identità di Hooded Justice non era così inaspettata. In molti avevano identificato il nome sotto il cappuccio. Questa figura sia nel fumetto, che nel film di Zack Snyder che nella mini-serie è stato finora presentato come l’archetipo del supereroe, l’antesignano di una serie di eroi mascherati. Hooded Justice è sempre stato avvolto da un’atmosfera quasi mitologica, è sempre stato presentato come l’uomo integerrimo per eccellenza. L’origine di questo personaggio, ripercorsa attraverso gli occhi di Angela in un vero e proprio colpo di genio di montaggio, si basa proprio sull’ideale di giustizia.

Il duro confronto con una realtà aspra e ineluttabile spingerà tuttavia l’uomo dietro alla maschera a scendere a compromessi. Hooded Justice non esiterà a mettere da parte convinzioni e a costruire continuamente nuove identità. La maschera nella sua duplice accezione di protezione e alienazione diventa così l’elemento cruciale di una delle origin story più riuscite degli ultimi anni, sia sul piccolo che sul grande schermo.

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Foto: HBO

Il Watchmen di HBO, però, non si limita ad avventurarsi tra le pieghe rimaste senza spiegazioni nel fumetto. Lo show, infatti, coniuga la storia con forti temi. Segregazione e odio razziale ma, soprattutto, il concetto di eredità delle proprie colpe e ferite si intrecciano con l’intrattenimento. In questi termini, l’intero episodio si presente quindi anche come un concentrato di tutti gli argomenti affrontati in precedenza. Hooded Justice – e Angela Abar come frutto della concezione generazionale di traumi e responsabilità – diventa la guida per trovare l’elemento comune di tutto questo, riconducendo ogni avvenimento a un unico evento. Un procedimento all’apparenza semplice e lineare contiene in sè, tuttavia, mille riflessioni e sfaccettature su più livelli. Ridefinendo il concetto di vittima e, soprattutto, di colpa, Watchmen segna uno dei momenti più alti della stagione televisiva attuale.

Watchmen 1x06 - This Extraordinary Being
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