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Recensione

X-Files 11×02: RECENSIONE – Ramones and Lone Gunmen

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X-Files 11×02. Sulle note di “California Sun” dei Ramones. Mulder e Scully, insieme, come una volta, il fugace ritorno di una vecchia conoscenza e tante, forse troppe, società segrete.

La seconda puntata di X-Files si svolge su due piani. Due trame che s’intrecciano e costruiscono la spirale degli eventi seguendo una linea circolare: tutto, alla fine, torna come prima. Sono, da una parte, la vicenda di Richard “Ringo” Langly e, dall’altra, la matura complicità tra Mulder e Scully.

The Lone GunMen

I Lone GunMen, ve li ricordate? Il trio di hacker che aiutava nelle indagini Mulder e Scully. I pistoleri solitari… che nome! Il nome perfetto di una band punk, proprio come i Ramones: capelli lunghi, canzoni brevi, testi minimali e schitarrate sporche. Guardate questa locandina e ditemi se la grafica non richiama una copertina di qualche album, o un manifesto di un concerto di una qualsiasi band.

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The Lone GunMen – Partendo da sinistra: Richard “Ringo” Langly, John Fitzgerald Byers e Melvin Frohike

Il nome del trio trae le sue origini dalla teoria sull’uccisione di John Fitzgerald Kennedy: la cosiddetta “lone gunman theory” consegnata ufficialmente il 24 settembre 1964, dopo 10 mesi di indagini, dalla Commissione Warren, in cui si affermava che Oswald avesse agito da solo. Il trio aveva avuto così successo con X-Files che la produzione decise di farne uno spin-off, The Lone Gunmen: una stagione, 13 episodi, uscita nel 2001 e ancora oggi inedita in Italia.

Qui sotto la sigla iniziale!

X-Files 11×02 – Ringo’s theory

Alla ricerca ossessiva di complotti, di indizi che testimoniassero il coinvolgimento del governo in vicende oscure quali attentati, rapimenti e insabbiamenti, ne furono loro stessi vittima. In particolare Richard Langly che, morto da 16 anni, riesce a videochiamare Mulder. Ringo dei Lone Gunmen vive come versione simulata di se stesso caricata dentro un mondo virtuale dove tutto è ricreato alla perfezione, ma finto.

Lui la descrive così: “È come se avessi progettato il paradiso. Qui nessuno muore di cancro o Alzheimer. E i Ramones sono qui e non litigano. E ogni sera salgono sul palco e suonano “California Sun”. E io ti supplico… distruggilo. Viviamo in una menzogna. Siamo schiavi digitali. Usano i nostri ricordi per sviluppare una scienza che solo un’élite potrà usare per lasciare il tuo mondo. Trasformiamo per loro in realtà le teorie di colonizzazione dello spazio. Sogniamo, ma non ci è concesso di avere dei sogni, degli obiettivi, non c’è nulla per noi stessi“.

Una metafora dei nostri tempi spinta all’esagerazione o metafora di un mondo a cui inevitabilmente andremmo incontro? X-Files 11×02 apre una questione ampiamente dibattuta al sorgere del nuovo millenio. E un nerd come Richard “Ringo” Langly, che di digitale e virtuale ha vissuto, ce lo comunica, ci avverte. Il suo appello diventa disperato, arriva come eco da un’altra dimensione, e alla fine rimane solitario (Lone Gunman) avvolto dal buio minaccioso che lo circonda.

X-Files 11×02 – Mulder e Scully

Mulder e Scully, seguendo le istruzioni di Langly, si trovano a dover affrontare situazioni complicate che ricordano da più vicino lo stile dei vecchi episodi. Ma c’è una differenza. Se in quelli vecchi la complicità poteva essere ipotizzata, sottintesa, insomma implicita, in X-Files 11×02 questa è totalmente esplicita, palpabile, concreta.

È una complicità matura quella tra Mulder e Scully, che tende a strappare sorrisi. Fox aumenta il suo carattere ironico e Dana lo segue, lo asseconda. Emerge l’identità della coppia che, attenzione, se coltivata in maniera sbagliata, cioè abusandone, potrebbe rendere pesante i successivi episodi. Ma se calibrata risulta piacevole.

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Fox Mulder e Dana Scully

In X-Files 11×02 Chris Carter gioca sull’aspetto circolare. Mulder e Scully compaiono nella prima scena stravaccati e annoiati sul divano. Da qui in poi la puntata prende una piega notevolmente dinamica (parecchie le scene d’azione): recitazione molto fisica intervallata dalle battutine sarcastiche di Fox seguite dagli sguardi discordanti o complici di Dana. Il turbinio delle azioni poi, nella parabola finale, segue la coppia fino a riproporre la scena iniziale. Loro due seduti sul divano, non annoiati bensì distrutti.

Un aspetto circolare che rispecchia il risultato delle loro indagini: sono di nuovo al punto di partenza, non hanno distrutto quel mondo virtuale e Langly è stato definitivamente eliminato da un sicario che (sarà un caso?) assomiglia a un ex punkettaro.

Formazione prettamente umanistica: dalla triennale in Lettere a Torino alla magistrale in Editoria e giornalismo a Roma. Appassionato di scrittura e cultura... e oramai da anni invischiato nel mondo delle serie tv.

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