X-Files 11×03. La terza puntata tra doppelganger e gioco dell’impiccato ripropone il vecchio schema delle puntate di X-Files. Ma non è più come prima.
Le prime due puntate erano in linea con la cosiddetta storia orizzontale: complotti governativi e non, invasione aliena, ecc. X-Files 11×03 è di altra natura. Taglia con le precedenti e riapre lo schema delle vecchie puntate. Che iniziano e finiscono. Episodio che racconta un fatto sovrannaturale o così pare. E se le premesse sono davvero buone (il tema è interessantissimo), poi lo svolgimento mantiene queste aspettative?
X-Files 11×03: L’affascinante teoria del Doppelganger
Twin Peaks, per citare una serie che affronta questa tematica in maniera assai più approfondita. Ma le testimonianze sono così tante che non ci credereste. Sia in letteratura, sia nel cinema. Il Doppelganger (letteralmente, doppio che va) è un duplicato della persona reale. Un gemello maligno che se visto è presagio di morte. Questa a grandi linee la natura del doppelganger.
In X-Files 11×03, Mulder e Scully vengono a contatto con questo fenomeno paranormale attraverso degli omicidi-suicidi particolari. Si scoprirà che all’origine di questo evento irrazionale ci sono due persone: due gemelli, fratello e sorella, dotati di chiari poteri telepatici. Riescono a comunicare fra di loro, anche se in due luoghi diversi, con la sola mente. E anche loro vedono i propri doppelganger, decisamente maligni. Ma con la differenza che riescono, in un certo modo, a conviverci. Cosa che non succede agli altri personaggi: chiunque veda il proprio doppelganger è destinato a morire a breve.
X-Files 11×03: Il gioco dell’impiccato
Qual è la causa scatenante del doppelganger e, di conseguenza, degli omicidi? Il gioco dell’impiccato. Uno dei due gemelli sceglie un nome e l’altro lo deve indovinare. Il nome naturalmente si riferisce a una persona reale e precisa. Durante il gioco, più uno dei due gemelli si avvicina alla soluzione, più questa persona ha degli incontri con il proprio doppelganger. Quando verrà indovinato il nome completo, la persona morirà per mano del proprio doppelganger.
X-Files 11×03: Non è più come prima
Come vedete la trama non è affatto male. Gli spunti ci sono e sono davvero interessanti. Ma andrebbero sviluppati. Quello che voglio dire è che probabilmente Chris Carter ha voluto mettere troppa roba nel calderone e una puntata di 42 minuti non poteva esaurire il tema. I Doppelganger proliferano… forse fin troppo. C’è un crescendo esponenziale mano a mano che la puntata va avanti. Così come il gioco dell’impiccato. Non si capisce più quale sia la condizione perché si manifesti quel Doppelganger invece di un altro. Non era necessario indovinare quindi? Bastava pensare al nome e scriverlo su un foglio di carta, anche se l’altro gemello pensava a un altro nome?
Ma oltre a questa evidente confusione finale, quello che salta maggiormente all’occhio è l’atmosfera creata dalla puntata. O meglio l’assenza di atmosfera. Non si percepisce più l’elettricità di una volta. Tutto è filtrato dall’ironia invadente di Mulder, da una parte, e la rassegnazione mista a crisi di mezza età avanzata di Scully, dall’altra. Entrambi non sono più così scossi dagli eventi paranormali… diventano pretesti per riflettere sulle loro vite. Non che non sia un aspetto interessante ma il punto cardine della serie, quello che ha fatto la sua fortuna viene a mancare.
Mi riferisco al mistero. Alla curiosità del mistero dietro a eventi inspiegabili. Alla paura che suscitano. Tutto questo manca. È sbiadito. Mulder e Scully appaiono distanti da tutto ciò. Di conseguenza questa sensazione viene trasmessa anche al telespettatore che guarda, sorride alle battute di Fox, empatizza con le fragilità di Dana, ma che dalla pericolosità dei fenomeni paranormali non viene catturato.
Formazione prettamente umanistica: dalla triennale in Lettere a Torino alla magistrale in Editoria e giornalismo a Roma. Appassionato di scrittura e cultura... e oramai da anni invischiato nel mondo delle serie tv.