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Cinema

Carlo Conti conduttore David di Donatello 2018. A Gogo Magazine: “Cosa c’entro col cinema? Niente, ma…” (VIDEO)

Guarda la video intervista a Carlo Conti, che sarà al timone della cerimonia di premiazione dei David di Donatello, che, dopo due anni di Sky, tornano in Rai.

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Mercoledì 21 marzo Rai1 trasmetterà in diretta in prima serata la cerimonia di premiazione della 62ª edizione dei Premi David di Donatello (annunciate tutte le candidature). A condurre la serata sarà Carlo Conti.

Il David, dopo la parentesi di due anni a Sky, torna sulla tv pubblica. A margine della conferenza stampa – alla quale ha preso parte anche il nuovo Presidente e Direttore Artistico della Fondazione Accademia del Cinema Italiano Piera Detassis – GogoMagazine ha rivolto alcune domande proprio a Conti. Immancabili i riferimenti al successo del Festival di Sanremo diretto e condotto da Claudio Baglioni.

Hai paura che il mondo del cinema non si metta in gioco nella cerimonia di premiazione?

Il mondo del cinema non dovrà mettersi in gioco, in questa occasione vogliamo fare una celebrazione del cinema, non una festa dove qualcuno deve fare per forza spettacolo. Ci sarà il rigore della premiazione. Poi, nei ringraziamenti, ogni protagonista ci metterà l’emozione del momento.

A chi dice e dirà che Carlo Conti non c’entra niente col cinema, cosa rispondi e risponderai?

Che non c’entro assolutamente niente, ma c’entro con la televisione. E il 21 marzo sarà un evento televisivo, una premiazione in cui io farò il cerimoniere.

Ti aspettavi il successo di Sanremo 2018?

L’ho sempre detto che sarebbe andato forte. Sanremo ha un trend positivo, è una macchina che va fortissimo, ha una forza incredibile. Poi, ovviamente, ogni pilota guida l’automobile col suo stile di guida. Ma Sanremo è un evento che sta bene e lo dimostra quanto gli italiani lo seguano.

Baglioni non ti ha praticamente mai citato, mentre ha preso le distanze dalle ospitate di astronauti e sportivi a Sanremo…

Non doveva nominarli. Portare gli astronauti e gli sportivi all’Ariston non l’ho inventato io. È un modo di coniugare il Festival, portando uno spaccato del Paese. Lo hanno fatto anche Baudo, Fazio e Bonolis: portare le eccellenze italiane e non da valorizzare su quel palco per creare l’evento. Ognuno crea l’evento nel suo stile. Baglioni lo ha fatto nel segno della musica.

In apertura di articolo il video integrale dell’intervista.

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