Poche ore dopo la vittoria all’Isola dei famosi, Nino Formicola ha parlato al Corriere della Sera spiegando perché ha partecipato al reality show di Canale 5 nonostante le sue note perplessità su quel genere televisivo:
Ho partecipato all’Isola con l’intento di far vedere alle persone che, anche senza Zuzzurro, Gaspare era ancora vivo. Ho continuato a lavorare a teatro in questi anni ma, diciamoci la verità, il teatro non se lo fila nessuno. Per questo ho accettato di partecipare.
Gaspare del duo Gaspare e Zuzzurro ha poi ammesso che era “contrarissimo” all’Isola e ha ribadito che “ho detto di si con il solo scopo, appunto, di fare vedere che Gaspare era qui e lottava insieme a tutti”:
Figuriamoci se pensavo alla vittoria. Poi con il carattere che ho: dico sempre quello che penso, sono polemico… no, no. Ecco, prima di questa esperienza sapevo di essere stimato dal pubblico, ma non così.
Il comico si è detto convinto che “dove sia sia, ma Andrea in questi giorni sta ridendo come un pazzo. Ci avevano proposto di fare l’Isola dieci anni fa e abbiamo rifiutato, ora sarebbe divertitissimo. Tutto mi ha aiutato ad uscire dal buco nero in cui ero caduto”.
Quindi ha raccontato le difficoltà degli ultimi anni, legate alla crisi professionale sopraggiunta dopo la scomparsa del collega:
La gente per strada mi diceva: non ti vediamo più, lavori ancora? Questo nonostante le mie tournée. Volevo dire a tutti che non sono morto con Andrea… la sensazione è che un po’ si fossero dimenticati di me. Quando ho ripreso a lavorare dopo la sua scomparsa c’è la frase di un impresario che mi ha colpito come un colpo di pistola; per spiegarmi come mai di colpo mi diminuiva così drasticamente il cachet mi aveva chiesto: perché lei è capace di lavorare da solo? Dopo 40 anni di carriera questa è una pugnalata, specie per chi, come me e Andrea, ha sempre fatto questo lavoro per passione, non per divismo. Per noi era importante che chiunque ci venisse a vedere uscisse da teatro soddisfatto, solo questo.
Infine, tornando a quanto provato sull’Isola nel corso di quasi 3 mesi:
L’’Isola è un programma stranissimo. Prima di partire avevo detto: col cavolo che mi vedrete piangere per i parenti che mi mancano. Invece ci sono caduto come una patata. Ma quella è una situazione che non capita a nessuno: sei in un posto in cui non hai bollette da pagare, impegni, il telefono che suona… sei costretto a pensare e vedi cose che altrimenti non vedresti, provi sentimenti che altrimenti non proveresti… E così anche io, nonostante il mio cinismo, mi sono messo a piangere.