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“L’Eredità”, Carlo Conti: “grazie a chi ha coccolato Fabrizio”

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Torna “L’Eredità” e tocca a Carlo Conti riprendere da dove aveva lasciato Fabrizio Frizzi. Poche parole, sincere e commosse per salutare e ricordare l’amico e collega.

Dopo una settimana dalla scomparsa prematura di Fabrizio Frizzi, Carlo Conti riapre lo studio dello storico quiz di Rai Uno, L’Eredità. Chiavi in mano, quello stesso mazzo con cui aveva lasciato il posto a Frizzi lo scorso dicembre dopo il malore che lo aveva colpito ad ottobre, Conti è visibilmente emozionato nel discorso con cui saluta e ricorda l’amico e ringrazia tutte le persone che lo hanno coccolato e supportato negli ultimi giorni.

Durante la puntata si percepisce un clima teso e cupo, nonostante Carlo Conti si sforzi di far tornare un po’ di serenità. Quella serenità interrotta la mattina di lunedì 26 marzo, giorno in cui Fabrizio Frizzi è venuto a mancare a causa di un’emorragia cerebrale. Un duro colpo per i colleghi e amici, cosicché i dirigenti di Viale Mazzini hanno pensato di sospendere L’Eredità per una settimana.

L’Eredità: il discorso di Carlo Conti

Con un clima freddo riprende il game show di Rai Uno. Poche parole, quelle giuste, e senza retorica Carlo Conti si è presentato davanti il pubblico ricordando l’amico: “Eccomi qua, in questo studio. Queste sono le chiavi che tante volte ce le siamo scambiate con Fabrizio. Era un gioco, io il pilota e lui il copilota, il professore di ruolo e quello invece il supplente. Ritornano a me, in maniera forzata”, esordisce così il conduttore.

Poi continua: “Oggi credetemi vorrei essere in qualsiasi parte del mondo escluso questo studio, però ci sono. Le parole servono a poco e non sarò qui a fare troppi discorsi. Dico soltanto un grazie a questo studio. Questo studio che in questi mesi ha coccolato e ha supportato Fabrizio. Quindi grazie a tutti: alle professoresse, alla nostra regia, all’audio, al trucco e al parrucco, e a tutti voi spettatori che avete supportato Fabrizio, grazie. Lo spettacolo deve andare avanti”.

Nata il 15 marzo 1993. Sono laureata in Scienze Politiche e amo scrivere e incatenare parole tra loro. Sono convinta che la cultura e le passioni salveranno il mondo. La politica, la musica e il cinema sono i miei bagagli nel viaggio della vita. Sono certa che il giornalismo sia l'arte più nobile, se fatto con amore, generosità e responsabilità.

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