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Far Cry 5 – Recensione: Più di un semplice gioco

L’attesa per Far Cry 5 è finita già da diversi giorni, ma abbiamo voluto approfondire le meccaniche che sorreggono questo nuovo capitolo della famosa serie Ubisoft.

Dalla rinascita con il terzo capitolo, la saga di Far Cry si era fossilizzata. Far Cry 4 era una copia ben riuscita del predecessore, ma pur sempre una copia. Primal aveva cercato di cambiare le carte in tavola, ma il risultato fu appena sufficiente. Con Far Cry 5 Ubisoft ci riprova e unisce il meglio che la serie ci ha regalato per condensarla in questo capitolo pieno d’azione e divertimento. Vediamo pregi e difetti di un gioco che voleva dare tutto, ma che si è perso sul finale.

Ritrovare la via per perderla ancora

La storia di Far Cry 5 è altamente interessante. Una setta di fanatici che si fanno chiamare Eden’s Gate ha preso il controllo di una piccola regione del Montana, Hope County. Noi impersoniamo un vice che è stato mandato ad arrestare il capo di questa setta, ovvero Padre Joseph Seed, un uomo che crede di essere un profeta protetto da Dio. Il nostro obiettivo sarà quello di liberare la contea dai tre comprimari di Joseph, ovvero i suoi fratelli Jacob e John e sua sorella Faith. Lo scopo di questa setta è quello di preparasi al Collasso, una sorta di apocalisse, salvando solo chi è veramente pentito e ha espiato i propri peccati. Naturalmente i metodi per raggiungere questo scopo sono violenti e quasi dittatoriali. In definitiva chiunque può essere salvato, ma solo se sarà veramente redento. La cosa che fa preoccupare è che alcune delle loro motivazioni non sono neanche troppo sbagliate. Quello che vogliono è ricostruire un mondo privo di ogni male, dove tutti vivono insieme come una famiglia, senza essere costantemente circondati dall’alienante veleno che affligge la vita moderna, ovvero la tecnologia. La storia si sviluppa in modo molto interessante, ma sfortunatamente si perde proprio negli ultimi minuti, con un finale un po’ freddo e scostante. Ottima invece la caratterizzazione dei personaggi, soprattutto della famiglia Seed. Ognuno ha i suoi motivi per seguire Il Padre. Li ha praticamente soggiogati e solo alla fine si scopre la loro vera natura. Ci aspettavamo un po’ di più da Joseph Seed, ma rimane comunque una spanna sopra alla maggior parte dei villain presenti in altri giochi. Totalmente destabilizzante, invece, la scelta di un personaggio personalizzabile e che non proferisce parola durante tutto il corso dell’avventura. Volevano rendere la vicenda più immersiva, ma così facendo hanno completamente eliminato questo elemento.

L’innovazione silenziosa

Il gameplay di questo Far Cry 5 è, come già anticipato, la summa di tutto ciò che abbiamo visto in passato nella saga. Troviamo il combattimento melee e i mercenari introdotti con Far Cry Primal, i vari sistemi di movimento studiati con il quarto capitolo, come il rampino e l’elicottero (questa volta a grandezza naturale), ma anche tutto quello che aveva introdotto Far Cry 3. Unico elemento scomparso sono le torri d’avvistamento, ormai costante di tutti i giochi Ubisoft. Nuova e interessante aggiunta, invece, sono gli aerei, accompagnati da avvincenti combattimenti ad alta quota. Il mondo di gioco è grande il giusto e presenta molti piccoli dettagli riguardanti la vita rurale del Nord America. L’esplorazione della mappa è piacevole e ci si troverà spesso ad incappare in qualche evento collaterale, anche se non sono molto vari. Tornano anche gli avamposti da liberare e altre attività per aumentare la resistenza nelle varie regioni e stanare i fratelli di Joseph. Man mano che si acquisiscono punti resistenza, i tenenti sguinzagliano i loro combattenti migliori per catturarci e portarci da loro. E’ praticamente impossibile sfuggire a questi perché, una volta catturati, parte una scena d’intermezzo dove impariamo a conoscere sempre di più i nostri nemici in vista dello scontro finale con ognuno di loro. Lodevole e molto apprezzato il fatto di presentare approcci sostanzialmente differenti per sconfiggere i tre tenenti. Un gameplay, quindi, che innova, ma non stravolge l’anima della serie. Andare a pesca, poi, è un’esperienza impagabile.

La grafica che non convince, ma funziona

Il comparto tecnico di Far Cry 5 è ottimo, ma presenta alcune incertezze riguardanti la grafica. Questa è il più delle volte di alto livello, ma si perde su alcuni dettagli. Il colpo d’occhio è magnifico, ma non regge molto bene il passo con la concorrenza. Tutta un’altra storia per quanto riguarda le animazioni, soprattutto durante le scene d’intermezzo. Anche queste ultime sono eccellenti e realizzate con un certo estro artistico e cinematografico. Il gioco, almeno su PlayStation, si presenta molto stabile e sempre fisso a trenta fotogrammi al secondo. Sono presenti anche diversi bug e glitch sia grafici che sonori che non danno molto fastidio, ma è sempre bene citarli. Dulcis in fundo, il commento musicale, vero fiore all’occhiello del titolo. Le tracce che ci accompagnano per tutta la durata del gioco sono assolutamente meravigliose. Virano molto sul country, ma mescolano più generi insieme. Sono state create anche apposite canzoni che riprendono i temi del gioco e creano una sorta di inno per la setta dell’Eden’s Gate. Il comparto sonoro contribuisce a creare un inusuale senso di pacatezza immerso nel disordine più totale.

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Mattia Pescitelli

Tenace adoratore del mezzo cinematografico, cerco sempre un punto di vista fotografico in tutto ciò che mi circonda. Videogiochi, serie televisive, pellicole cinematografiche. Nulla sfugge al mio imparziale giudizio.

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