Per la felicità di tutti gli appassionati, Square Enix ha rilasciato ieri la demo di Final Fantasy VII Remake, che non abbiamo potuto resistere dal provare.
Se devo pensare ad un titolo capace di racchiudere il mio incontro con PlayStation 1, sicuramente non posso fare altro che correre con la mente a Final Fantasy Tactics (il gioco che mi spinse all’acquisto), oppure ad un Silent Hill. Il primo incontro con la grigia scatoletta Sony, però, vide protagonista un biondo personaggio di viola vestito, invero alquanto squadrato, che dopo essere sceso da un treno in corsa iniziò a menare fendenti all’interno di una cornice futuristica, in cui le parole Mako e Soldier andavano a costituire concetti per me alieni.
Erano gli spensierati (sigh!) anni dell’università, e tra un esame ed una festa ancora non potevo rendermi conto di aver fatto la conoscenza di uno dei titoli più importanti del medium videoludico, la settima Fantasia Finale, da molti definita come la più riuscita ed avvincente, che tra pochissime settimane tornerà a brillare su PlayStation 4 grazie a Final Fantasy VII Remake. Atteso quasi come un messia, il ritorno di Cloud è sicuramente uno degli appuntamenti più importanti di questo 2020, pertanto non ho potuto resistere alla tentazione di provare la demo, uscita ieri a sorpresa sul PlayStation Network, giusto per torturare ancora un po’ il nerd videoludico che è in me.
Sabotaggio!
Quello fattoci da Square Enix è sicuramente un regalo assai gradito, tra l’altro confezionato anche con discreta perizia e bontà, dato che la demo di Final Fantasy VII Remake ci consentirà di testare una parte decisamente corposa del gioco, ovvero tutto il prologo ambientato all’interno del Reattore Mako 1. Il giocato, quindi, ci vedrà impegnati ad attraversare la prima area di gioco, utile per prendere confidenza con il rinnovato sistema di combattimento, ma anche per stuzzicare le nostre pupille grazie all’incredibile lavoro di ammodernamento subito dal comparto tecnico del titolo che fu SquareSoft. Sulla trama, trattandosi di una versione di prova, tra l’altro di un titolo conosciuto dalla stragrande maggioranza della platea, ritengo inutile disquisire approfonditamente al momento, pertanto mi limiterò a pochissime righe: protagonista dell’avventura sarà Cloud, un ex Soldier (guardia armata) a libro paga della Shinra Corporation, una potente compagnia che sfrutta il Mako (la linfa vitale del pianeta) per produrre l’energia necessaria al sostentamento degli abitanti. In compagnia del burbero Barret e dei suoi rivoltosi compagni, dovremo penetrare all’interno di uno dei reattori di pompaggio della Shinra, al fine di distruggerlo. Ovviamente si tratta solo dell’incipit di una vicenda molto più complessa di quanto si possa pensare, in cui i colpi di scena non mancheranno e faremo la conoscenza di un nutrito gruppo di indimenticabili personaggi (cattivo incluso), sui quali ritorneremo più approfonditamente in fase di recensione.
Final Fantasy VII Remake: tra vecchio e nuovo
Da quel lontano 1997, anno in cui il settimo episodio della saga SquareSoft vide la luce, ne è passato davvero troppo di tempo, pertanto sarebbe stato sciocco pensare che il gameplay di Final Fantasy VII Remake potesse riproporre fedelmente le meccaniche sperimentate, ed apprezzate, a suo tempo. In questo senso il mondo dei jprg, pur al netto di alcuni esponenti più fedeli alla tradizione, ha subito notevoli cambiamenti, con Final Fantasy stesso ad erigersi fautore di una continua rivoluzione, pur con alti e bassi del caso. E l’ultima fatica prosegue all’interno di questo filone, modificando l’esperienza passata così da farle abbandonare la classica, e a tratti ingessata, suddivisione in turni degli scontri, in favore di un combat system decisamente più incline all’action, ma che permette comunque anche una gestione più compassata delle azioni di gioco. Il nucleo del combat system si frappone idealmente a metà strada tra un Crisis Core (senza la fastidiosa slot machine) e Kingdom Hearts, con Cloud che potrà liberamente attaccare con la spada semplicemente premendo il tasto Quadrato. Colpire gli avversari, schivare oppure parare i colpi nemici, servirà per caricare la barra ATB, la quale ci permetterà di accedere ad una sorta di pausa tattica, così da poter attivare abilità speciali, magie oppure oggetti. Subito o inflitto un certo quantitativo di danni, inoltre, caricheremo il celeberrimo indicatore Limit, che ci consentirà di scatenare un potente attacco unico.
Confesso che, da inguaribile nostalgico quale sono, nutrivo qualche dubbio in merito ad un cambiamento così radicale dell’esperienza, ma devo dire che una volta impugnato il pad, e preso quel minimo di confidenza con i nuovi comandi, mi sono piacevolmente trovato a mio agio, tra l’altro con una punta inaspettata di soddisfazione. Avevo qualche dubbio, vista la natura dinamica dei combattimenti, anche in merito alla gestione del party, ma Final Fantasy VII Remake è riuscito a stupirmi in positivo anche in questo, dato che passare al volo da Cloud a Barret (l’unico altro personaggio controllabile della demo) si è rivelato estremamente semplice ed immediato, visto come il tutto è gestito tramite la croce direzionale. Insomma, da questo punto di vista il lavoro Square Enix non può che partire da solide, per quanto differenti rispetto all’originale, premesse.
Lifting riuscito
Tra gli aspetti più debordanti del Final Fantasy VII originale figurava, senza ombra di dubbio, l’incredibile (ovviamente per l’epoca) comparto grafico, che per la prima volta poteva sfoggiare un aspetto tridimensionale, a cui si aggiungevano le impressionanti sequenze in FMV, capaci di conferire un taglio cinematografico all’intera esperienza. E nonostante l’attuale generazione di console ci abbia abituato a produzioni visivamente solide, è davvero impossibile non rimanere affascinati al cospetto del restyling subito dalla porzione di Midgar visitata nella demo di Final Fantasy VII Remake: il dettaglio grafico è sicuramente elevato, capace di rendere al meglio l’iconico character design di Testuya Nomura, affiancato per l’occasione dal nostro Roberto Ferrari. Inutile citare, poi, la bellezza dei vari intermezzi animati, capaci di ampliare senza snaturarlo il comparto narrativo originale, ed in grado di stupire oggi come già successo ieri. Sembra quindi che questo Final Fantasy VII Remake si poggi su solide e rinnovate basi, abili a sorreggere il peso di un’eredità davvero scomoda ed ingombrante, ma che il team di sviluppo pare essere stato in grado di maneggiare con tutte le cure possibili. A questo punto, per vedere se queste impressioni preliminari troveranno conferma, non resta che attendere il prossimo 10 aprile, giorno in cui Final Fantasy VII Remake sarà disponibile per tutti, vecchi e nuovi fan che siano.
Gamer cresciuto all'ombra del tubo catodico, sia in casa che in sala giochi, amante del Giappone in ogni sua forma, traduttore freelance e aspirante musicista non ancora pronto ad appendere lo strumento al chiodo. Dopo quasi un decennio trascorso a scrivere di videogiochi da semplice blogger, sono pronto ad intraprendere una nuova avventura editoriale.